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16 novembre 2019 10:38 - savpg8801
L'Europa intera pesa sulle emissioni e sull'influenza climatica della Terra circa per il 10%. Relativamente a quanto progettato ed in piccola parte attivato, dai vari Stati, tutta la serie di provvedimenti che a tavolino dovrebbero ridurre il fenomeno, si attesta all'1%, cioè un decimo della responsabilità ipotizzata del dianzi detto 10%.
Importanti report di scienziati, alcuni politici (per cui non si ritiene di dare troppo affidamento), di responsabili di Enti dedicati, di imprenditori economici, di portavoce dell'U.E. e di altri continenti, hanno dichiarato che le contromisure in campo non porteranno benefici apprezzabili; non solo perchè il restante 90% in cui si annoverano le Nazioni più inquinanti e riscaldanti del Pianeta (Cina, India, America ecc.) se ne guardano bene dall'uccidere le loro economie adottando provvedimenti quasi impossibili, ma anche perchè, ammesso che nei prossimi decenni(o meno) qualcosa di veramente drastico e non utopico si faccia, si riporti in Europa la produzione di quanto (se non di nicchia) concerne megasistemi di apparati a energia pulita. Ora si importa quasi tutto, dall'energia fotovoltaica, a quella solare ed eolica, marina ecc.
Poco si fa in Europa e questo poco non serve, salvo che a tacitare l'opinione pubblica. Qualcosa si fa....ma visto alla luce delle precedenti esposizioni porta più svantaggi che benefici. Ad Oslo, per esempio, avevano indotto i cittadini a comprare auto elettriche, anche perchè potessero gratuitamente accedere alle città. Da poco, da interviste, si apprende che anche sulla mobilità elettrica hanno messo i pedaggi (come se le tasse risolvessero le emissioni), per ora inferiori ai mezzi a combustione, ma denotano già un'inversione di tendenza ammettendo che anche le soluzioni elettriche non sono così positive.
Insomma l'Europa si atteggia a salvatrice del Pianeta, ma è come mettere un solo bagnino a guardia di cento km di costa.
15 novembre 2019 15:48 - savpg8801
Si dà ormai per certo che l'estrapolazione dei dati tutt'ora in possesso sarà realtà fra non molti anni.
Tuttavia queste diagnosi di futura prognosi infausta rimarranno fini a se stesse.
Dunque, chi è che deve porre rimedio? Chi deve curare? Chi deve fermare questo scempio?
Tutto il mondo a quanto pare perchè il fenomeno è globale. Riscaldamento, inquinamento, mutazioni, climatologia perversa, siluppo di nuove malattie, ecc. sono in tutto il mondo.
Da molti anni si tengono congressi, raduni, cene di lavoro, viaggi inquinanti, studi, accordi sul fare o meno qualcosa, ma realmente è tutto fumo e nebbia.
Di vero c'è che i paletti del 2% sono solo ipotesi sulla carta.
Ogni piccola azione ostentatamente divulgata(e in qualche caso tentata) dagli organismi responsabili, dai governi, dagli operatori di ogni tipo, ecc. non ha portato e non porterà a nulla. Difficile credere, riparafrasando il campo medico, che ogni tipo di tumore possa semplicemente essere curato a tutti con un'aspirina da 500 mg al giorno e ciao.
Piantano alberi qui e qualche po' di ossigeno ammesso che si parli dei soli 5 mesi in cui la pianta lo produce - ciclo notte-giorno e caducità delle piante producenti in prevalenza) va a finire disperso nel mare o vanificato dal camion che lo pota, o della vacca di cui noi amiamo le bistecche e il latte.
Il vizio utopistico di sopperire ad azioni drastiche di stoppare l'economia produttiva consolidata per eliminare fumi, plastiche, chimica, emissioni ecc., con l'applicazione di balzelli o incentivi(tra l'altro deleteri o ininfluenti perchè non propedeutici per le pubbliche finanze) questo vizio non scompare perchè la dirigenza non si espone con misure impopolari e non lo riuscirà mai a fare decisamente.
L'economia della "crescita" ad ogni costo vanificherà in ogni modo qualsiasi misura perchè la filosofia del sempre più benessere non potrà mai tornare indietro in regime di liberismo ed economia di mercato come è adesso.
Inoltre un altro fattore inibente di qualsivoglia misura è la reale crescita mondiale della popolazione bisognosa di sempre maggiori produzioni, assistenze, benessere per non aumentare le povertà e favorire le sopravvivenze in modo degno. E a seguito di questo le trasmigrazioni dei popoli che aumenteranno ogni fattore di inquinamento, consumi, assistenza, ecc(tutto ciò che effettivamente poi danneggia l'ambiente e in misura più che proporzionale ad un eventuale risoluzione del problema inquinamento, peraltro con una "scampa" di decenni!) a cui non si porrà, se non illusorio, rimedio.
Dicono che poco è meglio di niente, che se non si comincia mai( ammesso che si cominci e non si faccia finta!) non ci si arriva, che con le tasse si disincentivano alcuni fattori di riscaldamento e inquinamento(balle), che noi siamo i primi a riciclare, ma dobbiamo, comunque, produrre e quindi i fattori inquinanti non diminuiscono anche solo per i processi produttivi a cui si aggiungono anche quelli enormi del riciclaggio come stivaggi, raccolta, spedizione, impianti, opifici e a seguire, ridistribuzione. Ovviamente e lo sanno bene i produttori da materia vergine che quest'ultima è più conveniente. Ma se li obblighi chiudono.
E le vere vie di uscita (ma altamente performanti e da mettere in campo SUBITO se si vuole ottenere qualcosa) produrrebbero una catastrofe economica mondiale enorme.
Altro che tassare i sacchettini delle verdure o i contenitori in plastica per salvare i gradi centigradi del Pianeta.
15 novembre 2019 13:10 - f7555
A proposito del riscaldamento globale, l'anno scorso nel mio paese, in Sardegna, abbiamo dovuto tenere accesa la stufa fino alla fine di maggio. Nessuno ricorda una cosa simile.
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