Gentile signor Enniusfirst,
1.
ho appena mandato una mia ampia risposta al suo ultimo
"commento" alla pagina
https://droghe.aduc.it/articolo/cocaina+sindaco+cecina+uomo+
politico_36438.php
anche relativamente al suo modo di presentare ogni volta 1 o
2 articoli più o meno "scientifici" come se fossero quelli
"DEFINITIVI" per tutti e per sempre.
2.
Non credo che i lettori di ADUC DROGHE possano appassionarsi
a leggere una mia risposta anche all'articolo che lei cita
ora.
3.
Quanto alla validità dei discorsi di Elton John, trovo
semplicemente RIDICOLO dire che Elton John "sicuramente ne
sapeva di più" (!!!) non solo degli "antichi" Sigmund Freud
e Leone XIII, ma anche di Charles P. O'Brien, Ronald
Melzack, P.D. Wall, Vincent P. Dole, e tutti altri gli
esperti di cui ho riportato, nelle mie varie risposte, molte
citazioni precise "fra virgolette" - nessuno dei quali "ci
ha lasciato quasi un secolo fa".
4.
Noto invece che lei ancora non ha trovato una risposta
sensata a quella che io ho chiamato
"LA DOMANDA che TUTTI dovrebbero porsi, POLITICI IN TESTA."
7 agosto 2023 13:54 - enniusfirst
Egregio Cappuccino,
ho citato Elton John in quanto sugli effetti delle erbe
magiche sicuramente ne sapeva di più dei personaggi da lei
citati per il semplice fatto che , specie nel dopoguerra, la
ricerca , quella specialistica, ha fornito molte risposte (
leggi in calce ), sconosciute alle figure da lei citate che
ci hanno lasciato quasi un secolo fa .
Ad esempio ….
( Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014
' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le
persone che avevano usato cannabis una o due volte la
settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere
cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le
emozioni, la motivazione e la dipendenza.
I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate
scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che
avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti
e li hanno confrontati con quelle di studenti che non
avevano mai consumato la droga.
Due sezioni principali del cervello sono risultate essere
colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei
soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su
migliaia di soggetti .
L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter,
professore di psichiatria e scienze comportamentali alla
Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha
dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte
all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia
associato a conseguenze negative. ...."
Mark Winstanley , chief executive del centro per malati
mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis
è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo
studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra
salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente
fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la
probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono
consapevoli dei rischi.”
University of Texas. 2014
"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di
lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente
intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della
University of Texas. " i
Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i
fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..
Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate
sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la
dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio
e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences
dell'University of Texas. " .
6 agosto 2023 11:57 - Claudio Cappuccino
Gentile signor enniusfirst,
trovo abbastanza curioso da parte sua contrapporre ai nomi e
ai documenti da me citati alcune frasi diciamo, non proprio
"nuove e illuminanti", del signor Elton John, che lei
evidentemente considera non meno autorevole
"scientificamente" dei poveretti da me citati nelle mie
varie risposte (alcuni dell'800 come Sigmund Freud, Edison,
Poincaré, Leone XIII, e altri a noi contemporanei come il
per lei "signor nessuno" Charles P. O'Brien, come Ronald
Melzack e P.D. Wall, come Vincent P. Dole, ecc.) .
Per cui su Elton John non le rispondo, mentre le ricordo la
mia DOMANDA PRINCIPALE - che è LA DOMANDA che TUTTI
dovrebbero porsi, POLITICI IN TESTA.
Domanda a cui lei - strenuo difensore dello "status quo" e
delle leggi attuali - finora non ha risposto.
La ripeto qui di seguito:
COME MAI, PRIMA DELLA "PROIBIZIONE", solo adulti e anziani
usavano le poche "droghe" disponibili, in genere con
motivazioni più o meno "mediche", comprandole in farmacia,
e NESSUNO moriva per overdose ?
E COME MAI, DOPO LA "PROIBIZIONE":
- l'uso di "droghe" si è soprattutto spostato su giovani e
giovanissimi ?
- TUTTE le "droghe" sulla carta proibite sono vendute
liberamente ovunque, 24/7 ?
- sono state inventate e vendute dalla criminalità
organizzata centinaia di "nuove droghe", senza nessuna
preventiva valutazione farmaco-tossicologica, droghe che in
molti casi si sono rivelate letali ?
- sono comparse droghe "ingestibili" sul mercato nero
perché attive a milionesimi di grammo, come i derivati del
fentanyl, con cui basta proprio poco per morire, e infatti
in USA stanno facendo decine di migliaia di morti ?
- e dulcis in fundo, come mai è nato un SISTEMA DI MAFIE
INTERNAZIONALI DEL NARCOTRAFFICO che si sta comprando
l'economia di mezzo mondo, e sta corrompendo la politica
dell'altro mezzo ?
Le chiedo: COME MAI E' SUCCESSO TUTTO QUESTO dopo la geniale
idea della "proibizione" ?
SE LEI SA SPIEGARE perché questa "SOLUZIONE" è migliore
del "PROBLEMA" che c'era prima, ci faccia sapere.
E CONCLUDO CON UNA MIA OPINIONE PERSONALE, per quel che
vale:
Io penso che SE politici e "opinionisti" spaventosamente
superficiali e poco lungimiranti, circa 100 anni fa, NON
AVESSERO INVENTATO IL PROIBIZIONISMO, accendendo ogni genere
di curiosità e fantasie sulle "droghe", costruendo miti,
stimolando nei più giovani e immaturi desideri di
ribellione all'autorità e trasgressione alle regole, fino a
creare una assurda "cultura della droga" e, dopo qualche
anno, una terribile e preoccupante "CULTURA DELLO SBALLO",
il mondo sarebbe stato MOLTO MEGLIO.
Ma purtroppo la storia non si fa con i SE, e ora noi il
proibizionismo ce l'abbiamo e dobbiamo capire cosa fare.
Anche perché ORA, il VERO PROBLEMA è che il proibizionismo
ha creato una situazione da cui sarà DIFFICILISSIMO, E NON
INDOLORE, uscire.
P.S.
anni fa, per il libro “Finzione e utopie. Diritto e
diritti nella società contemporanea” (a cura di R.
Dameno e M. Verga; ediz. Guerini Studio 2001), avevo scritto
un capitolo sul proibizionismo, intitolato:
"LA DROGA, OVVERO IL PROBLEMA DI UNA SOLUZIONE" (pag.
233-294)
5 agosto 2023 12:51 - enniusfirst
Scrive Cappuccino:
“Io non "tento" di fare niente se non dare informazioni
precise e documentate, cercando anche di separare bene i
fatti e i dati scientifici dalle mie opinioni. “
Ecco dovremmo tutti sforzarci a limitarci a questo evitando
di tirare in ballo anche Papi e personaggi dell’Ottocento
che sull’argomento non hanno nulla di scientifico da
dirci.
Ma se proprio dobbiamo scendere qualche scalino per
confrontarsi , val la pena di ascoltare anche celebrità del
nostro tempo.
Elton John ha raccontato i suoi trascorsi .. erbivendoli a
Matt Lauer durante il programma "Today"
"Mi venivano attacchi epilettici e diventavo blu. Mi trovano
sul pavimento e mi mettevano a letto e dopo 40 minuti ero
già lì che mi facevo un’altra striscia"..
"Rimanevo sveglio, fumavo qualche spinello, bevevo una
bottiglia di Johnnie Walker e non mi addormentavo per tre
giorni. Poi mi addormentavo per un giorno e mezzo, mi
svegliavo ed ero affamatissimo perché non avevo mangiato.
Mi facevo tre panini al bacon, un barattolo di gelato e poi
vomitavo tutto perché ero diventato bulimico. E poi
ricominciavo tutto dall’inizio. La mia vita era una
tragedia".
"Ho sprecato una bella fetta della mia vita. Ero drogato ed
egocentrico. C’erano persone, amici, che mi morivano
accanto ma la cosa non mi fermava dal continuare a vivere
quella vita, il che è la parte più terribile della
dipendenza. Sai, è una malattia davvero brutta".
4 agosto 2023 14:46 - Claudio Cappuccino
Rispondo per un'ultima volta a enniusfirst. Ritengo con
questo di aver detto tutto l'essenziale che ho da dire.
1. Io non "tento" di fare niente se non dare informazioni
precise e documentate, cercando anche di separare bene i
fatti e i dati scientifici dalle mie opinioni.
2. "Erbe magiche" sono sue parole: dal mio punto di vista,
una definizione "poetica" senza senso.
Peraltro, oggi come oggi, grazie proprio al proibizionismo,
le "erbe" in giro sul mercato delle "droghe" sono poche. Per
lo più sono pillole o polverine in cui non si sa cosa c'è
dentro e quanto.
3. Tanto per ricapitolare: il "proibizionismo nasce nel 1912
con l'idea di "proibire" 4 sostanze (oppio, morfina, eroina,
cocaina). Purtroppo il risultato è stato solo quello di
scatenare la fantasia di trafficanti e consumatori. Nel 1948
le "droghe proibite" diventano 36 (24 naturali e 12
sintetiche), e nel 1995 si arriva a 282 (37 naturali, 245
sintetiche) (fonte: United Nations International Drug
Control Programme. World drug report. Oxford University
Press 1997, p. 163). Oggi non è più nemmeno possibile
calcolare il numero aggiornato, perché le "nuove droghe" di
sintesi sono molte centinaia e ne nascono ogni giorno (vedi
pubblicazioni dell'Osservatorio europeo, EMCCDA).
4. Penso di conoscere abbastanza bene la "montagna di
ricerche effettuate in questi ultimi decenni ... da centri
di ricerca accreditati".
Lo studio delle "droghe" è stato uno dei miei principali
interessi per più di 60 anni: ho alcune migliaia di libri
sull'argomento, in 5 lingue, dall' "Opiologia" di Wedelius
del 1674 fino a oggi (174 pagine di catalogo), più diversi
armadi di fotocopie di documenti e articoli scientifici
fatte nelle biblioteche e università di mezzo mondo, e
innumerevoli PDF, grazie al miracolo internet.
5. Charles P. O'Brien è un professore americano
dell'Università di Pennsylvania che si occupa di
"dipendenze" da decenni. Ha pubblicato centinaia di lavori
scientifici. Il fatto che lei non lo conosca è solo a suo
sfavore. (P.S. Il Cecil Textbook of Medicine da me citato,
su cui O'Brien ha scritto per varie edizioni, è uno dei
più autorevoli testi di medicina interna (1a ed. 1927, 26a
ed. 2019) e ovviamente non lascia scrivere sciocchezze ai
suoi autori).
6. Sulla Cannabis.
Ho abbastanza studiato l'argomento e penso di avere tutto
ciò che è stato pubblicato di rilevante, a partire dagli
studi di O'Shaughnessy del 1838 e dall'Indian Hemp Drug
Commission Report 1893-1894 fino a oggi, incluso il testo
della NAP 2017 da lei citato.
Mi scusi, ma non si possono presentare le cose come fa lei.
Volendo, con il suo metodo, si potrebbero scrivere 10 righe
terrorizzanti sul numero di morti per emorragie
gastrointestinali legate all'uso di aspirina. Ma sarebbe
sbagliato e non avrebbe senso.
7. Il punto è che TUTTE le sostanze "farmacologicamente
attive" - inclusa la Cannabis - hanno effetti desiderati,
effetti indesiderati, controindicazioni, reazioni avverse.
Con tutti, per un uso razionale e ragionevolmente sicuro,
occorre valutare (saper valutare) il rapporto
rischi/benefici.
8. Su Sole 24 Ore e Fondazione Veronesi. Non ha senso che io
mi metta a commentare per esteso le citazioni che lei fa.
Ma riguardo a quella del Sole 24 ore (molto "giornalistica"
e molto allarmistica), dico solo che nel testo della NAP
(che ho anche in PDF, per cui la ricerca è facilissima) non
sono riuscito a trovare nessun accenno al fatto che "la
marijuana è una delle cause epigenetiche della demenza.
Essa potrebbe diventare il maggior problema di droga del
futuro."
Sulla "demenza", si trovano solo molti riferimenti ai
possibili usi terapeutici della Cannabis per il trattamento
delle demenze.
Sottolineo invece una cosa: non esistono "evidenze
scientifiche" solide che la Cannabis sia la "causa" di
schizofrenia o altre psicosi. E' invece opinione abbastanza
condivisa che il suo uso continuato e ad alte dosi possa
facilitare o accelerare la comparsa di disturbi psichiatrici
in soggetti predisposti ("slatentizzazione").
9. Detto questo, cerco di chiudere con qualche informazione
più precisa.
- L'organismo dei mammiferi possiede un "sistema
cannabinoide endogeno", che include composti
(endocannabinoidi) aventi attività simile ai principi
attivi della Cannabis e recettori cellulari su cui queste
sostanze agiscono. Sulla base di queste evidenze, la
Cannabis può "per definizione" essere considerata un
farmaco.
- In più, nel linguaggio corrente, è anche una "droga",
usata per i suoi effetti psicoattivi, che alcuni definiscono
"inebrianti" e altri anche vagamente "allucinogeni". E' una
sostanza che, in modo dipendente dalla dose assunta, altera
lo stato mentale, l'umore, il senso del tempo e dello
spazio, i riflessi, la concentrazione, la capacità di
ragionamento, l'atteggiamento verso se stessi e gli altri,
il coordinamento neuro-muscolare, e molto altro.
- Gli effetti in una singola persona, in un certo momento,
sono ovviamente correlati alla dose di "principi attivi"
assunta, e possono essere imprevedibili. Spesso si
manifestano "a ondate", a intervalli più o meno regolari, e
possono durare alcune ore.
- Sotto l'effetto della Cannabis, guidare o fare qualsiasi
lavoro che richieda concentrazione, attenzione e
coordinamento è assolutamente sconsigliato e crea rischi
inaccettabili per sè e per gli altri.
10. Riprendendo ancora la Fondazione Veronesi da lei citata,
concordo che NON ha senso definire la Cannabis una droga
"leggera" (secondo me non esistono "droghe" leggere e
pesanti, semmai esistono USI leggeri e pesanti di qualsiasi
"droga") e non bisogna considerarla esente da rischi (salvo
il fatto che non sembra possibile morire a causa di una
"overdose" di Cannabis).
E sono assolutamente d'accordo che il suo uso regolare (non
quello occasionale, che può essere parte delle "normali"
sperimentazioni della vita) è assolutamente sconsigliabile
negli adolescenti, che devono IMPARARE a relazionarsi con se
stessi, con gli altri e con il mondo nel modo più
"naturale" possibile. L'uso regolare di qualunque sostanza
psicoattiva da parte di adolescenti e giovanissimi è
secondo me assolutamente controproducente e
sconsigliato.
11. La ri-legalizzazione della Cannabis è ormai un dato di
fatto in molti paesi ed è progressivamente in aumento. La
mia opinione, sulla base di tutto quello che ho letto,
vissuto e osservato, è che i vantaggi della legalizzazione
superano di molto i rischi e i danni.
12. Personalmente credo che tutte le principali sostanze
oggi illegali (ovviamente solo quelle ben conosciute sotto
l'aspetto farmaco-tossicologico) dovrebbero essere in
qualche modo riportate sotto il controllo degli Stati e
ri-affidate alla responsabilità dei cittadini, e non
lasciate alle mafie del narcotraffico, che grazie alla
follia del "proibizionismo" hanno ovunque inquinato il mondo
della politica e dell'economia.
13. Il passo più importante e più difficile sarà
ritrovare il modo "giusto" di parlare di "droghe",
soprattutto con i più giovani, che dopo anni di bugie,
allarmismi e disinformazione non solo non credono più a
nulla, ma soprattutto non sono più disposti ad ascoltare
nessuno.
E purtroppo, studiano troppo poco e non sanno nulla né di
farmaci né di "droghe".
3 agosto 2023 21:25 - enniusfirst
Il tentativo di Cappuccino di far passare le erbe magiche
alla stregua del … karkadè e che solo il proibizionismo
le abbia … inquinate, mi risulta penoso alla luce delle
montagne di ricerche effettuate in questi ultimi decenni non
da questo C.P. O’Brien ( chi è ? ), ma da centri di
ricerca accreditati.
Ne cito solo alcuni, i più recenti, ma a richiesta ne
fornirò a iosa .
Per il momento limitiamoci alle erbe magiche considerate dai
vari Cappuccini … droghe leggere.
Nel 2017, l’American National Academy of Medicine ha
pubblicato un volume di 468 pagine (The Health Effects of
Cannabis and Cannabinoids The current state of evidence and
reccomendations for research, http://www.nap.edu), dal quale
s’impara molto o tutto della cannabis.
Così lo riassume Il Sole 24 Ore, 19 febbraio 2019
Fumare cannabis. Gli effetti negativi sulla salute.
.......
Il messaggio più drammatico della pubblicazione
dell’Accademia di Medicina è che l’uso della cannabis
«aumenta il rischio della schizofrenia e di altre psicosi
in proporzione al consumo». Come tutte le droghe, la
marijuana è una delle cause epigenetiche della demenza.
Essa potrebbe diventare il maggior problema di droga del
futuro. ....
Sul sito della Fondazione Veronesi si legge:
"Gli esperti lo dicono da tempo, ma ogni appello sembra
lasciare poche tracce. La cannabis - la pianta da cui
derivano due tra le droghe più usate dai giovani, hashish e
marijuana - di oggi è molto più «potente» rispetto a
quella che era presente sul mercato durante l'adolescenza
vissuta dai nostri genitori.
Contiene cioè quantità di principi attivi più elevate, a
partire dal tetraidrocannabinolo (Thc): la sostanza che più
di tutte può determinare nel tempo l'insorgenza di disturbi
psicotici nei forti assuntori.
Da qui la preoccupazione degli esperti, che viaggia di pari
passo con la legalizzazione dei derivati della cannabis in
diversi Stati del mondo (a partire dagli Stati Uniti) e con
la diffusione di un'immagine «edulcorata» di quelle che
ancora oggi molti ragazzi continuano a considerare droghe
«leggere» (non esistono). "
3 agosto 2023 12:56 - Claudio Cappuccino
Rispondo (in ritardo) a enniusfirst, sulle 200 pagine di
morti per overdose elencati da Wikipedia.
1. La enorme maggioranza dei morti per overdose sono dovuti
a eroina o altri oppioidi del MERCATO NERO (ultimamente i
pericolosissimi derivati del fentanyl). Gli oppioidi del
mercato nero sono sempre PERICOLOSISSIMI (tagli, impurità,
dosaggi imprevedibili, per non parlare della mancanza di
igiene nelle iniezioni) e determinano sempre un rischio di
morte.
2. Ma appunto, questo problema e TUTTI QUESTI MORTI SONO
SOLO DOVUTI AL PROIBIZIONISMO, non alle sostanze.
3. Gli oppioidi di farmacia sono farmaci sicurissimi e dato
che le dosi usate sono assolutamente precise non uccidono
nessuno per "overdose" non-intenzionale.
Inoltre si può sottolineare che sono sostanze assolutamente
"compatibili" con l'organismo dei mammiferi, che come si sa
ha un fondamentale "sistema oppioide endogeno" coinvolto in
tutti i grandi processi neurobiologici, dalla modulazione
del dolore alla risposta allo stress e alla risposta
immunitaria.
Una citazione autorevole e direi abbastanza chiara: "Gli
oppiacei di per sè sono SORPRENDENTEMENTE NON-TOSSICI anche
quando sono usati quotidianamente a dosaggi significativi
per molti anni.” (C.P. O’Brien in: Cecil Textbook of
Medicine, 20a ed. 1996, p. 52).
Se richiesto, potrei fare decine di citazioni simili da
libri e articoli "scientifici".
12 luglio 2023 16:52 - enniusfirst
In 'Categoria:Morti per overdose', Wikipedia pubblica 200
pagine di nomi di personaggi appartenenti al mondo dello
spettacolo, più o meno famosi, che ci hanno lasciato
precocemente in questi ultimi decenni.
I legalizzatori della droga in sostanza ci dicono che se uno
vuol farsi servo o suicidarsi con le droghe sono affari
suoi e che lo Stato non deve opporsi rendendo quindi lecite
le erbe magiche.
Poi ci sarebbe l'art. 32 della Costituzione italiana che
recita:
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività, ...",
ma queste sono .... ciance....
9 luglio 2023 4:41 - lucash
Mi piacerebbe sapere se sono morte più persone per la droga
Oppure quelle che sono morte per la criminalizzazione con
Gli annessi e connessi ringraziamo l'America sta banda di
merdaioli
3 luglio 2023 9:04 - VDonvito
grazie a Claudio Cappuccino per questo intervento di
chiarezza e puntualizzazione.
2 luglio 2023 2:01 - Claudio Cappuccino
Vorrei presentare molto in sintesi alcuni fatti storici
fondamentali.
1. tutte le civiltà umane hanno usato tutte le "droghe"
disponibili lungo tutta la storia conosciuta. Salvo momenti
drammatici (es. pena di morte con modalità estremamente
crudeli nel '600 nell'impero Ottomano sotto Murad IV, per
fumatori di tabacco) in genere la convivenza è stata
tranquilla, e il consumo "socialmente controllato". La droga
che ha creato più problemi nella storia, fin
dall'antichità (Babilonia, Egitto) è stata l'alcol.
2. Le cose sono improvvisamente cambiate a metà '800
(movimenti anti-oppio a seguito delle guerre dell'oppio fra
Inghilterra e Cina, e movimenti anti-alcol soprattutto in
USA).
3. Nella Conferenza dell'Aja, 1912, le principali potenze
mondiali decisero di "proibire" gli usi non strettamente
medici di 4 sostanze (oppio, morfina, eroina, cocaina) fino
ad allora in libera vendita. Gli USA nel 1919 aggiunsero
l'alcol.
4. N.B. salvo un certo numero di artisti e playboy della
Belle Epoque, l'uso di queste sostanze era in genere medico
o quasi medico, e riguardava solo adulti e anziani più o
meno "malati". Molti diventavano dipendenti, ma nessuno
doveva delinquere per procurarsi "la droga", e nessuno
moriva di overdose non intenzionale (anche se alcuni
morivano per infezioni legate a mancanza di igiene nelle
iniezioni).
5. Con la proibizione, tutti i consumatori dovettero di
colpo rivolgersi al mercato nero, e subito nacquero
organizzazioni criminali (Al Capone ecc.) che ne presero il
controllo. Le droghe illegali, di qualità non più
"farmaceutica", cominciarono a uccidere per errori di dose o
per "tagli" dannosi. Inoltre, cosa più grave, l'effetto
"frutto proibito" cominciò a diffondere l'uso fra i più
giovani, ovviamente più attratti dalla ""trasgressione alle
regole".
6. Visti i risultati della proibizione, gli USA nel 1933
ri-legalizzarono l'alcol. Ma per motivi che non posso
analizzare in poche righe, nonostante molte voci critiche
degli evidenti effetti negativi del proibizionismo, non si
tornò indietro sulle altre "droghe". Uno degli artefici
della conferma, e anzi rapida estensione, del proibizionismo
sulle altre "droghe" fu il Commissario USA Anslinger
(abilmente passato dal "perdente" ufficio sull'alcol a
quello sui narcotici). Uno dei suoi primi atti fu costruire
nell'opinione pubblica americana, e poi mondiale, il "mostro
marijuana", sostanza rimasta in libera vendita, ottenendone
la proibizione nel 1937.
E subito iniziò il primo boom del consumi di Cannabis (con
altri soldi per le varie mafie).
8) Poi negli anni '950, si "scoprirono" gli "allucinogeni"
(peyote, LSD, funghi), e nei '60 esplose il mito dell'
"allargamento della coscienza" - con (1967) ulteriore
stretta repressiva dei governi, che non avendo ancora capito
che pasticcio avevano fatto, continuavano ad "agire col
pugno di ferro" aggravando i problemi invece di
risolverli.
8) nel frattempo, i più curiosi e intraprendenti
"consumatori" avevano scoperto altri farmaci interessanti
ancora non proibiti (amfetamine, barbiturici). E presto
(Convenzione ONU 1971) furono" proibiti" pure quelli.
Ma come per gli altri precedenti, il solo risultato fu lo
spostamento sul mercato nero, nuovo grande affare per le
mafie. E per inciso, la proibizione delle amfetamine
determinò l'impressionante boom di produzione, traffico e
consumo di cocaina (che ha effetti praticamente identici,
solo più brevi) e dopo un po' della variante "crack"
(cocaina da fumare).
9) intanto, negli anni '960, era nata una prima "cultura
della droga" (movimento beat americano e poi "figli dei
fiori"), su cui purtroppo non posso approfondire qui.
E infine, anni '990, nasce la terribile "cultura dello
sballo", soprattutto fra i giovanissimi: prendere qualsiasi
cosa, senza sapere né pensare, pur di "esser fuori" il più
possibile.
E questo ha cambiato completamente le cose, soprattutto
stimolando, negli ultimi vent'anni, l'invenzione e la
commercializzazione criminale di centinaia di "nuove
droghe", mai "testate" sotto il profilo
farmaco-tossicologico, e spesso estremamente più pericolose
o anche dannose delle vecchie.
Ed ecco come la originaria "soluzione" di un problema agli
inizi molto marginale si è trasformata nell'attuale
situazione completamente fuori controllo e in un problema
gigantesco.
Con un regalo di migliaia di miliardi esentasse alle grandi
mafie e una "guerra alla droga" in tutto il globo
terracqueo. Ma con efficacia meno di zero; con danni per
tutti, consumatori e no (vedi inquinamento mafioso
dell'economia legale, corruzione a ogni livello, grande e
piccola criminalità diffusa); e con MILIONI DI MORTI.
E l'aspetto forse più perverso è che da questa situazione
sarà difficilissimo, quasi impossibile, uscire.
___
E questo è quello che, in oltre 60 anni di studi, ho capito
del "problema droga".
28 giugno 2023 13:09 - Suma57
La questione della libertà personale è complessa e spesso
trattata come in questo caso in modo molto teorico .
difficile capire fino in fondo problematiche cosi articolate
, sta di fatto che la liberta personale da qualsiasi punto
la si vede non deve essere da ostacolo a quella di un altro
individuo e qui si aprono scenari apocalittici .. In Italia
viviamo in una dittatura non solo fiscale e
spiritual/politica , ma aggiungerei anche commerciale per
cui certi discorsi diventano fantascienza . per rimanere nel
tema direi che basterebbe legalizzare tutto in modo da
tenere almeno il controllo della situazione , questo già
sarebbe un successo . lasciare alla malavita il compito di
spacciare e allo Stato quello di curare e prevenire è
controproducente oltre che dannoso per tutti .
27 giugno 2023 17:29 - enniusfirst
… siamo alle solite !
Siccome sul mercato, liberalizzato o legalizzato, esiste …
ciarpame, ergo perché non aggiungerne dell’altro ?
27 giugno 2023 10:32 - Manboy
Intanto consulterei un dizionario che ti permetta di
cogliere la differenza tra "liberalizzazione" e "
"legalizzazione". L'alcol è in assoluto la droga che
provoca più vittime dirette per intossicazioni acute e
croniche ed indirette come causa di incidenti stradali, ma
pure di incidenti sul lavoro e domestici. Eppure è legale (
e per fortuna, visto gli effetti del proibizionismo degli
USA quasi un secolo fa). Eppure basta chiedere di apporre
sull'etichetta di ogni alcolico, compreso il vino, le
avvertenze sui danni da abuso, che gli stessi che osannava
il proibizionismo per ogni droga senza alcuna distinzione,
urlano contro l'attentato al Made in Italy. Eppure nessuno
vuol rendere il vino illegale.
27 giugno 2023 10:11 - Manboy
Intanto ti sarebbe utile consultare un dizionario per
comprendere la differenza tra "liberalizzazione" e
"legalizzazione"!
La droga che miete più vittime al mondo è l'alcol, anche
quello del vino o di un aperitivo, eppure ovunque è
legale...anzi in Italia gli stessi che inneggiano al
proibizionismo, levano urla in difesa del Made in Italy
contro la proposta di apporre sulle bottiglie anche i
pericoli dell'abuso di alcol che può certamente avvenire
anche attraverso vino e aperitivi. Sono poi gli stessi che
declamano che tutte le droghe sono ugali: non c'è
differenza tra uno spinello e un speed-ball di
coca+eroina...quindi neppure un bicchiere di vino dovrebbe
essere "legale", visto che l' abuso di alcol compie stragi
dirette con intossicazioni acute e croniche ed indirette
attraverso gli incidenti stradali!
25 giugno 2023 23:18 - enniusfirst
Legalizzare le droghe significa riconoscere che ogni
capriccio puó essere scambiato per diritto.
La droga crea dipendenza e questo significa legalizzare la
schiavitù sotto altra forma.
Per quanto riguarda i buoni propositi enunciati dagli
esperti delle N.U. da promuovere come .. " misure
efficaci, basate sulla comunità, inclusive e preventive. ",
questi possono essere realizzati anche in presenza di
politiche di divieto.