Il problema delle città è la sovra-popolazione. Non che le
città costiere a rischio affondamento lo siano per il peso
di gente e strutture per contenerle, ma lo è per la
enormità di sviluppo in enorme densità e quindi di
crescità forzata.
Ci sono milioni di zone in tutto il mondonegli entroterra
senza rischi di bagnarsi i piedi ma adatte a contenere i
flussi della, ormai, mania di concentrazione dei flussi di
spostamento delle genti nei grandi centri. La storia lo
insegna; la gente va verso i grandi o medi centri, ma mai o
quasi a formare centri in campagna o comunque in zone
diverse, anche perchè nei centri trovi meglio di che
campare.
Questo fenomeno deve essere arginato e ridotto. Necessita
mandare popolazione non alle periferie( che divengono città
sempre più estese aumentando il problema ) ma creare altri
centri autonomi più lontani senza, peraltro, creare nuovi
problemi facendo venire le persone a lavorare sempre nei
grandi e vecchi agglomerati aggiungendo così mobilità
pendolare in più con i problemi indotti.
Il progetto delle città acquatiche potrebbe essere anche
buono, ma non bisogna farle a guisa di residenzialità o
dormitori per poi aumentare il problema alle "vecchie"
città spostando masse in continuazione per lavoro, turismo,
divertimenti, ecc.ecc. Così si aumenterà solo
l'inquinamento che questi progetti tendono ad eliminare con
l'autosufficienza. Infatti, che ci fanno tutto il giorno
centomila residenti in un'isola galleggiante, magari davanti
a N.Y.?
Inoltre, quelli che ci sono già a N.Y anche se si
trasferissero nell'isola, sarebbero subito sostituiti da
altri aspiranti nuovi e pronti ad addentare la G.M.. Oppure
trasferisci e chiudi residenze, strutture, attività, vita
cosicchè rendi meno appetitoso viverci?