COMMENTI
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4 luglio 2019 11:51 - vladgavr
@Alessandro Pedone
Grazie mille per la risposta, mi immaginavo che non fosse facile affrontare la questione qui nei commenti e sarò interessato a leggere in futuro articoli più specifici.
Cordiali saluti

@neru
Se l'operato di Ray Dalio è quello veramente descritto nell'articolo del WSJ, mi porrei molti dubbi su quanto il sistema di gestione messo in piedi dentro Bridgewater sia legale...
3 luglio 2019 17:39 - neru
Gentile Pedone, naturalmente rispetto il tuo punto di vista (scusa il "tu" ma tra colleghi penso ci possa stare, ma se non gradito nessun pronlema a dare del "lei", ci mancherebbe)e non m'interessa aprire polemiche.

Definire però il pezzo di Barbard (a parte i suoi "problemi gravi" come fosse un minus della sua intelligenza)"un'accozzaglia di incomprensioni e pregiudizi" mi sembra un tantino precipitoso.

Non foss'altro perchè la sostanza della sua critica, certamente molto dura e viscerale, coincide con quanto riportato nell'articolo di due giornalisti del WSJ, Rob Copeland e Bradley Hope,i quali,si spera com problemi meno gravi di Barnard, tra l'altro scrivono

"L’obiettivo è sviluppare una tecnologia in grado
di automatizzare gran parte dell’amministrazione dell’azienda. Per Dalio rappresenterebbe il punto d’arrivo del lavoro di una vita per fare di Bridgewater un altare all’apertura radicale, e un
luogo in grado di sopravvivere senza di lui.
La maggior parte dei meeting sono registrati, i dipendenti sono tenuti adanalizzarsi
criticamente l’un l’altro continuamente, sono
soggetti a frequenti indagini sulle proprie debolezze, e le prestazioni personali sono valutate sulla base di una serie di dati, il tut-
to sotto lo sguardo di Dalio. La nuova tecnologia di Bridgewater racchiuderebbe il suo approccio
di gestione poco ortodosso in un sistema informatico, che potrebbe dispensare indicazioni
in stile Gps su come i membri dello staff dovrebbero trascorrere ogni momento della giornata, fino a suggerire se un dipendente deb-
ba o meno fare una determinata telefonata. Il sistema rimane in fase di sviluppo, e i dettagli esatti delle operazioni sono ancora in via di definizione interna. Un dipendente vicino al progetto l’ha descritto come «il tentativo di
condensare il cervello di Ray in un computer"

ed oltre

"Bridgewater riferisce che circa un quinto dei
nuovi assunti lascia entro il primo anno. La pressione è tale che i reduci a volte vanno a piangere in bagno, hanno raccontato cinque
membri dello staff attuali ed ex."

e ancora

" Inoltre, Dalio crede che gli esseri umani funzionino come macchine, concetto che compare 84 volte nei principi. Il problema, ha spesso dichiarato, è che la gente è ostacolata nel raggiungimento della migliore prestazione da in-
terferenze emotive, ma è possibile ovviare a ciò attraverso la pratica sistematica. Questo vale anche per la gestione. I manager di successo «progettano una macchina costituita dalle persone giuste che fanno le cose giuste per otte-
nere ciò che vogliono», ha scritto nei principi."

https://static-institutional.credimi.com/assets/downloads/85 9016161482828046_0.pdf

Ciò premesso si può legittimamente ritenere Dalio come fonte d'ispirazione e insegnamemto, ma se i principi sopra citati non sono pura opera di fantasia, o ancor peggio di complottismo, personalmente qualche riflessione me la porrei.

Cordialmente.
3 luglio 2019 10:20 - Alessandro Pedone
@Neru

Il pezzo di Paolo Barnard che ha citato francamente non è neppure commentabile.
Paolo Barnard è un personaggio che mi mette tanta, tanta tristezza. Credo che con un può di buonsenso si riesca a capire che le sue intenzioni sono buone, ma al contempo ha dei problemi piuttosto gravi.
Sicuramente è stato un esempio di come dovrebbe essere il giornalismo d'inchiesta, purtroppo, però, ha una visione del mondo che lo limita enormemente.

Il suo pezzo è un'accozzaglia di incomprensioni e pregiudizi.

Da per scontato che siccome Dalio gestisce Hedge Fund quindi, per definizione, fa parte dei "cattivi" del mondo.
La classica visione di chi crede in un complotto mondiale.
Le cose sono assai più complesse.
Non m'interessa assolutamente attaccare Barnard, ma francamente - con tutto il rispetto per il caso umano, non riesco proprio a prendere seriamente ciò che scrive.
30 giugno 2019 15:22 - savpg8801
Un amico medico mi diceva sempre.....Non do mai pareri perchè la medicina NON è una scienza esatta.
Allo stesso, che mi chiedeva pareri sulla finanza e sul modo di investire, dicevo....non do pareri perchè, anche qui, non c'è nulla di certo, di sicuro, di esatto.
Le più grandi teorie, i pareri degli operatori, le propagandate certezze sostenute in tutto il mondo circa le decisioni politiche in campo finanziario sono un continuo fallimento e una delusione galoppante.
Quello che era buono ieri non va più bene oggi e domani sarà ancora diverso.
Questo sembra che ancora non lo sappiano i continui rivangatori delle teorie dei passati prossimi e remoti.
La finanza oggi (vista nelle sue disparate forme) è talmente soggetta ai moderni liberismi e ai sistemi di formazione valori dei mercati, che nessun ritorno è ipotizzabile data anche la velocità millisecondale dell'operatività.
Chi si è oggi convinto di "storiche" modificazioni economiche-strutturali scaturite dall'esposizione di aver trovato l'ennesimo "uovo filosofale" dopodomani ne resterà deluso.
Il principale motivo di queste considerazioni, a prescindere dalla inaffidabilità dei mercati, è dovuto a concetti di base che giudicano la speculazione come un solo termine linguistico-etimologico-letterario, cioè "guardare, osservare.
Non è così.
Le politiche sui tassi, sull'inflazione, sui sistemi monetari viaggiano sull'onda della SPECULAZIONE, quella cattiva che agisce senza solo guardare.
29 giugno 2019 15:00 - mirko6201
Grazie per l interessante articolo e l apprezzabile onestà intellettuale nell ammettere di rimanere spiazzato e folgorato, non è da tutti.
Ovviamente l articolo necessità di essere completato con ulteriori ragionamenti sull operatività di noi Soci... Cerchiamo di creare un portafoglio con obbiettivo un 4% annuo . Grazie
Mirko G.
28 giugno 2019 16:44 - Filanto_051
Semplificando, penso che le 'manipolazioni [acquisti di bond/Q.E.] del mercato' da parte BCE e FED potrebbero intendersi come un modo per 'salvare la baracca [o la nave che affonda, fate un po'voi...]; ovvio che, fintanto le prospettive economiche non cambiano [in positivo e voltando la frittata dei tassi ] continueranno a farlo; la cosa che preoccupa è che questo 'comportamento' non penso contribuisca alla diminuzione del rischio di una prossima [e molto sgradevole] bolla finanziaria;
27 giugno 2019 17:42 - neru
Caro Alesandro il fatto è che gli "alleggerimenti quantitativi" in valanghe di milioni di euro fin qui erogati e che continueranno ad essere erogati con un semplice clic sul computer della Bce (rendiamo grazie a Dio, pardon Draghi)non sono andati ne andranno, se non in mimimissima e ininfluente parte, alla'economia reale, ma ad alimentare una speculazione finanziaria che appare senza fine.

Il problema è che le economie reali peggioreranno a tal punto che la prossima crisi non sarà tanto finanziaria, ma drammaticamente sociale con livelli di povertà e indigenza di dimensioni tali mai viste prima. E allora non ci saranno più ne banche centrali ne draghi che potranno porvi rimedio se non rimettendo la democrazia nelle mani dei popoli. A meno che...la profezia di Barnard sulla Dalio/Machine s'avveri e allora al peggio non ci sarà più alcun limite.
27 giugno 2019 17:04 - neru
"...Ray Dalio – che considero, fra gli operatori finanziari in attività, la mia più grande fonte d’ispirazione e d’insegnamento.."

Ne sei certo, Alessandro? E se fosse un nuovo caso di un cibernetico dr. Jekyll e Mr Hyde ?

https://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=16 45
27 giugno 2019 16:54 - Alessandro Pedone
@vladgavr
Grazie per i complimenti.
La risposta al suo commento sarebbe molto articolata.
Mi rendo conto che non è facile essere comprensibili anche con un articolo intero, figuriamoci con un paragrafo un po' buttato lì alla fine di un articolo.

L'ho scritto più che altro per far capire che anche in condizioni di estrema incertezza come queste possono esserci approcci operativi specifici.

Non posso scrivere di concordare pienamente con le sue affermazioni, ma non possono neppure dire di essere completamente in disaccordo perché il senso di fondo di ciò che scrive è condivisibile, ma sarebbe anche necessario fare una serie di specifiche che qui sarebbe troppo lungo fare.

Spero di avere la possibilità in futuro di fare articoli più specifici su questo approccio "per tutte le stagioni" alla costruzione del portafoglio.

Cordiali saluti
27 giugno 2019 15:12 - virginio6713
articolo interessante m non ho capito le conclusioni
27 giugno 2019 10:10 - marco5904
segnalo che il primo link in fondo all'articolo è errato
26 giugno 2019 11:37 - vladgavr
Grazie mille per l'articolo e la prospettiva molto interessante. Vi seguo da tempo e questa riflessione mi sembra molto adeguata a descrivere il cambiamento in corso e concordo con la valutazione sugli ultimi 10 anni.

In merito al consiglio conclusivo su come strutturare gli investimenti, mi sembra che si possa sintetizzare nel suggerimento di diversificare non solo fra asset class all'interno di un singolo scenario strategico, ma anche diversificare fra più scenari. Ho alcune domande: tutto ciò deve rientrare in un'unica strategia/visione olistica? E se alcuni scenari richiedessero di usare strumenti il cui comportamento non fosse in linea con gli obiettivi di lungo termine della propria strategia (per esempio crescita del capitale nel tempo)? Sarebbe di grande aiuto inoltre parlare in modo approfondito qui o in un articolo apposito come e quali strumenti siano adeguati per rispondere ai quattro scenari. Mi immagino che alcuni asset siano antitetici rispetto ad altri, per cui fondendo i requisiti dei 4 scenari verrebbe fuori un portafoglio generalista che non brillerebbe in nessun scenario, ma neanche subirebbe perdite pesanti.
Grazie mille per l'articolo e l'eventuale risposta.
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