Mastrantoni ha scritto un articolo impeccabile, ma ha
dimenticato di riportare tre cose:
1 - L'abolizione dei vitalizi, o, meglio ancora, se
vogliamo, la loro trasformazione in pensioni ordinarie
rappresenta più che altro un problema etico e di facciata
della Casta di fronte ai cittadini e non un problema di
bilancio;
2 - I vitalizi, a differenza delle pensioni, non solo si
cumulano uno con l'altro senza alcun ricalcolo (come avviene
per le pensioni), ma passano per intero agli eredi (come NON
AVVIENE con le pensioni), non solo al coniuge e/o ai figli,
ma anche ai nipoti e di seguito, senza neanche un minimo
ricalcolo (come avviene con la reversibilità INPS).
3 - I vitalizi si aggiungono alla pensione ordinaria, quasi
sempre ottenuta con contributi figurativi pagati dallo
Stato, mentre il soggetto "lavorava" (sic!) per il Paese.
4 - I percettori di vitalizi, mentre maturavano pensione e
vitalizi, hanno potuto continuare a svolgere la loro
attività privata (a differenza di quanto può fare un
lavoratore dipendente) e ad accumulare i relativi
guadagni.
Eppoi, un'ultima ciliegina: è vero che i vitalizi sono
stati aboliti, ma è anche vero che le regole per
raggiungere la pensione degli appartenenti alla Casta,
guarda caso, sono sempre un pò diverse da quelle dei comuni
mortali servi della gleba.