"super inceneritore-pista da sci" di Copenhagen. Un
inceneritore che l’ex Ministro dell’ambiente della
Danimarca Ida Auken favorevole al riciclo e all’uscita
dall’incenerimento, intervistata da Report definì "uno
scandalo".
La campagna di marketing a favore di questo inceneritore
venne lanciata nel 2016 per promuovere le politiche di
Renzi. Già allora venne prontamente smontata da esperti
come Enzo Favoino, che ha ben spiegato lo scontro attuale
tra chi vuole bruciare e chi vuole recuperare materia e sul
caso danese gli “scenari finanzari incerti sono già
evidenti nel caso dell’inceneritore di Amager Bakke a
Copenhagen, Un impianto che sta già alimentando dubbi,
perché non sanno cosa bruciare”.
Altri articoli sulla stampa straniera, definiscono questo
impianto come “Copenhagen’s dirty, white elephant” ,
L’elefante sporco e bianco di Copenaghen”, parlano di
“insostenibilità dal punto di vista economico” ,
“costi spaventosi" , “sovradimensionamento”,
denunciano le operazione di lobbying che hanno preceduto
l’approvazione del progetto in una nazione che brucia
circa il 60% dei propri rifiuti( altro che ricicloni) e
della forte difficoltà a rispettare i parametri europei del
50% di riciclo materia previsti dalla diretta 2008/98.
Quella danese è una “questione che brucia”.
Ma non è finita. E’ ora di smentire altri luoghi comuni e
ritrovare un po’ di sano orgoglio nazionale.
COPENHAGEN BRUCIA MOLTO E RICICLA POCO
I dati di Ecosistema Urbano 2017 e della Commissione Ue ci
dicono che gli inceneritori delle grandi metropoli europee
bloccano lo sviluppo di raccolte differenziate spinte. La
Copenhagen del ‘super inceneritore’ secondo il report il
23,7% di raccolta differenziata, Vienna al 30% circa ,
Berlino è calata dal 42% al 27%, Parigi il 18%.
BRUCIARE NON ELIMINA DISCARICA
In Danimarca dove ci sono tantissimi inceneritori (ben 26 in
un paese di 6 milioni di abitanti) mediamente la produzione
di rifiuti è pari a 700 chilogrammi annui. Tra le più alte
d’Europa. In Danimarca viene bruciato il 60% e quindi a
smaltimento vanno 420 chilogrammi pro capite. Visto che gli
inceneritori producono il 25% di ceneri da smaltire in
discarica, a smaltimento in discarica vanno 105 chilogrammi
annui.
IL MODELLO TREVISO
Il ‘Modello Treviso’, oggi applicato a quasi un milione
di cittadini che propone il Contratto di Governo ? Produce
363 kg pro capite annuo, di cui oltre 86% differenziato
quindi solo 50 kg/a pro capite per il trattamento meccanico
biologico pre smaltimento. Ulteriormente ridotto arriva a 45
kg a testa . L’obiettivo industriale al 2023 è il 96% di
differenziata e arrivare a 10 kg /abitante annuo di rifiuti
urbani da smaltire. Dieci. Chi è che chiude inceneritori e
discariche e apre imprese del riciclo che creano migliaia di
posti di lavoro? Il ‘Modello Treviso’. Che il Governo
Conte vuole portare in tutta Italia. Anche al Sud. In
Campania si differenzia già il 52% dei rifiuti, con
province virtuose come Benevento al 70%, Avellino e Salerno
oltre il 60%.