È dal '48, anno di costituzione e riconoscimento da parte
dell Onu, che Israele si batte per la sua esistenza con
guerre dal 1948 al 1973 subite dagli Israeliani dagli
stati confinanti, approvate dai Palestinesi, con l'aggiunta
di varie intifade e attentati terroristici.
Ricordo la proposta di Israele nel 2000 Vertice di Camp
David.
"..ad Arafat vennero offerti tutti i territori contenuti
nella Striscia di Gaza, il 91% dell’area della
Cisgiordania e l’amministrazione palestinese sulla parte
Est di Gerusalemme.
Arafat rifiutò..." .
Morale: mentre da parte Israeliana la volontà di
riconoscere uno Stato della Palestina è esistita, da parte
dei Palestinesi non c’è mai stata l’intenzione di
riconoscere l’esistenza di Israele.
Di sfuggita, ricordo come iniziò l’esodo ‘forzato’
di 700.000 arabi palestinesi dai territori occupati da
Israele nel corso della prima guerra arabo-israeliana del
1948.
“Dall'indomani del voto del Piano di partizione all'ONU,
….. la violenza monta e si allarga: attentati,
rappresaglie fanno decine di morti senza che qualcuno riesca
a controllare e a metter fine a tutto ciò.
Da gennaio, sotto l'occhio indifferente delle autorità
britanniche, le operazioni assumono un andamento più
militare con l'ingresso nella Palestina mandataria di
numerosi reggimenti dell'Esercito Arabo di Liberazione che
si dislocano nelle differenti città costiere e rinforzano
la Galilea e la Samaria.[17] ?Abd al-Q?dir al-?usayn? giunge
anch'egli, alla testa di diverse centinaia di uomini
dell'Esercito del Sacro Jihad e, dopo aver reclutato varie
migliaia di altri volontari, organizza il blocco di
Gerusalemme, dove scoppiano violenti combattimenti.[18].
Mentre la popolazione ebraica ha ricevuto rigide
disposizioni che le impongono di rimanere a tutti i costi
sul territorio che occupano,[19] la popolazione araba è
maggiormente sottomessa alla situazione d'insicurezza che
conosce il Paese.
«Il panico s'allarga nelle classi agiate arabe e si assiste
a un esodo regolare da parti di quanti possono permettersi
di abbandonare il Paese»[20].
Da dicembre 1947 a gennaio 1948, sono 70.000 arabi
all'incirca che fuggono l'insicurezza crescente e gli
agglomerati urbani.[21] A fine marzo 1948, il totale dei
rifugiati salirà a 100.000 persone circa.[22]
Fra costoro si trovano principalmente i componenti delle
classi medie e superiori, fra cui la maggior parte delle
famiglie dei rappresentanti del Supremo Comitato Arabo o dei
dirigenti locali.[25] Partono ugualmente gli arabi stranieri
insediati in Palestina. Tramite i porti di Haifa e di
Giaffa, o l'aeroporto di Lidda,[26] tutte queste famiglie
vanno a insediarsi nelle capitali arabe vicine.[27] Esse
sperano del pari di tornare, una volta terminate le
ostilità, com'era già stato il caso della Grande rivolta
araba degli anni 1936-1939.[28], [26]
Costoro costituiscono la prima ondata, quella principalmente
mossasi volontariamente, di rifugiati palestinesi del
conflitto.”