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17 febbraio 2022 14:53 - enniusfirst
Il perché il referendum sulla Cannabis non si farà lo ha riassunto in modo chiaro la rivista Money.it .

"La mozione da presentare era articolata e strutturata in tre sotto quesiti e, secondo Giuliano Amato, presidente della Corte, le tabelle spiegate nei suddetti, non presentavano un progetto chiaro. 

Infatti, il primo sotto quesito proponeva di eliminare la parola “coltiva” dal primo comma dell’articolo 73 del Testo unico sulle droghe, che recita:

Chiunque […] coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope di cui alla tabella 1 prevista dall’articolo 14,....

Ma la tabella 1, ha spiegato Amato, include “oppio e derivati oppiacei (morfina, eroina, metadone ecc.); foglie di coca e derivati, amfetamina e derivati amfetaminici (ecstasy e designer drugs), allucinogeni”.

La tabella relativa a Cannabis e derivati è invece la numero 2.

“Un quesito che depenalizza la coltivazione rudimentale e casalinga della cannabis non avrebbe avuto alcun profilo d’incostituzionalità”, ha ammesso Amato.

Il problema, continua il Presidente, è che lui non ha il potere di cambiare il testo, di conseguenza il referendum non può avvenire."
16 febbraio 2022 19:09 - VDonvito
Azzeccarbugli al lavoro, col consenso del regime, per evitare che l'ondata di nuova fiducia alla politica che era ripartita coi referendum eutanasia e cannabis, potesse estendersi. Vogliono un regime che veda sempre meno partecipazione, sì che votino solo i loro servi di partito, di clientela e di disperazione. Hanno potere per farlo e lo usano.
Amato è un quaquaraqua come solo Sciascia potrebbe descrivere: ha fatto quello che aveva chiesto ad altri di non fare
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