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21 ottobre 2019 14:47 - savpg8801
Ragionando su poche basi, chiediamoci cosa sono la "crescita" e la "decrescita" . Letteralmente facilissimo.
Economicamente difficile.
A che scopo si esalta e si caldeggia, se non si cerca pure di obbligare, che crescere porti benessere ai cittadini o allo Stato? Perchè non si spiega quali reali benefici si conseguano e che questi frutti siano reali, essenziali, non sfizi atti solamente a far maggiormente godere la gente di ogni ordine e ceto talchè non siano da meno di altre realtà più benestanti? Perchè produrre, produrre, consumare, consumare ad oltranza e più che si può fino allo scoppio? Dietro alle politiche c'è una spinta demagogica di esaltazione del benessere, delle libertà, del piacere, dei diritti, del lavoro e delle professionalità sempre più pagate e invitanti e per tutti.
Non da ultimo, lo Stato invita alla crescita perchè, con essa, aumentano le entrate (non è però sempre una realtà) per fare sempre più opere, sempre più strategie espansive, sempre più spese spesso inutili, ecc. e queste entrate vengono dalle imposte e tasse.
La finanza, in questi momenti, è invece il contrario della crescita, ma in retrocessione. Allora perchè non chiedersi a cosa serve la finanza, l'economia finanziaria, l'investimento, il risparmio? Teoricamente, prima che si pensasse (parlo delle grandi masse) alla finanza come una impresa per fare soldi, redditi,, prestigio, credo che la finanza fosse opportunità di risparmio e di piccola impresa. Non fondo imprese o investo i miei capitali o risparmi direttamente in un società che produca marmellate, ma compro obbligazioni o titoli che possano finanziare la ditta che fa marmellate o che produce chiodi. Concorro, comunque, all'imprenditoria indirettamente.
Come il patron che produce marmellate e che lo fa per lucro il più possibile, anch'io, piccolo investitore, che contribuisco alle sue eventuali defaillances finanziarie(se emette bond lo fa per finanziarsi), mi aspetto e pretendo lucro il più possibile. Non lo faccio per bontà o altruismo o beneficienza.
Veniamo allora ai tassi. A parte quelli internazionali, bancari, e finanziari di ogni genere, vi sono anche quelli obbligazionari (ed anche quelli dell'impresa Stato) che sono, in definitiva, prestiti o sorta di mutui che il cittadino eroga. Allora perchè tassi zero o sotto zero, Come invogliare il cittadino-risparmiatore a prestar soldi a società che ne hanno bisogno, senza percepire frutti a causa delle politiche derivate da criteri per favorire le espansioni?
Siamo nel paradosso. Chi ha un capitale, magari racimolato con sacrifici di una vita e si trova a rimetterci prestandolo, si allontana e cerca forme alternative magari peggiori e non ultima quella di consegnarlo a traders senza scrupoli o a fondi che promettono, guarda caso, sempre obiettivi ed orizzonti a lungo termine, aspettando comunque che il cittadino si stanchi e prelevi i capitali pagando anche penali.
I tassi zero o negativi, sono, a mio avviso, la morte della finanza non il salvataggio di settori d'impresa come vuolsi far intendere dalle banche cantrali per favorire i prestiti a poco prezzo(che non è poi vero) ed anche perchè le banche non lo fanno per via di altri obblighi strettamente sfavorenti e sconvenienti.
Inoltre i tassi azzerati non danno alle Istituzioni Creditizie margini di manovra e per questo, per sopravvivere(ma molti esempi lo confermano), sviluppano altre attività che non sono il proprio statutario scopo, cioè il credito e tutte le caratteristiche operatività. Sviluppando "servizi" al posto del "credito" snaturano la loro attività specifica per mancanza di margini da formazione di bilancio e poi falliscono, o chiudono filiali, o licenziano personale.
20 ottobre 2019 18:20 - savpg8801
Lati positivi e negativi della a-crescita o decrescita per arginare un concetto di crescita che ci porterà a tracollo.
alcuni studi:

https://www.ilpost.it/filippozuliani/2012/02/24/sulla-decres cita/

https://www.repubblica.it/economia/2015/05/10/news/latouche_ decrescita_felice-113782708/?refresh_ce

http://tesi.cab.unipd.it/61656/1/BORELLA_GAIA.pdf
18 ottobre 2019 13:04 - savpg8801
Macchè asino, caro gm da legnano!!
L'ultima tua del 3 ottobre è chiaramente una sintesi calzante della situazione economico-politica del nostro tempo e delle nostre realtà liberistiche. Da tempo mi sforzo di scrivere note di questo genere, ma chiaramente non potranno mai far breccia sulle convinzioni politiche-pecoristiche del tempo.
E' bestemmiare se ci si azzarda ad esaltare, come qualche studioso ha fatto, la stasi, la decrescita, il ritorno al sacrificio, a una fattibile austerità, a un ridimensionamento delle pretese, a un voler sempre più soldi per condurre sempre di più una vita divertente, spendacciona, lontana dalle buone regole della sobrietà e dell'accontentarsi favorendo, però e col "surplus" attività NON inutili e pubbliche. L'atteggiamento dei governanti verso l'espansione, la crescita, il benessere, è demagogia atta ad ottenere consensi e potere. Per raggiungere l'obiettivo di, promuovendo l'ipotetica espansione, ottenere più tasse.
Ma la pratica è diversa. Fare attraversare la vecchietta dissenziente nell'incrocio trafficato ad opera del giovane esploratore che deve pur fare la propria buona azione quotidiana (ma assurda) è una barzelletta circolante molti anni fa.
Dare soldi all'impresa perchè assuma personale che non saprebbe che farsene perchè non riesce a produrre per il motivo che non sa a chi vendere il prodotto, è l'assurdità.
Come i paletti di povertà assunti come pretesto per dar soldi in più a qualcuno (sempre ammesso che il presupposto di povertà sia reale) per consentirgli di andare anche esso una volta in più in pizzeria o a cambiare più spesso le scarpe....e far definire chi ha il potere che ha raggiunto un grado notevole di mentalità sociale, il tutto lascia molto a desiderare.
Acquistare e consumare è il mantra inculcato al fine di perseguire questa "benedetta" crescita, e discostarsene è visto come atto criminale e antisociale. Speriamo in qualche migliore idea. Spesso il tirarsi da parte è risolutivo, ma la politica non lo permetterà certo!
3 ottobre 2019 19:10 - gm da legnano
Sono d’accordo con AleSeb solo per quanto relativo all’apertura alla politica keynesiana.
Ma per conto mio “il cavallo non beve” semplicemente perché non ha sete. Motivo ? nel caso mio perché ho 8 paia di scarpe, 20 vestiti, 4 televisori, 1 macchina vecchia ma efficiente, 1 moto, 6 biciclette, 2 case, mangio poco perché obeso e……. potrei continuare … Lo stesso vale per tutti i miei conoscenti che non sapendo più come usare i lori soldi si accalcano nei “pochi” ristoranti facendo la coda per mangiare e nei posti di villeggiatura che però sono già esauriti per i prossimi 6 mesi .
Sono fortunato ? Certo ! Ma lo stesso vale per quasi tutti gli italiani tranne per quei “ pochi poveri “ ( 800 000? )che ricevono tutto o in parte il reddito di cittadinanza ( magari senza averne diritto, siamo in italia ! )
In questa situazione qualcuno mi può suggerire come e cosa possiamo ancora acquistare e consumare ??
Le balle che raccontano i politicanti (v. problemi strutturali ed altri) non hanno senso, solo valgono per garantire a loro e a noi ulteriori rendite finanziarie improduttive con il tentativo di riaccendere l ‘inflazione, la crescita, i consumi che ormai però non siamo più in grado di consumare !! Chi può ancora consumare ? Solo i poveri veri pochi, e, se presenti aiutati, in qualche modo, ( in Svizzera è dichiarato povero chi ha un reddito inferiore a 3 800 franchi ( 4200 €) al mese ! ed ha diritto agli aiuti perché possa mantenersi la macchina, il telefonino, la pizza, il vestito alla moda, la mutua, l’affitto ecc… )
“Allora siamo bloccati? Temo di si. Non ci rimane che la decrescita, o la stagnazione, spero felice.”
E’ compito dei politici seri ( v. paesi nordici e ,forse, la Cina) cercare di mantenere almeno lo status quo e convivere con questo difficile equilibrio. Già oggi, anche gli stati più evoluti, a fatica riescono a mantenere il PIL nell’intervallo di +1 o -1 !!!
Salvo i trumpisti che all’americana stampano moneta e la distribuiscono con l’elicottero per ottenere un + 3 ! ma a quale prezzo? Mantenendo i poveri nello stato di cinico sfruttamento. I ricchi ed i loro eletti riescono a soddisfare le loro voglie ma tutti loro mangiano/consumano sempre meno a fronte di tanti schiavizzati che hanno una fame boia ma senza possibilità di soddisfarla
Così, come in america, siamo destinati a ricchi sempre più ricchi ma sempre più pochi e poveri sempre più poveri ma sempre più numerosi ? Ma non si può continuare così, prima o poi si raggiungerà il punto di rottura e cosa capiterà? Riforme per cambiare tendenza non se ne vedono !! . Qualcuno ha una vista migliore della mia?
3 ottobre 2019 17:16 - neru
"Se, come è possibile, le banche centrali inizieranno a mettere i soldi direttamente in tasca ai cittadini ed imprese.."

Già! Basterebbe riflettere sulle ultime esternazioni quel sicario di Draghi il quale nel discorso di congedo, facendo finta di scoprire l'acqua calda, avrebbe suggerito al suo successore, Christine Lagarde, di prendere in considerazione misure alternative come la MMT (Modern Money Theory) ossia, in estrema sintesi, attraverso un aumento del deficit pubblico ben oltre il criminale 3%, d'immettere denaro nell’economia reale recapitandolo ai consumatori e alle imprese anziché al sistema bancario.

Peccato soltanto che la MMT, portata in Italia già oltre un lustro fa da quel vero quanto vituperato giornalista di Paolo Barnard, sia stata costantemente ignorata dai media più influenti, tutti quanti a libro paga del regime neoliberista imperante.

Tragedie come quelle subite dal popolo greco e le sofferenze inflitte a milioni di famiglie in tanta parte dell'europa per imporre politiche d'austerità criminali, su sarebbero potute,e ancora di potrebbero, evitere.
3 ottobre 2019 13:26 - AleSeb
Rispondo a GM da Legnano: è proprio ciò che sta facendo la BCE una politica "Keynesiana". Tassi a zero = non rendite finanziarie = denaro a famiglie e ad imprese. Ma in gergo economico si dice che "il cavallo non beve", cioè l'economia non riparte (in Europa e Giappone). Il motivo? I problemi strutturali che nessuno vuol risolvere perchè occorrerebbero riforme non gradite ai politici e ai cittadini che li votano. Allora siamo bloccati? Temo di si. Non ci rimane che la decrescita, o la stagnazione, spero felice.
3 ottobre 2019 10:52 - gm da legnano
Dall’analisi fatta sembrerebbe che tutto sto casino possa essere ascritto alla briglia sciolta concessa al liberismo, io ne sarei d’accordo.
Ma se si tornasse alle “vecchie “ e semplici regole keynesiane ove si privilegia il finanziamento pubblico del lavoro produttivo all’investimento in sterili attività finanziarie utili solo al se stesse , non si attiverebbe un sistema che potrebbe risolvere molti dei nostri problemi attuali e previsti per il futuro?
Al momento sono convinto che saranno costretti a spostare ricchezza, improduttiva, dal privato al pubblico perché questi la riposizioni su attività produttive, utili e necessarie alla povera società umana e ora anche a questa povera Terra.
Ringrazio se qualcuno potesse chiarirmi se sono un asino, un utopista o un visionario che sbaglia tutto.
3 ottobre 2019 8:12 - AleSeb
Sempre interessanti le analisi di Pedone.
Concordo sulla descrizione della situazione, un pò meno sulle cause e conseguenze.
In particolare i tassi negativi presenti in una relativamente piccola parte del mondo (Europa e Giappone) non derivano da un eccesso di liberalismo, ma da una crescita bassa in tali zone dove la demografia rallenta la crescita, mentre l'export e l'aumento della produttività sono il motore che spinge e spingerà l'economia. I tassi bassissimi hanno lo scopo di spingere i capitali (anche i nostri risparmi) verso l'economia reale.La BCE avverte che questo aiuta ma non basta: occorrono riforme strutturali (conosciamo tutti bene le inefficienze Italiane) per aumentare la produttività e il benessere dei cittadini. Per quanto riguarda le difficoltà di investimento causata dai tassi negativi, le obbligazioni rimangono ancora un asset interessante sia perchè pur con rendimento negativo danno stabilità a un portafoglio diversificato sull'azionario ecc., sia perchè esiste una larga parte di mondo (tutto il resto: USA, Cina, ecc.) dove esistono emissioni obbligazionarie a tassi positivi.
2 ottobre 2019 12:39 - corsar
se lasci i soldi su un conto corrente, anche infruttifero, ti vengono tassati dallo Stato...

se li togli stanno cercando il modo di non farteli spendere...

conviene spendere tutto, essere nullatenenti e vivere di sovvenzioni?

oppure emigrare?
2 ottobre 2019 6:40 - luigi1954
quindi la conclusione è che, chi non ha attitudine al rischio è meglio che lasci i soldi su un conto corrente infruttifero?
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