Ecco un bell’esempio di cosa significhi fare di ogni erba
un fascio. Difficile commentare in maniera puntuale un
articolo che volendo essere equidistante (ma è proprio
così?) dimentica il senso delle proporzioni e, partendo da
un’osservazione condivisibile, svia sempre di più e
diventa farneticante. Ma ci provo andando a ritroso.
1) “Crocifisso e Decalogo sono facce della stessa
violenza, quella di una religione che per cercare di
sensibilizzare la coscienza degli individui ha bisogno
dell’imposizione..”: ma a quale religione si riferisce?
Certe religioni (così ci manteniamo sullo stile vago
dell’articolo) impongono comportamenti dell’individuo e
leggi sociali che, essendo emanate da un Dio superiore,
l’uomo non può cambiare. E come si può paragonare questa
imposizione con la esposizione del crocifisso ancorché nei
luoghi pubblici, o la presenza della Bibbia nei comodini
degli alberghi? Peraltro in una società ormai abbastanza
laica che neanche noterà tali presenze e certamente non
modificherà il proprio comportamento per quelle
presenze.
2) “E poi ci si chiede come mai continua ad essere
alimentato l’odio e continuano a scoppiare le
guerre….”: Ma chi alimenta l’odio? L’esposizione del
crocifisso e la presenza della Bibbia nei comodini oppure il
condizionamento psicologico dell’individuo imposto da
certe religioni che governano stati (a cui l’articolo non
fa neanche un vago richiamo)
3) “quest’ultima [la verità della religione] per
affermarsi dentro l’illuminato ha bisogno di fare strage
di chi non è fedele o lo è in modo diverso.”: ma di
quale religione e di quale verità stiamo parlando? Ma
veramente si può pensare che un crocefisso o il Decalogo
esposto o una bibbia nei cassetti dei comodini siano
un’incitazione alla strage di credenti di altre religioni?
Finora mi risulta che sono state fatte stragi di cristiani
non solo in paesi dove i cristiani sono minoranze, ma anche
in paesi dove la tradizione cristiana è millenaria. E
queste stragi sono opera di credenti in religioni che non
hanno bisogno di esporre i loro simboli, ma che impongono
perfino l’istruzione dei bambini basata sulla
religione.
4) “E la strage non è solo fisica, ma anche di
diritto”: come si fa a mettere sullo stesso piano le
stragi vere di persone innocenti (fisiche) con la emanazione
di una legge che impone nei luoghi pubblici l’affissione
del Decalogo, dove (ricordo all’autore dell’articolo) un
comandamento è “Non uccidere”. E come si può
richiamare, in questo contesto “stragista”, i Patti
Lateranensi, che sono il risultato degli eventi storici
dell’Italia, che però si è data una Costituzione che ne
afferma tutta la sua laicità e tolleranza, lasciando
libertà di opinione e di religione? Se queste fossero le
argomentazioni rilevanti sulle stragi fisiche e del diritto,
sarebbe quasi naturale farsi l’opinione che in quegli
altri Paesi, che non vengono neanche vagamente chiamati in
causa, governati secondo altri comandamenti religiosi e che
insegnano questi loro comandamenti anche nelle scuole già
dai primi anni, diritto, tolleranza e libertà di opinione
siano più avanzati. Ma naturalmente l’autore non lo dice;
anzi direbbe che non aveva intenzione di indurre tale
opinione ingiustificata nel lettore.
5) Varrebbe infine la pena osservare come, nonostante le
stragi del diritto (in Louisiana, nei paesi laici e
democratici e in Italia), nella democratica Lousiana la
legge in questione è contestata liberamente e la sua
costituzionalità sarà soggetta a giudizio in un tribunale
federale indipendente.
Concludo: con questi commenti non voglio inneggiare alla
presenza di crocifissi e decaloghi nei luoghi pubblici, ma
solo evidenziare che argomentazioni tendenziose di questo
genere (una volta si parlava di pensiero debole), mi
convincono ancora di più della necessità di salvaguardare
la nostra cultura liberale (che è ampiamente, anche se non
pienamente, tollerante) e le forme della società
occidentale, che sono conquiste di tutta l’umanità e per
tutta l’umanità, anche per quella che attualmente è
sotto un giogo religioso oscurantista. Rinunciare ai nostri
valori significa ricadere in un medioevo del quale ci siamo
liberati dopo secoli.
29 giugno 2024 21:33 - enniusfirst
‘il buon-vecchio Marx..’ attribuiva alla religione la
qualifica di 'l'oppio dei popoli' .
Visti i risultati del comunismo, laddove si è applicato,
penso che Marx darebbe alle sue teorie il medesimo giudizio.
Dobbiamo guardarci dagli eccessi delle religioni così pure
da quelli delle ideologie atee che promettono di realizzare
‘il paradiso in terra’ con gulag, ghigliottine, regimi
di terrore , grandi purghe e nichilismo.
29 giugno 2024 11:57 - Filanto_051
La religione rappresenta 'l'oppio dei popoli' così
argomentava il buon-vecchio Marx..
La spiegazione [ecco la utilità di Internet] é che essa
funzionerebbe 'da supporto' per chi é sofferente e/o
bisognoso di cure anche 'psicologiche'
come una droga, appunto..