Certo, è vero. Il potere liberatorio della moneta(non
quella divisionale) è completo rispetto agli altri sistemi.
Un po' come il sistema finanziario da quando è stato
dematerializzato. Ai tempi pre elettronici ed anche solo
cartacei, i titoli erano pezzi di carta che venivano
detenuti dal proprietario. Anche belli, filigranati, da
mettere in quadro; e ci si beava a guardare i propri
risparmi o quanto( o poco) si possedesse. Adesso tutto è
rappresentato da numeri e codici presso qualche server a
cui, ancora non si sa per quanto, solo chi ne è
autorizzato, oppure un hacker, può accedere. Bella
prospettiva. Se si incaglia o si vuole fare incagliare il
sistema, i miei sudati investimenti evaporano, senza neppure
lottare come si lotta con il ladro che te li vuole rubare,
in carta. In un bit tutto può sparire.
Col danaro materiale, ripetto a quello virtuale è la stesa
cosa. Si dice che non si può tenere in tasca o in casa
tanto denaro per i pericoli di incendio, perdita, furto,
ammuffimento, poi di riciclaggio, mafia, ed altro ancora. Si
vanta, col favorire il danaro elettronico, il principio di
velocità, praticità, tracciabilità a sfavore di un bel
gnocco di portafoglio gonfio che puoi spendere ovunque.
E non si tiene conto anche solo del gusto di pagare e
ricevere con belle carte in contante. Paperone dove si
tufferebbe?
Ma l'affare attorno alla gestione di tutto quanto è
elettronico e non contante è enorme. Dal punto di vista
industriale e commerciale, a quello politico. Fino a quando
il sistema non imploderà.
17 gennaio 2019 21:16 - savpg8801
Certo, è vero. Il potere liberatorio della moneta(non
quella divisionale) è completo rispetto agli altri sistemi.
Un po' come il sistema finanziario da quando è stato
dematerializzato. Ai tempi pre elettronici ed anche solo
cartacei, i titoli erano pezzi di carta che venivano
detenuti dal proprietario. Anche belli, filigranati, da
mettere in quadro; e ci si beava a guardare i propri
risparmi o quanto( o poco) si possedesse. Adesso tutto è
rappresentato da numeri e codici presso qualche server a
cui, ancora non si sa per quanto, solo chi ne è
autorizzato, oppure un hacker, può accedere. Bella
prospettiva. Se si incaglia o si vuole fare incagliare il
sistema, i miei sudati investimenti evaporano, senza neppure
lottare come si lotta con il ladro che te li vuole rubare,
in carta. In un bit tutto può sparire.
Col danaro materiale, ripetto a quello virtuale è la stesa
cosa. Si dice che non si può tenere in tasca o in casa
tanto denaro per i pericoli di incendio, perdita, furto,
ammuffimento, poi di riciclaggio, mafia, ed altro ancora. Si
vanta, col favorire il danaro elettronico, il principio di
velocità, praticità, tracciabilità a sfavore di un bel
gnocco di portafoglio gonfio che puoi spendere ovunque.
E non si tiene conto anche solo del gusto di pagare e
ricevere con belle carte in contante. Paperone dove si
tufferebbe?
Ma l'affare attorno alla gestione di tutto quanto è
elettronico e non contante e enorme. Dal punto di vista
industriale e commerciale, a quello politico. Fino a quando
il sistema non imploderà.
17 gennaio 2019 12:17 - mauropon
Ma anche le banconote da 200 euro non si trovano
praticamente più in giro: ormai si fa quasi tutto con le
banconote da 50 euro. A mio parere la sparizione dei tagli
di 200 e 500 euro è stato un errore (Sarebbe come se una
persone si vendesse la casa o non l'acquistasse per paura
che possano entrare dei ladri: i governi devono emettere le
banconote ed essere capaci di trovare e perseguire i falsari
e chi ne fa un uso illegale) perchè costringe molte perone
a "girare" con pacchi di banconote di taglio minore: per
pagare un importo di 3.000 euro (pagabile in contanti) ci
vogliono almeno 60 banconote da 50 euro e anche di più per
quelle di minor taglio.
14 gennaio 2019 11:01 - annapaola
Mi fa piacere leggere parole di buon senso da parte di una
istituzione così importante.