Mi congratulo con l’articolo che riporta una serie di
verità incontestabili. Dietro a questa sistematica
violazione di legge, che non mi sembra abbia eguali in
nessuna altra branca del diritto per diffusione, gravità,
storicità, si celano, oltre a un generale pregiudizio
ideologico, grandi interessi economici.
I tempi di frequentazione non paritari, infatti, sono il
presupposto per assegni di mantenimento spesso esorbitanti,
che non hanno nulla a che vedere con le effettive esigenze
di mantenimento dei figli e che spesso sono veri espropri
economici e patrimoniali a danno di un coniuge e a favore
dell’altro. Per chi fosse scettico rinvio a
https://www.assegnodimantenimento.net/
17 dicembre 2021 19:02 - annapaola
Ho letto volentieri questa riflessione e mi auguro che
susciti interesse e attenzione a madri e padri che si
trovano a vivere una separazione e che hanno figli e figlie
piccoli o già grandicelli. E magari anche ai legali e ai
giudici.
A quello che capisco c'è un corpo a corpo tra una
concezione della società, del matrimonio, della paternità
e maternità ancorata al passato, che vuole resistere a una
mentalità nuova che vuole che davvero ci sia parità tra
padri e madri. Una cosa così può essere molto impegnativa
per chi si è lasciato, perché significa - mi pare -
rimettere in discussione tutto l'operato anche della vita di
coppia precedente.
Molto più tranquillizzante per tutti/e stare saldamente
ancorati al "buon tempo andato" ...
Ma riflessioni come questa di Claudia Moretti, che è anche
madre di un ragazzo e di una ragazza, possono smuovere
qualche macigno dal percorso che si deve fare.