Ho letto l'articolo e sono stupito da due fatti: la superficialità dell'analisi e le motivazioni addotte. E' preoccupante che una situazione venga studiata solo per gli effetti prodotti e che le motivazioni prodotte per sanare quegli effetti demografici si basino sull'ingresso degli immigrati quale forza lavoro indispensabile al mantenimento dei servizi.
Sarebbe stata meglio un'analisi marxiana ma mi limito a dire che tutta questa voglia di immigrati significa semplicemente due cose: forza lavoro a basso costo sia per loro che per quanti oggi residenti in questo Paese trovano lavoro. Pochi soldi per tutti ma tutti consumatori di beni e servizi. Non potete permetttervi una prole? Meglio. Lavorerete per altri come merce. In tutto questo manca anche almeno un pezzo: ma visto che qui arrivano solo giovani e, almeno guardando i barconi, prevalentemente maschi, domanda: chi pensa agli anziani, donne rimasti nei paesi d'origine? Studiate, leggete, non credete a tutto quello che vi dicono!

Calo demografico significa automaticamente, nel breve periodo, alloggi più a buon mercato e più posti di lavoro disponibili. Già nel Medio Evo, dopo le ondate di peste in Europa, che portarono non solo ad un calo demografico, ma al dimezzamento della popolazione europea, gli artigiani e i contadini diventarono merce preziosa e ricercata, con conseguente aumento del loro benessere. Questa urgenza di compensare il calo demografico introducendo degli individui che non hanno niente in comune con i vecchi residenti, io non la vedo proprio. Mi sento piuttosto di dare ragione a chi sostiene che si tratta di una manovra del capitale per reintrodurre un nuovo schiavismo (forza lavoro disposta a fare quasi tutto per quasi niente) nelle nazioni europee, a partire da quelle geograficamente più esposte e con le maggiori difficoltà a proteggere i loro confini (Cercate un clandestino in Svizzera o nel principato di Monaco!)

Giusto.
Bisogna trasferire l'Africa in Italia.
Perlomeno, qualche milione per aiutare le cooperative.
Urgente.