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28 agosto 2021 13:07 - francescomangascia
Passa un giorno, passa l’altro

Mai non torna il prode Anselmo,

Perché egli era molto scaltro

Andò in guerra e mise l’elmo...



Mise l’elmo sulla testa

Per non farsi troppo mal

E partì la lancia in resta

A cavallo d’un caval.



La sua bella che abbracciollo

Gli dié un bacio e disse: Va!

E poneagli ad armacollo

La fiaschetta del mistrà.



Poi, donatogli un anello

Sacro pegno di sua fe’,

Gli metteva nel fardello

Fin le pezze per i pié.



Fu alle nove di mattina

Che l'Anselmo uscia bel, bel,

Per andar in Palestina

A conquidere l'Avel.



Né per vie ferrate andava

Come in oggi col vapor,

A quei tempi si ferrava

Non la via ma il viaggiator,



La cravatta in fer battuto

E in ottone avea il gilé,

Ei viaggiava, è ver, seduto

Ma il cavallo andava a pié,



Da quel dì non fe’ che andare.

Andar sempre, andare, andar...

Quando a pié d’un casolare

Vide un lago, ed era il mar!



Sospettollo... e impensierito

Saviamente si fermò.

Poi chinossi, e con un dito

A buon conto l'assaggiò.



Come fu sul bastimento,

Ben gli venne il mal di mar

Ma l’Anselmo in un momento

Mise fuori il desinar.



La città di Costantino
nello scorgerlo tremò
brandir volle il bicchierino
ma il CORANO lo vietò.



Il Sultano in tal frangente

Mandò il palo ad aguzzar,

Ma l'Anselmo previdente

Fin le brache avea d’acciar.



Pipe, sciabole, tappeti,

Mezze lune, jatagan

Odalische, minareti

Già imballati avea il Sultan.



Quando presso ai Salamini

Sete ria incominciò

E l'Anselmo coi più fini

Prese l'elmo, e a bere andò.



Ma nell’elmo, il crederete?

C’era in fondo un forellin

E in tre dì morì di sete

Senza accorgersi il tapin



Passa un giorno, passa l’altro

Mai non torna il guerrier

Perché egli era molto scaltro

Andò in guerra col cimier.



Col cimiero sulla testa,

Ma sul fondo non guardò

E così gli avvenne questa

Che mai più non ritornò.
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