Tutti credono di saperlo, riconoscendola come fatto naturale
e universale.
La libertà, e come svolgimento il diritto al libero
pensiero, ad intraprendere , praticare il proprio credo
religioso , non è nè un fatto naturale nè universale,
poichè se così fosse la sua definizione non dovrebbe
variare nel tempo e nello spazio: la certezza di tale
diritto, garantito da una precisa volontà e coscienza di
ordine morale, sociale, politico formalizzata da una legge
di rango costituzionale, dovrebbe essere condivisa da tutto
il gruppo umano come legge di natura che escluda la
possibilità che ve ne siano altre.
Non è così, come il pensiero di qualche movimento laico
e confessionale impegnato può dimostrare ( comunismo,
fascismo , confessionalismo ecc. .) , il tutto suffragato
dall'esistenza di regimi che ne incarnano il pensiero (
Cina, Corea del Nord , Iran ... ) .
Come si vede il concetto di libertà ha subito modifiche nel
tempo e assume connotazioni diverse in relazione allo
spazio, cioè ad aree geografiche.
Ovviamente, ognuno può rivendicare un proprio modello
sociale, che dovrebbe coerentemente seguire, ma non può
imporlo ad altri.
Si chiama libertà.
..... della serie, per Mastrantoni, che tutto fa brodo .....