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26 settembre 2018 15:42 - roberto9959
Ovvero ci vorrebbe una patente per votare come per guidare un automobile ?
26 settembre 2018 14:21 - savpg8801
Leggendo e tentando di imparare dalla Storia, sicuramente documentata o dedotta da lasciti scritti o tramandati in altri modi, si cerca di mettere in pratica un dedicato desiderio: favorire le cose buone, fatte bene, vantaggiose, scevre da errori, fruibili da tutti indistintamente e, per quanto possibile, accettate da tutti.
Questo è il princìpio informatore della politica, almeno intesa secondo il suo etimo ed anche secondo il suo più nobile scopo.
Cioè prendersi cura del cittadino (ma in senso lato di tutti gli appartenenti alla progenie umana) in qualsiasi luogo abiti o da cui derivi.
Più semplicemente ottemperando ad una caratteristica derivante dalla individualità, ma estesa alla collettività, favorire le richieste e il benessere della gente.
Stare male non interessa e non ha mai interessato nessuno dai tempi dei tempi.
Il grande problema è trovare il modo di riuscirvi e per farlo bisogna trovare chi lo faccia.
Chiunque sa che in ogni situazione della propria esistenza, mettersi a discutere, a programmare, a realizzare qualsiasi cosa, più persone sono coinvolte e meno si decide. Uno solo, per sè decide sempre bene o male ed è, ovviamente, considerato un modo egoistico allorchè la sua decisione implichi passivamente anche altri; questi altri non accetteranno mai bene, magari anche solo per reazione e naturale ribellione, le cose decise o realizzate da costui.
Si sono, perciò, inventati i compromessi.
In assenza di cose migliori, questo sistema va bene subito per calmare gli animi, ma risulta sempre negativo in seguito perchè non porta mai a soluzioni definitive.
Se due(insieme) vogliono andare a fare un viaggio, uno a Bologna, l'altro a Milano e, non accordandosi tagliano decisione e vanno a Parma per compromesso, chi è contento dei due? nessuno.
Il dilemma, ma anche trilemma, di queste conversazioni sulla democrazia è proprio l'aver attribuito una grande e basilare importanza al fatto che tutti possono decidere tutto perchè non andrebbe bene lasciare indietro, o fuori, qualcuno.
Tutti uguali, tutti stessi diritti, tutti responsabili.
Bellissimo, ma controproducente.
Un esercito di soli generali non funzionerebbe.
Ecco che si crea un solo generale che comandi sugli altri. Ma non esce dalla democrazia questa decisione. Vi immaginate un pilota in emergenza se si dovesse trovare a discutere con altri, democraticamente, sul come provvedere? Come esce in pochi secondi per salvare duecento passeggeri?
Si discute continuamente sulle varie forme di potere. Ma sembra che nessuna sia perfetta.
Bande di filosofi, studiosi, caporioni, politici, professori, tecnici o semplici cittadini si esprimono in varie forme.
Quale la migliore o la meno negativa?
Il Popolo, interpellato, sciorina mille ricette; il Popolo preso ovviamente da singolo a singolo individuo.
Come viene fuori allora l'assioma che il Popolo è sovrano? Che il popolo ha deciso? Che il Popolo ha ragione solo perchè"l'ha deciso il Popolo"?
Hanno creato l'ennesimo compromesso per produrre compromessi.
Hanno creato le maggioranze (decisive e statutarie o legali in Enti, Società di consigli d'amministrazione), dove ogni risoluzione viene presa, spesso con l'onere dell'unanimità per stabilire che tutti la pensino in un solo modo.
Le maggioranze, invece, della cosiddetta "democrazia" sono per la maggior parte dei casi altamente relative e dove si decide, ai fini della "res publica", con minoranze, accozzaglie di votanti più o meno guidati e pilotati, senza tenere conto di altre realtà anch'esse degne di nota.
Un po' come si dice che chi vince la guerra ha sempre ragione e chi la perde ha torto ed è un criminale, ma senza considerare che la guerra si può vincere anche con molte più malefatte del perdente.
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Finiamo (ma è solo un atto di stanchezza temporaneo) col dire che non credo esista un sistema perfetto o un potere senza pecche per effettuare ciò che si chiede al comando. Machiavelli allorchè trattava del come governare, aveva detto (nel Principe maggiormente) che un re, principe, signore, gonfaloniere, magari antico tribuno, imperatore, satrapo ecc. avrebbe dovuto usare pugno di ferro, ma anche dolcezze verso il Popolo perchè questo Popolo avrebbe potuto toglierlo di mezzo, come in tanti casi s'è fatto in tempi andati ma anche relativamente presenti (cito Bulgaria, Libia, Iraq, Orienti vari, ed anche noi in vari casi).
Ci accontenteremo, dunque, del minore dei mali ma non chiamiamo frutto di "democrazia" ciò che ne esce, come se "non plus ultra". Questa parola mi fa rabbrividire perchè, in nome di essa, si perpetrano le più orrende decisioni.
26 settembre 2018 8:51 - alessandro9300
Bello l'articolo e interessante il commento di savpg8801 con cui potrei dire che quasi concordo, ma ..... e poi???
Il commento evidentemente non è finito, qual'è la proposta?
Ho più paura di quella che della democrazia che più che uno "slogan" definirei un "sogno".
23 settembre 2018 13:36 - Cristina Ciccarelli
Bellissimo articolo

Ci sono molti modi per far morire una democrazia, per indebolirla e infettarla, ci sono molti modi per ammazzare anche le persone, B.B.
19 settembre 2018 15:59 - savpg8801
La "democrazia" è uno slogan.
Ognuno la proclama e la esercita a modo proprio.
Tutte le forme di democrazia, oltre a fornire alibi sacrosanti ai politici arrivisti, sono fumo.
Il potere del popolo è utopia.
Il popolo esercita la democrazia attraverso il voto ed esprime una sua legittima libertà di crearsi un capo che faccia cose buone per lui comodamente delegandolo per non farle lui stesso.
Ma chi non vota esprime anch'esso una sacrosanta libertà di impedire che vada su qualcuno, spesso irresponsabile, incapace, arrivista e imbecille, a fare danni spesso irreparabili.
La democrazia è, quindi un metodo sbagliato perchè non crea il "bravo" in modo certo, ma crea un'incognita, una incertezza. Dalla storia non impariamo nulla. Mi si dica quante sicurezze la democrazia abbia create e, al contrario, quante iniquità e mediocrità siano saltate fuori dal voto. Quindi il voto è cosa sbagliata, primo perchè è attuato da troppe incapacità volute o incoscienti del popolo, anzichè da sicurezze determinate in altro modo: scientifiche, caratteriali, sperimentate; secondo perchè il Popolo non è unanime e ragionante di proprio encefalo ma segue dettami imbonitori di sfruttatori delle più svariate e spesso negative pulsioni umane.
Troppo incomprensibile, quindi, e per una cosa così seria come il governare una nazione, che si sia asserito che il potere è del Popolo, con tutto il rispetto dovutogli per migliaia di altre cose, e che lo esercita(non è verosimile) attraverso le forme dettate dalla costituzione. Belle parole, ma risultati zero.
Il paradigma è semplice. Il popolo, nella sua enorme diversità, risulta incapace di prendere delle scelte congrue e sicure per il futuro e, quindi, anche chi è stato scelto dal popolo non è delegato sicuro. Non si crea un bravo e capace mettendogli una crocetta a mo' di spunta e ciao.
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