COMMENTI
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3 luglio 2024 20:23 - vittolu
Ecco un bell’esempio di cosa significhi fare di ogni erba un fascio. Difficile commentare in maniera puntuale un articolo che volendo essere equidistante (ma è proprio così?) dimentica il senso delle proporzioni e, partendo da un’osservazione condivisibile, svia sempre di più e diventa farneticante. Ma ci provo andando a ritroso.
1) “Crocifisso e Decalogo sono facce della stessa violenza, quella di una religione che per cercare di sensibilizzare la coscienza degli individui ha bisogno dell’imposizione..”: ma a quale religione si riferisce? Certe religioni (così ci manteniamo sullo stile vago dell’articolo) impongono comportamenti dell’individuo e leggi sociali che, essendo emanate da un Dio superiore, l’uomo non può cambiare. E come si può paragonare questa imposizione con la esposizione del crocifisso ancorché nei luoghi pubblici, o la presenza della Bibbia nei comodini degli alberghi? Peraltro in una società ormai abbastanza laica che neanche noterà tali presenze e certamente non modificherà il proprio comportamento per quelle presenze.
2) “E poi ci si chiede come mai continua ad essere alimentato l’odio e continuano a scoppiare le guerre….”: Ma chi alimenta l’odio? L’esposizione del crocifisso e la presenza della Bibbia nei comodini oppure il condizionamento psicologico dell’individuo imposto da certe religioni che governano stati (a cui l’articolo non fa neanche un vago richiamo)
3) “quest’ultima [la verità della religione] per affermarsi dentro l’illuminato ha bisogno di fare strage di chi non è fedele o lo è in modo diverso.”: ma di quale religione e di quale verità stiamo parlando? Ma veramente si può pensare che un crocefisso o il Decalogo esposto o una bibbia nei cassetti dei comodini siano un’incitazione alla strage di credenti di altre religioni? Finora mi risulta che sono state fatte stragi di cristiani non solo in paesi dove i cristiani sono minoranze, ma anche in paesi dove la tradizione cristiana è millenaria. E queste stragi sono opera di credenti in religioni che non hanno bisogno di esporre i loro simboli, ma che impongono perfino l’istruzione dei bambini basata sulla religione.
4) “E la strage non è solo fisica, ma anche di diritto”: come si fa a mettere sullo stesso piano le stragi vere di persone innocenti (fisiche) con la emanazione di una legge che impone nei luoghi pubblici l’affissione del Decalogo, dove (ricordo all’autore dell’articolo) un comandamento è “Non uccidere”. E come si può richiamare, in questo contesto “stragista”, i Patti Lateranensi, che sono il risultato degli eventi storici dell’Italia, che però si è data una Costituzione che ne afferma tutta la sua laicità e tolleranza, lasciando libertà di opinione e di religione? Se queste fossero le argomentazioni rilevanti sulle stragi fisiche e del diritto, sarebbe quasi naturale farsi l’opinione che in quegli altri Paesi, che non vengono neanche vagamente chiamati in causa, governati secondo altri comandamenti religiosi e che insegnano questi loro comandamenti anche nelle scuole già dai primi anni, diritto, tolleranza e libertà di opinione siano più avanzati. Ma naturalmente l’autore non lo dice; anzi direbbe che non aveva intenzione di indurre tale opinione ingiustificata nel lettore.
5) Varrebbe infine la pena osservare come, nonostante le stragi del diritto (in Louisiana, nei paesi laici e democratici e in Italia), nella democratica Lousiana la legge in questione è contestata liberamente e la sua costituzionalità sarà soggetta a giudizio in un tribunale federale indipendente.
Concludo: con questi commenti non voglio inneggiare alla presenza di crocifissi e decaloghi nei luoghi pubblici, ma solo evidenziare che argomentazioni tendenziose di questo genere (una volta si parlava di pensiero debole), mi convincono ancora di più della necessità di salvaguardare la nostra cultura liberale (che è ampiamente, anche se non pienamente, tollerante) e le forme della società occidentale, che sono conquiste di tutta l’umanità e per tutta l’umanità, anche per quella che attualmente è sotto un giogo religioso oscurantista. Rinunciare ai nostri valori significa ricadere in un medioevo del quale ci siamo liberati dopo secoli.
29 giugno 2024 21:33 - enniusfirst
‘il buon-vecchio Marx..’ attribuiva alla religione la qualifica di 'l'oppio dei popoli' .
Visti i risultati del comunismo, laddove si è applicato, penso che Marx darebbe alle sue teorie il medesimo giudizio.
Dobbiamo guardarci dagli eccessi delle religioni così pure da quelli delle ideologie atee che promettono di realizzare ‘il paradiso in terra’ con gulag, ghigliottine, regimi di terrore , grandi purghe e nichilismo.
29 giugno 2024 11:57 - Filanto_051
La religione rappresenta 'l'oppio dei popoli' così argomentava il buon-vecchio Marx..
La spiegazione [ecco la utilità di Internet] é che essa funzionerebbe 'da supporto' per chi é sofferente e/o bisognoso di cure anche 'psicologiche'
come una droga, appunto..
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