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30 settembre 2018 11:16 - savpg8801
Siccome ho commentato anche sull'art. su Salvini circa la politica attuale legge Fornero, qui sul reddito di cittadinanza....
Si parla sempre di lavoro, di statistiche, di disoccupazione come se tutta la faccenda fosse dipendente e regolabile da due "bussolotti" che rispecchiano univocamente nord e sud, ricchi e poveri, lavoro in regola e non, cittadini e campagnoli, terziario e industria, lavoratori immigrati e autoctoni, precari e fissi, partite iva, impiegati delle mafie e onesti imprenditori e via discorrendo.
Il sempliciotto dice: se tolgo dal primo bussolotto metto altrettanto nell'altro.
Nulla di più sciocco.
La richiesta di occupazione dipende da innumerevoli fattori e non è automatismo.
Fingiamo che sia tutto in regola(per assurdo) e chiediamoci perchè le persone devono lavorare. Primo, per campare, vivere una vita decorosa, possedere qualcosa tipo l'abitazione, ma non da ultima cosa, pagare delle tasse.
Secondo, esaminiamo chi fa lavorare la gente. Imprese(ogni tipo di impresa) e Stato, principalmente.Lasciamo stare il resto che, in ogni caso dipende direttamente dai primi due; per esempio il clero, organizzazioni umanitarie, volontariato e altra marginalità, ecc.
L'impresa, per produrre beni e servizi deve farlo in "utile" cioè non tendere al fallimento (i sacri testi economici recitano che l'impresa marginale(ovvero col piede nella fossa)deve fallire.
Perchè allora l'impresa produce? Per favorire i bisogni sia primari che voluttuari della popolazione o di quella estera mediante esportazioni con tutti gli equilibrii che tutto ciò comporta.
E l'equilibrio fondamentale è questo: che rapporto ci sia fra i bisogni e la fornitura di beni e servizi; ovvero fra la domanda e l'offerta.
Se la domanda è scarsa, la produzione deve per forza diminuire sennò non vende ciò che produce in sovrappiù (cioè in rapporto negativo).
Viceversa la domanda è maggiore dell'offerta , la produzione si adatta e cosa fa? Cerca di produrre di più per soddisfare i bisogni della domanda; in due modi principali o importa beni già fatti o li produce in loco(quando possibile) anche assumendo persone, ma stando attenti a non farlo troppo spavaldamente perchè il ciclo potrebbe(e spesso lo fa, anche settorialmente) invertirsi.
Ecco che qui casca l'asino. Per farsi belli i politici fanno di tutto per far assumere persone e ridurre la disoccupazione ma non tengono conto che la domanda non si può pilotare o indurre salvo azioni forzose(ma negative per il futuro) quali gli incentivi, le rottamazioni, le deduzioni dalle tasse per indurre imprese ad assumere gente di cui non ha bisogno...e così via. Tutto ciò, infatti, va ad incrementare il deficit e, di conseguenza, il debito pubblico in varie maniere.
In somma cacciare in un boccale da un litro un litro e mezzo di birra non si può; o tracima o qualcuno se la beve con la cannuccia intanto che pian piano viene versata.
Il progetto leghista è una trovata politica che non prende in nulla.
Il progetto delle 5 stelle altrettanto sciocco è che non può colpire nel segno: dare o regalare soldi per farli, poi, spendere. Chi non ha soldi e non ha lavoro questo regalo lo utilizzerà per pagare dei debiti o per telefonare, o per acquistare, magari, qualche cosa in più, regolarmente di importazione per lo più cinese incrementando la fuoriuscita di danaro verso l'estero. Nessun beneficio per imprese e lavoro e, di conseguenza, maggiori oneri per lo stato(e per i cittadini).
Ecco perchè si sta perdendo tempo a perseguire manovre inutili e micidiali neppure solo per l'Italia vista come sovranità, ma anche nella sua appartenenza al complesso "Europa".
E le conseguenze, siccome sono affidate come sempre all'economia e ai cosiddetti"mercati", in queste mani, per ogni verso speculative, si andrà incontro ad una nuova crisi: finanziaria, politica e umana.
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