L'Europa intera pesa sulle emissioni e sull'influenza
climatica della Terra circa per il 10%. Relativamente a
quanto progettato ed in piccola parte attivato, dai vari
Stati, tutta la serie di provvedimenti che a tavolino
dovrebbero ridurre il fenomeno, si attesta all'1%, cioè un
decimo della responsabilità ipotizzata del dianzi detto
10%.
Importanti report di scienziati, alcuni politici (per cui
non si ritiene di dare troppo affidamento), di responsabili
di Enti dedicati, di imprenditori economici, di portavoce
dell'U.E. e di altri continenti, hanno dichiarato che le
contromisure in campo non porteranno benefici apprezzabili;
non solo perchè il restante 90% in cui si annoverano le
Nazioni più inquinanti e riscaldanti del Pianeta (Cina,
India, America ecc.) se ne guardano bene dall'uccidere le
loro economie adottando provvedimenti quasi impossibili, ma
anche perchè, ammesso che nei prossimi decenni(o meno)
qualcosa di veramente drastico e non utopico si faccia, si
riporti in Europa la produzione di quanto (se non di
nicchia) concerne megasistemi di apparati a energia pulita.
Ora si importa quasi tutto, dall'energia fotovoltaica, a
quella solare ed eolica, marina ecc.
Poco si fa in Europa e questo poco non serve, salvo che a
tacitare l'opinione pubblica. Qualcosa si fa....ma visto
alla luce delle precedenti esposizioni porta più svantaggi
che benefici. Ad Oslo, per esempio, avevano indotto i
cittadini a comprare auto elettriche, anche perchè
potessero gratuitamente accedere alle città. Da poco, da
interviste, si apprende che anche sulla mobilità elettrica
hanno messo i pedaggi (come se le tasse risolvessero le
emissioni), per ora inferiori ai mezzi a combustione, ma
denotano già un'inversione di tendenza ammettendo che anche
le soluzioni elettriche non sono così positive.
Insomma l'Europa si atteggia a salvatrice del Pianeta, ma è
come mettere un solo bagnino a guardia di cento km di costa.
15 novembre 2019 15:48 - savpg8801
Si dà ormai per certo che l'estrapolazione dei dati
tutt'ora in possesso sarà realtà fra non molti anni.
Tuttavia queste diagnosi di futura prognosi infausta
rimarranno fini a se stesse.
Dunque, chi è che deve porre rimedio? Chi deve curare? Chi
deve fermare questo scempio?
Tutto il mondo a quanto pare perchè il fenomeno è globale.
Riscaldamento, inquinamento, mutazioni, climatologia
perversa, siluppo di nuove malattie, ecc. sono in tutto il
mondo.
Da molti anni si tengono congressi, raduni, cene di lavoro,
viaggi inquinanti, studi, accordi sul fare o meno qualcosa,
ma realmente è tutto fumo e nebbia.
Di vero c'è che i paletti del 2% sono solo ipotesi sulla
carta.
Ogni piccola azione ostentatamente divulgata(e in qualche
caso tentata) dagli organismi responsabili, dai governi,
dagli operatori di ogni tipo, ecc. non ha portato e non
porterà a nulla. Difficile credere, riparafrasando il campo
medico, che ogni tipo di tumore possa semplicemente essere
curato a tutti con un'aspirina da 500 mg al giorno e
ciao.
Piantano alberi qui e qualche po' di ossigeno ammesso che si
parli dei soli 5 mesi in cui la pianta lo produce - ciclo
notte-giorno e caducità delle piante producenti in
prevalenza) va a finire disperso nel mare o vanificato dal
camion che lo pota, o della vacca di cui noi amiamo le
bistecche e il latte.
Il vizio utopistico di sopperire ad azioni drastiche di
stoppare l'economia produttiva consolidata per eliminare
fumi, plastiche, chimica, emissioni ecc., con l'applicazione
di balzelli o incentivi(tra l'altro deleteri o ininfluenti
perchè non propedeutici per le pubbliche finanze) questo
vizio non scompare perchè la dirigenza non si espone con
misure impopolari e non lo riuscirà mai a fare
decisamente.
L'economia della "crescita" ad ogni costo vanificherà in
ogni modo qualsiasi misura perchè la filosofia del sempre
più benessere non potrà mai tornare indietro in regime di
liberismo ed economia di mercato come è adesso.
Inoltre un altro fattore inibente di qualsivoglia misura è
la reale crescita mondiale della popolazione bisognosa di
sempre maggiori produzioni, assistenze, benessere per non
aumentare le povertà e favorire le sopravvivenze in modo
degno. E a seguito di questo le trasmigrazioni dei popoli
che aumenteranno ogni fattore di inquinamento, consumi,
assistenza, ecc(tutto ciò che effettivamente poi danneggia
l'ambiente e in misura più che proporzionale ad un
eventuale risoluzione del problema inquinamento, peraltro
con una "scampa" di decenni!) a cui non si porrà, se non
illusorio, rimedio.
Dicono che poco è meglio di niente, che se non si comincia
mai( ammesso che si cominci e non si faccia finta!) non ci
si arriva, che con le tasse si disincentivano alcuni fattori
di riscaldamento e inquinamento(balle), che noi siamo i
primi a riciclare, ma dobbiamo, comunque, produrre e quindi
i fattori inquinanti non diminuiscono anche solo per i
processi produttivi a cui si aggiungono anche quelli enormi
del riciclaggio come stivaggi, raccolta, spedizione,
impianti, opifici e a seguire, ridistribuzione. Ovviamente e
lo sanno bene i produttori da materia vergine che
quest'ultima è più conveniente. Ma se li obblighi
chiudono.
E le vere vie di uscita (ma altamente performanti e da
mettere in campo SUBITO se si vuole ottenere qualcosa)
produrrebbero una catastrofe economica mondiale enorme.
Altro che tassare i sacchettini delle verdure o i
contenitori in plastica per salvare i gradi centigradi del
Pianeta.
15 novembre 2019 13:10 - f7555
A proposito del riscaldamento globale, l'anno scorso nel mio
paese, in Sardegna, abbiamo dovuto tenere accesa la stufa
fino alla fine di maggio. Nessuno ricorda una cosa simile.