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18 novembre 2024 18:30 - enniusfirst
È dal '48, anno di costituzione e riconoscimento da parte dell Onu, che Israele si batte per la sua esistenza con guerre dal 1948 al 1973 subite dagli Israeliani  dagli stati confinanti, approvate dai Palestinesi, con l'aggiunta di varie intifade e attentati terroristici.

Ricordo la proposta di Israele nel 2000 Vertice di Camp David.
"..ad Arafat vennero offerti tutti i territori contenuti nella Striscia di Gaza, il 91% dell’area della Cisgiordania e l’amministrazione palestinese sulla parte Est di Gerusalemme.

Arafat rifiutò..." .

Morale: mentre da parte Israeliana la volontà di riconoscere uno Stato della Palestina è esistita, da parte dei Palestinesi non c’è mai stata l’intenzione di riconoscere l’esistenza di Israele.

Di sfuggita, ricordo come iniziò l’esodo ‘forzato’ di 700.000 arabi palestinesi dai territori occupati da Israele nel corso della prima guerra arabo-israeliana del 1948.

“Dall'indomani del voto del Piano di partizione all'ONU, ….. la violenza monta e si allarga: attentati, rappresaglie fanno decine di morti senza che qualcuno riesca a controllare e a metter fine a tutto ciò.

Da gennaio, sotto l'occhio indifferente delle autorità britanniche, le operazioni assumono un andamento più militare con l'ingresso nella Palestina mandataria di numerosi reggimenti dell'Esercito Arabo di Liberazione che si dislocano nelle differenti città costiere e rinforzano la Galilea e la Samaria.[17] ?Abd al-Q?dir al-?usayn? giunge anch'egli, alla testa di diverse centinaia di uomini dell'Esercito del Sacro Jihad e, dopo aver reclutato varie migliaia di altri volontari, organizza il blocco di Gerusalemme, dove scoppiano violenti combattimenti.[18].

Mentre la popolazione ebraica ha ricevuto rigide disposizioni che le impongono di rimanere a tutti i costi sul territorio che occupano,[19] la popolazione araba è maggiormente sottomessa alla situazione d'insicurezza che conosce il Paese.

«Il panico s'allarga nelle classi agiate arabe e si assiste a un esodo regolare da parti di quanti possono permettersi di abbandonare il Paese»[20].
Da dicembre 1947 a gennaio 1948, sono 70.000 arabi all'incirca che fuggono l'insicurezza crescente e gli agglomerati urbani.[21] A fine marzo 1948, il totale dei rifugiati salirà a 100.000 persone circa.[22]

Fra costoro si trovano principalmente i componenti delle classi medie e superiori, fra cui la maggior parte delle famiglie dei rappresentanti del Supremo Comitato Arabo o dei dirigenti locali.[25] Partono ugualmente gli arabi stranieri insediati in Palestina. Tramite i porti di Haifa e di Giaffa, o l'aeroporto di Lidda,[26] tutte queste famiglie vanno a insediarsi nelle capitali arabe vicine.[27] Esse sperano del pari di tornare, una volta terminate le ostilità, com'era già stato il caso della Grande rivolta araba degli anni 1936-1939.[28], [26]

Costoro costituiscono la prima ondata, quella principalmente mossasi volontariamente, di rifugiati palestinesi del conflitto.”
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