tanto per rincarare la dose: vi siete stufati di Keynes vs
Hayek?
https://www.youtube.com/watch?v=d0nERTFo-Sk
a parte che poi sarebbe arrivato Minsky, a ribadire
l'inerente instabilita', con un focus sulla finanza,
anziche' sull'economia...
e pare che si sia stufata anche la BCC:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLl8AORG-tSR3Z3y5Vey65
sjdu_zZnQqab
come mai Marx per ultimo, nella playlist, quasi "a redimere
la disputa", forse perche' la redime "and that's all,
folks"?
aggravante (che ogni mondo e' paese):
https://www.youtube.com/watch?v=BF0bGaQCn04
analogia (vale anche per l'innovazione):
https://www.youtube.com/watch?v=-70ST4hVdYg
"I reached for the secret to soon,
now I laugh at you fools"
29 maggio 2019 8:10 - corrado8732
ma che davvero?
l'origine profonda, in quanto endogena, e quindi a
prescindere da eventuali fattori "folkloristici", quali
speculazioni finanziarie et similia, e' sempre e solo quella
della "caduta tendenziale del saggio di profitto", che non
e' solo di Marx, ma anche di Smith ed altri.
https://www.youtube.com/watch?v=qOP2V_np2c0
(se volete vi metto i sottotitoli)
Oggi, con le BC che hanno sia l'inflazione (quanto si
svalutano i loro debiti, che noi chiamiamo denaro) che i
tassi (quanto guadagnano prestandoci i loro debiti)
praticamente a zero, siamo nella condizione per cui la
caduta tendenziale del tasso di profitto e' arrivato ad
attaccare le BC... japan docet: sono quasi 20 anni ormai
dalla loro crisi, e 10 dal 2008
PS: con la fiat money, o si crea ogni anno almeno una
quantita' di "nuovo debito", pari all'ammontare degli
interessi da pagare in quell'anno per i "vecchi debiti",
oppure "non ci sono i soldi" per pagare quegli
interessi...
Insomma, fate un po' voi:
https://www.coursera.org/learn/money-banking
(questo non ve lo posso sottotitolare)
29 maggio 2019 5:59 - tadiottof
Cosi' come la stoppa che esce dalla bocca
dell'azzeccagarbugli viene interrotta da Renzo, anche le
argomentazioni sulle cause dei cicli economici sono
interrotte dalla spiegazione marxista. Non vale l'economia
di mercato ma il mercato pianificato.
23 maggio 2019 15:19 - Alessandro Pedone
@AleSeb Al momento direi che non hanno avuto successo nello
stimolare l'inflazione.
Certamente un'inflazione anche appena sopra il 2% che
sarebbe il target della BCE potrebbe essere auspicabile.
@virginio6713 Francamente non ho compreso il suo commento.
L'obiettivo dichiarato delle banche centrali non è quello
di controllare il debito, ma di controllare il livello dei
prezzi (in europa) ed anche l'occupazione e lo sviluppo
economico (in USA). La moneta ed il credito sono lo
strumento attraverso il quale cercano di ottenere i loro
obiettivi. Che poi ci riescano è molto discutibile... In
ogni caso non si pongono mai l'obiettivo di controllare il
livello dell'indebitamento, almeno non direttamente.
23 maggio 2019 12:20 - federico6198
La CRISI FINANZIARIA che verrà, come sarà? :
Lasciamo da parte l’elemento “Trump tweet” che sta
diventando estremamente destabilizzante. E non consideriamo
la guerra di nervi tra Cina ed USA, una guerra che spesso
sembra pilotata ad arte per tastare i nervi
dell’avversario e portarlo ad avere delle reazioni di un
certo tipo. Senza dimenticare che, come ampiamente
dimostrato, una guerra commerciale non conviene a
nessuno.
Detto questo, è altrettanto innegabile però che siamo a
fine ciclo e che quindi una sorta di rallentamento è più
che plausibile.
Allo stesso tempo, però, le banche centrali ci hanno
insegnato che, ormai, il loro “mood” è estremamente
proattivo e che le stesse metteranno a disposizione tutte le
armi non convenzionali per sostenere l’economia.
Motivo per cui diventa sempre difficile e soprattutto
controproducente fare delle scommesse “contrarian”.
Però la storia insegna anche un’altra cosa: che la crisi
finanziaria, quando arriva, non te lo manda a dire e spesso
la stessa viene raccontata “a posteriori”.
Quindi diventa interessante provare a capire COME sarà la
prossima crisi finanziaria.
Ma preferisco non espormi in prima persona, anche per
evitare figure barbine. Meglio lasciare la patata bollente
ad un grandissimo personaggio di Harvard, quel Kenneth
Rogoff che oramai è diventato leggendario per il libro
(scritto con C. Reinhart) “This time is different”.
caso Deutsche Bank :
desidero proporre una chiave di lettura al problema dei
cosiddetti “titoli tossici” in pancia al sistema
bancario europeo. Alcuni articoli sulla stampa italiana che
mi è arrivata mi hanno dato lo spunto per cercare di
chiarire in modo del tutto divulgativo le coordinate del
problema. Non nascondo un po’ di sconforto a leggere più
o meno dovunque banalità o inesattezze.
Apprendo che a un convegno, tra i cui relatori vi era anche
qualche accademico, sulla base di uno studio di Banca
d’Italia si è denunciata la bomba a orologeria di 6.8
trillions (6800 milioni) di euro in level 2 and level 3
assets nei bilanci soprattutto di banche tedesche e
francesi. Titoli tossici, si dice, probabilmente esclusi i
derivati. O magari no… ma sono dettagli, trillion più
trillion meno, poco importa ai giornalisti.
Visto dall’estero, questo tipo di messaggio allarmistico
supportato dalla Banca d’Italia può venire letto in un
solo modo: le banche italiane sono state messe sotto enorme
pressione dalla Bce per i non performing loans (NPLs,
crediti deteriorati), ma i francesi e i tedeschi stanno
peggio e non ricevono le critiche che invece meritano. Un
chiaro attacco politico alle scandalose incongruenze e
disparità di trattamento che Bruxelles e Francoforte hanno
tenuto nei confronti delle banche europee, con grande
svantaggio per le italiane. Ma mi chiedo: a chi giova
sollevare polvere sulla base di dati probabilmente
insignificanti (per usare un eufemismo) e con argomenti
finanziari e nessi causa-effetto abbastanza ridicoli?
Mi piacerebbe avere il tempo e soprattutto la competenza
specifica per mettere un po’ di ordine nella confusione
sul tema in questione. Mancandomi ambedue i requisiti, mi
limito al buon senso e farei notare quanto segue:
1) i “titoli tossici” non esistono. Se li sono inventati
i giornalisti economici che non hanno mai letto un bilancio
bancario. Esistono assets ad alto rischio oppure fortemente
deteriorati o semplicemente classificati male.
2) esistono in percentuale significativa assets bancari che
non sono né tossici, né performanti, ma sono valutati a
bilancio in modo od ottimistico oppure attraverso una
deliberata falsificazione del loro valore teorico di
mercato.
3) la liquidità di un asset è importante, ma ancora più
importante è la sua corretta valutazione. Il mercato
giudicherà poi il “liquidity risk”, ma questo, a sua
volta, è un altro tema. Essendo il patrimonio netto di una
banca universale solo il 3-8% del totale dell’attivo, una
scorretta valutazione di una grossa fetta del bilancio
avrebbe conseguenze nefaste.
4) si fa spesso una grande confusione tra titoli tossici
(che normalmente non sono titoli, ma attivo di altro genere)
e derivati. Non tocchiamo il tema derivati oggi, ma
disinformazione e incompetenza dettano legge anche su
questo. Anche sulle prestigiose pagine rosa.
5) il menzionato convegno riportato da Il Sole 24 Ore sferra
implicitamente un attacco alle varie Deutsche Bank,
Commerzbank, Bnp, Credit Agricole e altri nomi
franco-tedeschi: 6.8 trillions di titoli tossici sarebbero
addirittura superiori al totale dell’attivo dei
sopracitati colossi bancari!
6) perché questi “titoli” sarebbero una bomba a
orologeria? Se i valori sono falsi potrebbero rimanere tali
per anni senza esplodere. In Italia si ricorderà la Banca
di Roma, che ha vissuto serenamente per decenni con capitale
proprio probabilmente negativo (!) a causa dell’attivo di
bilancio in parte falsificato.
Ne vedremo delle belle, come il possibile merger Deutsche
Bank-Commerzbank (chissà che gioiello può nascere dalla
fusione di due banche tecnicamente fallite…), ma
soprattutto vedremo che ciò che fa fallire una banca è la
crisi di liquidità, generata in primo luogo dal crollo dei
depositi e dalla chiusura delle linee di credito del sistema
bancario globale nei suoi confronti.
Mario Draghi conosce bene il problema e con un nuovo Tltro
nel 2019, allontanerà di un paio d’anni una crisi
sistemica di liquidità.
Vista la distruzione di valore nell’ordine delle centinaia
di miliardi di euro su scala Ue causata da perdite su
crediti/investimenti e dalla scarsa credibilità dei bilanci
bancari (Deutsche Bank da sola valeva 100 miliardi, ora 15 a
fronte di un patrimonio netto a bilancio di 68), sarebbe da
auspicare una maggiore attenzione da parte del regulator o
del governo in questione. Personalmente, vedo ragioni per
essere preoccupati. La Germania perderebbe grande
credibilità in un salvataggio diretto di DB (come fatto con
vari istituti nel 2009) e quindi spererà fino in fondo in
una soluzione di mercato come il merger con Commerzbank. È
intuibile che il mercato da solo non basta per celebrare
spontaneamente il matrimonio tra due zombies.
Ci stiamo avvicinando a un livello di tensione elevato su
Deutsche Bank, non sottovalutiamo il problema. DB è un nodo
importante del sistema bancario globale e potrebbe avverarsi
lo scenario peggiore: non tanto panico e fuga dei
correntisti, ma delle banche che operano quotidianamente con
DB. Tutti sanno che non è la “piccola” Lehman, triste
simbolo della crisi 2008: le banche europee non
riuscirebbero a proteggersi da una deflagrazione del genere.
Per questo, super-Mario aggiungerà una pagina alla sua
agiografia (prossimo Tltro), ma questa volta non perderà
occasione, in molti si augurano, di far notare quale
disastrosa bomba i tedeschi hanno permesso che venisse
costruita a casa loro, con le colpevoli incompetenza e
superficialità congiunte del regulator (Bafin e Bundesbank)
e del governo stesso.
Gli italiani godrebbero forse un po’ di fronte al disastro
bancario tedesco, ma a caro prezzo per l’economia europea
e quindi per loro stessi.
Ci sarà da divertirsi !!!
23 maggio 2019 9:51 - virginio6713
UNA COSA NON MI TORNA RIGUARDO IL COMPORTAMENTO DELLE BANCHE
CENTRALI X CONTROLLARE IL DEBITO.
IN REALTà OFFRENDO ALLE BANCHE DENARO A COSTO ZERO
FAVORIREBBERO LE SPESE E QUINDI IL DEBITO, MA CIò NON
AVVIENE.
MI SEMBRA CHE IL CONTROLLO DEL DEBITO NON C'è O è
CASUALE
GRAZIE
23 maggio 2019 8:26 - AleSeb
Innanzitutto grazie per l'articolo come sempre molto
interessante. Mi sembra che le banche centrali, in
particolare la BCE, puntino a alleviare il problema del
debito stimolando l'inflazione. Ce la faranno ? Purtroppo
demografia in calo, prezzi calmierati dalla globalizzazione,
ecc. remano contro. La "sindrome giapponese" contagia le
economie sviluppate. Se questa sarà la normalità futura,
cosa dovremmo temere noi investitori?