Lo stato italiana ha una legge che deve garantire, a
qualsiasi donna, se lo desidera, di abortire, tanto con
metodo chirurgico che con metodon farmaceutico. Di
conseguenza non dovrebbero essere assunti nelle strutture
pubblici medici obiettori, anzi dovrebbero firmare
all'assunzione la loro dichiarazione a mettere in atto tutte
le pratiche mediche previste dallo stato (immaginate per il
futuro quando forse ci sarà l'eutanasia), e in caso di
cambio di "idea", licenziamento
22 maggio 2022 22:32 - enniusfirst
La domanda:
METTERESTE UN MEDICO NO-VAX A GESTIRE UN CENTRO VACCINI
COVID?
non ha capo né coda in quanto, essendoci l'obbligo di
vaccinazione contro il Covid per il personale sanitario, un
medico no-vax sarebbe sospeso d'autorità.
Mettere, nella fattispecie, una ginecologa obiettrice di
coscienza, per meriti professionali, a capo di un
consultorio non significa automaticamente la negazione ad
abortire.
Vogliamo, forse, porre a dirigere il consultorio un medico
con minori titoli, ma il cui titolo vincente è di essere
abortista ? .
Quindi la nomina è ragionevole e legale e la risposta dell'
Ausl " Siamo certi che la dottoressa sarà garante di tutti
i diritti indipendentemente dalle sue scelte personali” ,
la trovo opportuna e fondata.
In futuro detta ginecologa assumerà comportamenti contrari
ai suoi obblighi ?
Viste le attenzioni di cui sarà oggetto, di sicuro lo
sapremo quanto prima.
Per sostenere le proprie opinioni è comprensibile impiegare
le trombe per evidenziarne la portata: il rischio è di
scadere nell'usare i ... tromboni ...
21 maggio 2022 15:31 - annapaola
A proposito degli obiettori/e di coscienza all'aborto, a me
pare che oggi giorno questa figura non abbia più senso di
esistere. Quando fu fatta la legge 194 si era nel 1978,
quindi 44 anni fa, e fu contemplata questa possibilità per
coloro che, lavorando già nel campo della ostetricia e
ginecologia, si sarebbero trovati a disagio a operare
interruzioni volontarie di gravidanza per motivi di
coscienza che, nella maggior parte dei casi, sono legati a
una pratica religiosa (soprattutto cattolica, ma non solo),
ma che a volte esulano da essa.
Ma adesso che sono passati, appunto 44 anni dall'entrata in
vigore della legge, perché continuare ad assicurare questa
possibilità.
Da allora, infatti, coloro che, studiando medicina, scelgono
ostetricia e ginecologia, sanno che potranno essere chiamati
a praticare un'interruzione volontaria di gravidanza, e,
quindi, se la cosa gli ripugna davvero, possono scegliere
tranquillamente un'altra specializzazione.
Dal numero degli obiettori/e che ci sono oggi, sembra,
invece, quasi, che si scelga questa specializzazione proprio
per rendere difficile, se non impossibile, l'applicazione
della legge.