Dopo decenni di guerra fredda, ma anche calda in certi
sensi, dopo la forzata "normalità" che il muro evocava in
tutto il mondo, ma principalmente e ovviamente in Europa,
in maggio del 1990 feci un viaggio personale in auto e con
una tendina canadese per arrivare, dopo Monaco e
Norimberga(famosa la tetra spianata delle adunate, ma anche
bella la stessa città) anche a Berlino (nei miei viaggi
degli anni '60 giunsi al Baltico e tornai da Paesi Bassi e
Francia, per girovagare a Strasburgo, e di nuovo in
Germania, Svizzera, poi Francia ancora e finalmente
Italia.
Gli stress frontiere erano ben avvertiti. Non parlo tanto
del danaro e dei cambi frequenti, ma quanto dei controlli,
degli smontaggi, delle attese di mezze o ore sotto sguardi
sospettosi di guardie e personale delle frontiere. In
Austria chiedevano pure se avessi banane!!
Ma a Berlino andando su è giù per zone di "muro" non solo
Brandeburgo o parte Est Unter den Linden o AlexanderPlatz ma
anche zone adiacenti notavo un mondo ancora diverso a
confronto della parte ovest. File interminabili di gente ai
negozi o a qualche banca, proprio decine e decine di persone
per la strada con ogni tempo. Negozi con qualcosa ma
impensabile per noi "occidentali". Palazzoni di sei-dieci e
più piani, tutti uguali; solo Trabant di cartone e parvenza
che nulla fosse accaduto con la caduta del muro. Certamente
adesso qualcosa sarà pure cambiato ma per una
riunificazione completa ci vorranno ancora decenni.
Nella zona gi Gatow, adiacente a un camping (dove ti
facevano pagare all'arrivo e ci sono stato 5 giorni), c'era
un altro muro vicino a un lago. Una spianata senza neanche
un sasso da attraversare varcando una semplice breccia di un
metro per trovarsi in mezzo a duecento metri di larghezza e
vuoto a perdita d'occhio da entrambe le parti longitudinali.
Il tutto condito solo da torrette di guardia abbandonate e
fili spinati ancora sul posto. Credo che carri blindati
forse corressero su e giù, ma era forse zona di nessuno.
Una impressione incredibile ed allucinante. Non so se
qualcuno di corsa potesse fare i duecento in tempo per
evitare le raffiche di mitraglia ammesso che avesse avuto
l'opportunità di entrarvi.
Dopo queste sensazioni ed altre, mi recai più oltre fino a
Dresda e Bastei. Ancora buona parte di distruzioni, chiese o
disfatte o visitabili come musei, però la Città era bella
anche se capitai in mezzo a uno sciopero(non so di cosa
possibile a Est) pattugliato con armi spianate da centinaia
di Poliziotti ed altro. Una cosa che mi colpì era la
presenza massiccia (suppongo immigrati) di orientali tipo
Vietnamiti, Birmani, indonesiani o altro. Ma niente di altro
tipo Africani o arabi. La coda che si doveva fare per
ottenere un minuto di telefonata al Servizio Telefoni era di
ore. I cellulari sarebbero arrivati molto dopo.
Qualche pezzo di muro, anche con scritte, me lo sono portato
a casa. Ma le bancarelle in certe zone le più calde del
dopo caduta, vendevano pezzi di muro oltre a roba russa,
vestiario, cappelli sovietici e tantissimi cimeli, medaglie
insegne.... Una camicia della Stasi 7 marchi(ce l'ho ancora)
un colbacco con tanto di stella, 30 marchi; volevano pure
essere pagati per una fotografia con la 35 mm.personale! E
il marco allora costava settecentotrenta lire circa se ben
ricordo.
Ritornando all'Ovest, tutta una musica diversa.
Un pezzo di storia questo muro ma anche tutto il confine che
divideva la Germania, visto anche se in parte (però ce n'è
ancora in piedi dopo trent'anni) demolito, ma con le macerie
in evidenza, mi fece capire quanto dramma fu vissuto da
quelle parti. Non credo, peraltro, avvertito pienamente dal
resto dell'Europa.