La persona che ha scritto questo articolo non si rende conto
che Libra, come tutte le cryptovalute, non seguirà le
attuali regole della finanza, ma ne creerà di nuove, col
tempo.
Ultimamente sento troppe persone chiamare in causa gli
schemi di Ponzi per etichettare qualsiasi cosa sia correlata
alle cryptovalute.
Il problema è che queste persone non sono in grado di
operare uno shift nel loro modo di pensare, e sono destinati
ad arrivare a capire in ritardo le vere potenzialità della
blockchain, quando l'adozione di massa sarà l'unica
strategia intelligente possibile.
Parlando di libra nello specifico, il giornalista,
probabilmente in mala fede, non vuole riconoscere almeno un
paio di concetti: 1) Libra non apparterrà a Zuck né a
chiunque altro, ovvero non esisterà una singola entità che
sarà in grado di imporre il proprio dominio; 2) le
modalità di trarre profitto dall'emissione di cryptomonete
sono tutt'altre rispetto a quello a cui siamo abituati con
il sistema di monete fiat pluricentenario e le banche che lo
gestiscono: Zuck non ha bisogno di diventare un banchiere (e
non ne ha alcuna intenzione), perché potrà trarre tutto il
beneficio collaterale derivante dalla circolazione e
dall'adozione di Libra, attraverso pubblicità (che comunque
rappresenta già il principale dei suoi income) e qualsiasi
altro servizio, utile (o superfluo!) ai consumatori, che
riuscirà ad inventarsi.
Il giornalista conclude che bisognerebbe vietare Libra.
Libra ha il fondamentale ruolo di costringere i legislatori
a prendere una posizione sulle cryptovalute, e creare un
framework all'interno del quale esse si possano sviluppare
in maniera legale e regolamentata, PER IL BENE DELL'ESSERE
UMANO.
Vietare Libra adesso significa solo mettere la testa sotto
la sabbia, chiudere gli occhi a una delle tante possibilità
concesse dalla tecnologia blockchain, significa ritardare
soltanto di pochi anni l'inevitabile, perché se oggi non è
libra, domani sarà qualche altro progetto analogo.
Una storia già vista fin troppe volte, di cui mi sono
scocciato, quella di coloro che sono restii al cambiamento
(inevitabile) e preferiscono dare la propria libertà, un
bene fondamentale, in cambio della sicurezza, un bene
fittizio, associata al non-cambiamento.