I cosiddetti sprechi attuano la, da sempre, cercata crescita
economica. Danno possibilità alle aziende di produrre quel
quid in più che farà il loro bilancio attraverso sempre
nuovi lanci sui mercati per soddisfare l'esigenza sempre
più marcata di scelta. Inoltre questo fenomeno ha prodotto,
nel mondo, milioni di posti di lavoro che, se eliminati
calando le produzioni, creerebbero enorme disagio sociale.
Queste strategie maturatesi nel tempo del consumismo, non
possono essere eliminate, semmai un pochino ridotte: ma lo
spreco rimarrà. L'altro motivo è l'inserimento delle
etichettature (sulla carta è buono, ma all'atto pratico non
lo è perchè, a parte le distorsioni di informazione che
creano prodotto invendibile proprio anche come si accenna in
questo articolo, specialmente il cibo viene buttato. I
negozi che tengono poche scorte (spesso dopo tre forniture
settimanali il giorno dopo non hanno derrate, vendono di
meno e riducono il personale perchè il consumatore va dove
vede le esposizioni ricolme di ogni cosa e con tanta scelta.
Ma queste, per forza di cose, possono evere delle rimanenze
invendute che compensano con il maggior afflusso di clienti.
Però le devono buttare, almeno in gran parte. E chi ci
tiene dietro, le vede nei cassonetti.