@Alessandro Pedone
Grazie mille per la risposta, mi immaginavo che non fosse
facile affrontare la questione qui nei commenti e sarò
interessato a leggere in futuro articoli più specifici.
Cordiali saluti
@neru
Se l'operato di Ray Dalio è quello veramente descritto
nell'articolo del WSJ, mi porrei molti dubbi su quanto il
sistema di gestione messo in piedi dentro Bridgewater sia
legale...
3 luglio 2019 17:39 - neru
Gentile Pedone, naturalmente rispetto il tuo punto di vista
(scusa il "tu" ma tra colleghi penso ci possa stare, ma se
non gradito nessun pronlema a dare del "lei", ci
mancherebbe)e non m'interessa aprire polemiche.
Definire però il pezzo di Barbard (a parte i suoi "problemi
gravi" come fosse un minus della sua
intelligenza)"un'accozzaglia di incomprensioni e pregiudizi"
mi sembra un tantino precipitoso.
Non foss'altro perchè la sostanza della sua critica,
certamente molto dura e viscerale, coincide con quanto
riportato nell'articolo di due giornalisti del WSJ, Rob
Copeland e Bradley Hope,i quali,si spera com problemi meno
gravi di Barnard, tra l'altro scrivono
"L’obiettivo è sviluppare una tecnologia in grado
di automatizzare gran parte dell’amministrazione
dell’azienda. Per Dalio rappresenterebbe il punto
d’arrivo del lavoro di una vita per fare di Bridgewater un
altare all’apertura radicale, e un
luogo in grado di sopravvivere senza di lui.
La maggior parte dei meeting sono registrati, i
dipendenti sono tenuti adanalizzarsi
criticamente l’un l’altro continuamente, sono
soggetti a frequenti indagini sulle proprie debolezze, e le
prestazioni personali sono valutate sulla base di una serie
di dati, il tut-
to sotto lo sguardo di Dalio. La nuova tecnologia di
Bridgewater racchiuderebbe il suo approccio
di gestione poco ortodosso in un sistema informatico, che
potrebbe dispensare indicazioni
in stile Gps su come i membri dello staff dovrebbero
trascorrere ogni momento della giornata, fino a suggerire se
un dipendente deb-
ba o meno fare una determinata telefonata. Il sistema rimane
in fase di sviluppo, e i dettagli esatti delle operazioni
sono ancora in via di definizione interna. Un dipendente
vicino al progetto l’ha descritto come «il tentativo
di
condensare il cervello di Ray in un computer"
ed oltre
"Bridgewater riferisce che circa un quinto dei
nuovi assunti lascia entro il primo anno. La pressione è
tale che i reduci a volte vanno a piangere in bagno, hanno
raccontato cinque
membri dello staff attuali ed ex."
e ancora
" Inoltre, Dalio crede che gli esseri umani funzionino come
macchine, concetto che compare 84 volte nei principi. Il
problema, ha spesso dichiarato, è che la gente è
ostacolata nel raggiungimento della migliore prestazione
da in-
terferenze emotive, ma è possibile ovviare a ciò
attraverso la pratica sistematica. Questo vale anche per la
gestione. I manager di successo «progettano una macchina
costituita dalle persone giuste che fanno le cose giuste
per otte-
nere ciò che vogliono», ha scritto nei principi."
Ciò premesso si può legittimamente ritenere Dalio come
fonte d'ispirazione e insegnamemto, ma se i principi sopra
citati non sono pura opera di fantasia, o ancor peggio di
complottismo, personalmente qualche riflessione me la
porrei.
Cordialmente.
3 luglio 2019 10:20 - Alessandro Pedone
@Neru
Il pezzo di Paolo Barnard che ha citato francamente non è
neppure commentabile.
Paolo Barnard è un personaggio che mi mette tanta, tanta
tristezza. Credo che con un può di buonsenso si riesca a
capire che le sue intenzioni sono buone, ma al contempo ha
dei problemi piuttosto gravi.
Sicuramente è stato un esempio di come dovrebbe essere il
giornalismo d'inchiesta, purtroppo, però, ha una visione
del mondo che lo limita enormemente.
Il suo pezzo è un'accozzaglia di incomprensioni e
pregiudizi.
Da per scontato che siccome Dalio gestisce Hedge Fund
quindi, per definizione, fa parte dei "cattivi" del mondo.
La classica visione di chi crede in un complotto mondiale.
Le cose sono assai più complesse.
Non m'interessa assolutamente attaccare Barnard, ma
francamente - con tutto il rispetto per il caso umano, non
riesco proprio a prendere seriamente ciò che scrive.
30 giugno 2019 15:22 - savpg8801
Un amico medico mi diceva sempre.....Non do mai pareri
perchè la medicina NON è una scienza esatta.
Allo stesso, che mi chiedeva pareri sulla finanza e sul modo
di investire, dicevo....non do pareri perchè, anche qui,
non c'è nulla di certo, di sicuro, di esatto.
Le più grandi teorie, i pareri degli operatori, le
propagandate certezze sostenute in tutto il mondo circa le
decisioni politiche in campo finanziario sono un continuo
fallimento e una delusione galoppante.
Quello che era buono ieri non va più bene oggi e domani
sarà ancora diverso.
Questo sembra che ancora non lo sappiano i continui
rivangatori delle teorie dei passati prossimi e remoti.
La finanza oggi (vista nelle sue disparate forme) è
talmente soggetta ai moderni liberismi e ai sistemi di
formazione valori dei mercati, che nessun ritorno è
ipotizzabile data anche la velocità millisecondale
dell'operatività.
Chi si è oggi convinto di "storiche" modificazioni
economiche-strutturali scaturite dall'esposizione di aver
trovato l'ennesimo "uovo filosofale" dopodomani ne resterà
deluso.
Il principale motivo di queste considerazioni, a prescindere
dalla inaffidabilità dei mercati, è dovuto a concetti di
base che giudicano la speculazione come un solo termine
linguistico-etimologico-letterario, cioè "guardare,
osservare.
Non è così.
Le politiche sui tassi, sull'inflazione, sui sistemi
monetari viaggiano sull'onda della SPECULAZIONE, quella
cattiva che agisce senza solo guardare.
29 giugno 2019 15:00 - mirko6201
Grazie per l interessante articolo e l apprezzabile onestà
intellettuale nell ammettere di rimanere spiazzato e
folgorato, non è da tutti.
Ovviamente l articolo necessità di essere completato con
ulteriori ragionamenti sull operatività di noi Soci...
Cerchiamo di creare un portafoglio con obbiettivo un 4%
annuo . Grazie
Mirko G.
28 giugno 2019 16:44 - Filanto_051
Semplificando, penso che le 'manipolazioni [acquisti di
bond/Q.E.] del mercato' da parte BCE e FED potrebbero
intendersi come un modo per 'salvare la baracca [o la nave
che affonda, fate un po'voi...]; ovvio che, fintanto le
prospettive economiche non cambiano [in positivo e voltando
la frittata dei tassi ] continueranno a farlo; la cosa che
preoccupa è che questo 'comportamento' non penso
contribuisca alla diminuzione del rischio di una prossima [e
molto sgradevole] bolla finanziaria;
27 giugno 2019 17:42 - neru
Caro Alesandro il fatto è che gli "alleggerimenti
quantitativi" in valanghe di milioni di euro fin qui erogati
e che continueranno ad essere erogati con un semplice clic
sul computer della Bce (rendiamo grazie a Dio, pardon
Draghi)non sono andati ne andranno, se non in mimimissima e
ininfluente parte, alla'economia reale, ma ad alimentare una
speculazione finanziaria che appare senza fine.
Il problema è che le economie reali peggioreranno a tal
punto che la prossima crisi non sarà tanto finanziaria, ma
drammaticamente sociale con livelli di povertà e indigenza
di dimensioni tali mai viste prima. E allora non ci saranno
più ne banche centrali ne draghi che potranno porvi rimedio
se non rimettendo la democrazia nelle mani dei popoli. A
meno che...la profezia di Barnard sulla Dalio/Machine
s'avveri e allora al peggio non ci sarà più alcun limite.
27 giugno 2019 17:04 - neru
"...Ray Dalio – che considero, fra gli operatori
finanziari in attività, la mia più grande fonte
d’ispirazione e d’insegnamento.."
Ne sei certo, Alessandro? E se fosse un nuovo caso di un
cibernetico dr. Jekyll e Mr Hyde ?
@vladgavr
Grazie per i complimenti.
La risposta al suo commento sarebbe molto articolata.
Mi rendo conto che non è facile essere comprensibili anche
con un articolo intero, figuriamoci con un paragrafo un po'
buttato lì alla fine di un articolo.
L'ho scritto più che altro per far capire che anche in
condizioni di estrema incertezza come queste possono esserci
approcci operativi specifici.
Non posso scrivere di concordare pienamente con le sue
affermazioni, ma non possono neppure dire di essere
completamente in disaccordo perché il senso di fondo di
ciò che scrive è condivisibile, ma sarebbe anche
necessario fare una serie di specifiche che qui sarebbe
troppo lungo fare.
Spero di avere la possibilità in futuro di fare articoli
più specifici su questo approccio "per tutte le stagioni"
alla costruzione del portafoglio.
Cordiali saluti
27 giugno 2019 15:12 - virginio6713
articolo interessante m non ho capito le conclusioni
27 giugno 2019 10:10 - marco5904
segnalo che il primo link in fondo all'articolo è errato
26 giugno 2019 11:37 - vladgavr
Grazie mille per l'articolo e la prospettiva molto
interessante. Vi seguo da tempo e questa riflessione mi
sembra molto adeguata a descrivere il cambiamento in corso e
concordo con la valutazione sugli ultimi 10 anni.
In merito al consiglio conclusivo su come strutturare gli
investimenti, mi sembra che si possa sintetizzare nel
suggerimento di diversificare non solo fra asset class
all'interno di un singolo scenario strategico, ma anche
diversificare fra più scenari. Ho alcune domande: tutto
ciò deve rientrare in un'unica strategia/visione olistica?
E se alcuni scenari richiedessero di usare strumenti il cui
comportamento non fosse in linea con gli obiettivi di lungo
termine della propria strategia (per esempio crescita del
capitale nel tempo)? Sarebbe di grande aiuto inoltre parlare
in modo approfondito qui o in un articolo apposito come e
quali strumenti siano adeguati per rispondere ai quattro
scenari. Mi immagino che alcuni asset siano antitetici
rispetto ad altri, per cui fondendo i requisiti dei 4
scenari verrebbe fuori un portafoglio generalista che non
brillerebbe in nessun scenario, ma neanche subirebbe perdite
pesanti.
Grazie mille per l'articolo e l'eventuale risposta.