in che cosa io sia disadattato, cretino e travisatore della
realtà non lo spiega.
Ella si limita a minacciarmi di cancellare il mio account (
alla faccia della libertà di espressione ! ), offendere e
ad affabulare per evitare di dare risposte alle domande come
quella che Le ripropongo:
se l'attrice ventenne fosse stata sua figlia , scriverebbe
ancora quello che ha scritto oggi e cioè :
"Grazie Bernardo Bertolucci. Hai contribuito a farmi
crescere,..." .
4 dicembre 2018 10:32 - VDonvito
gentile Ennius
mi sta confermando che lei è un disadattato, e per questo
le confermo la mia simpatia.
Io non sono il regista o il produttore del film, ma quello
che ha fatto quello che ho scritto nel ricordo di
quell'iniziativa..
Ma che glielo spiego a fare, tanto mi dirà che che sono
giacobino e che ho violentato l'attrice.
Ah, oltre che disadattato, lei si comporta come un cretino,
cioè uno che non capisce perché non le torna utile e
travisa la realtà basandosi sulle proprie fisse, convinto
che così il mondo saraà migliore. Vede, le dò anche la
buona fede.
E sia chiaro, se lei dialoga nel merito, gli spazi qui ci
sono anche per i cretini. Se riprende a fare spam (come
sempre fa in materia droghe e sempre in malafede), i suoi
post saranno cancellati e, continuando, il suo account sarà
anch'esso cancellato. Poi, lo so, si riscrive con un altro
nick, etc... Si diverte?
3 dicembre 2018 23:43 - ennius1
Ah, sarei io a deformare ...
I fatti.
Due marpioni del cinema , uno di 48 anni l'altro di 31,
decidono di giocare un tiro mancino ad una attrice alle
prime armi di 20 anni appellandosi alle esigenze dell'arte
cinematografica.
L'ispirazione .. artistica nacque da un incontro conviviale
tra i due così descritta .
«L’idea di come girare questa scena è venuta a me e a
Marlon Brando mentre stavamo facendo colazione seduti sulla
moquette dell'appartamento parigino e ad un certo punto lui
ha cominciato a spalmare del burro su una baguette: subito
ci siamo dati un'occhiata complice - ha detto il regista -.
Abbiamo deciso di non dire niente a Maria per avere una
reazione più realistica».
E ha aggiunto: «Volevo avere la sua reazione non di attrice
ma di giovane donna. E lei reagisce: piange, urla, si sente
ferita. E in qualche modo è stata ferita perché non gli
avevo detto che ci sarebbe stata questa scena di sodomia e
questa ferita è stata utile al film...»
Come ne uscì la giovane attrice ?
"....Maria Schneider, ha dichiarato in più occasioni che la
famosa scena di sesso anale non era nella sceneggiatura e
potendo avrebbe voluto non girarla perché l'ha considerata
una manipolazione, una violenza e un'umiliazione. ".
In tempi successivi , nel corso di un incontro di Bertolucci
con dei giornalisti gli fu posto il quesito .
"....se non ritenga che comportarsi così sul set con i
propri attori sarebbe oggi unanimemente condannato
moralmente e considerato inaccettabile, il regista ha
risposto ironico di «non appartenere all'oggi».
Per poi ritornare serio: «Sicuramente Maria avrebbe avuto
bisogno di essere protetta dopo, ma io stavo già pensando a
un altro film. Sono cose gravi ma è anche così che si
fanno i film».
Già .. «..è anche così che si fanno i film».
A Donvito pongo questa domanda : se l'attrice ventenne fosse
stata sua figlia , scriverebbe ancora quello che ha scritto
oggi e cioè :
"Grazie Bernardo Bertolucci. Hai contribuito a farmi
crescere,..." .
2 dicembre 2018 16:49 - VDonvito
io giacobino? Che bello deformare....
2 dicembre 2018 11:27 - ennius1
Ah... cara libertà di espressione, quanti delitti in nome
tuo !
É il caso di Ultimo tango a Parigi per il quale l'indefesso
Donvito ci informa del suo estenuante impegno a proiettarene
le immagini, a suo tempo proibite, vantandosene.
Le confessioni fatte dal regista del film successivamente
mostrano a qual livello si può giungere nell'usare persone
alle prime armi o sprovvedute per realizzare i propri
obbiettivi a qualsiasi prezzo, oh... sempre tirando in ballo
l'arte cinematografica.
Se il fatto fosse accaduto di questi tempi, apriti o cielo
con l'ondata innescata con il movimento Me Too !
E chiedere a Donvito di rammaricarsi dell'infortunio
occorsogli, non servirebbe in quanto il suddetto appartiene
al ceppo di radical-giacobini che, sentendosi depositari dei
Lumi della Ragione, non sbaglia mai.
Lasciamo la parola, ovvero confessioni, al regista del film,
cult della libertà di espressione, Ultimo tango a
Parigi.
PARIGI. «Sì, sono stato colpevole per Maria Schneider, ma
non potranno portarmi in tribunale per questo»: è la
confessione shock di Bernardo Bertolucci a Parigi durante la
masterclass sul cinema organizzata alla Cinematheque
francaise. Commentando davanti a una sala gremita i
retroscena di “Ultimo tango a Parigi” (1972), Bertolucci
si sofferma in particolare sulla scandalosa “scena del
burro” tra la Schneider e Marlon Brando, a suo tempo
censurata (in Italia dopo varie traversie giudiziarie il
film finì al rogo), che fu il motivo della rottura tra lui
e la Schneider.
«L’idea di come girare questa scena è venuta a me e a
Marlon Brando mentre stavamo facendo colazione seduti sulla
moquette dell'appartamento parigino e ad un certo punto lui
ha cominciato a spalmare del burro su una baguette: subito
ci siamo dati un'occhiata complice - ha detto il regista -.
Abbiamo deciso di non dire niente a Maria per avere una
reazione più realistica»...
E ha aggiunto: «Volevo avere la sua reazione non di attrice
ma di giovane donna. E lei reagisce: piange, urla, si sente
ferita. E in qualche modo è stata ferita perché non gli
avevo detto che ci sarebbe stata questa scena di sodomia e
questa ferita è stata utile al film. Non credo che avrebbe
reagito allo stesso modo se avesse saputo quello che le
sarebbe successo. Ma capisco che Maria per tutta la vita sia
stata quasi perseguitata da questo lamento e da questa
aggressività soprattutto contro di me».
Alla domanda se non ritenga che comportarsi così sul set
con i propri attori sarebbe oggi unanimemente condannato
moralmente e considerato inaccettabile, il regista ha
risposto ironico di «non appartenere all'oggi».
Per poi ritornare serio: «Sicuramente Maria avrebbe avuto
bisogno di essere protetta dopo, ma io stavo già pensando a
un altro film. Sono cose gravi ma è anche così che si
fanno i film».
Nonostante le sia valsa la celebrità planetaria, Maria
Schneider, ha dichiarato in più occasioni che la famosa
scena di sesso anale non era nella sceneggiatura e potendo
avrebbe voluto non girarla perché l'ha considerata una
manipolazione, una violenza e un'umiliazione.
Seguirono scompensi psicologici e anni di dipendenza da
stupefacenti. Solo alla sua morte prematura, nel 2011, a 58
anni, dopo una lunga malattia, Bertolucci ha ammesso per la
prima volta che avrebbe voluto «chiederle scusa».