Purtoppo sono dati di fatto e discuterli filosoficamente
equivale a parlare del sesso degli Angeli. O, peggio ancora,
ad una sorta di mera masturbazione mentale. E dopo
tutte queste belle parole documentate cosa ne ricavi? Aria
fritta! Occorre rendersi conto che esiste una norma a
cui ci si deve, volenti o nolenti, adeguare: quando vai a
casa di qualcuno devi cantare la sua canzone. Pertanto
senza essere pupazzi, ma immettendo la propria personalita`
in tutte le cose, viviamo tranquillamente perche` ci sono
"maschere" che uccidono, altre che muoiono di
fame, altre di cancro e mille altre malattie, e questi sono
i problemi veri. Proviamo a risolvere questi, poi che sia
stata una "maschera" buona o umana o qualsiasi
altra e` lo stesso. Secondo te, e` piu` importante
raggiungere l'obiettivo o e` piu` importante avere
ragione? Priorita`. Ciao
28 febbraio 2003 0:00 - alessandro biagiotti
Oh! Quante domande ti fai Laurina? non ci far impazzire!!
Perdio tu 'mmai konfuso; per ognuna ci vorrebbe gli anni
di Cristo per risponderti, comunque se avessi tempo sarei in
grado di risponderti a tutte; ANCHE CON CHIAREZZA. Firmato
L'uomo mascherato.
23 febbraio 2003 0:00 - Laura D'Alex
C'è ,forse, l'immagine che vogliamo offrire di noi
agli altri (maschera), la conoscenza che abbiamo esperito di
noi stessi, l'immagine che gli altri -singolarmente
presi- percepiscono di noi, l'"indistinto
personale" cui la nostra coscienza non ancora accede e
che, forse, a tratti traspare all'esterno... Mi pare che
il gioco di maschere sia multiforme, variegato, incessante e
mutevole. Indossiamo la maschera per apparire a noi e agli
altri e per difendere la fragilità e l'incoerenza, per
controllare e reprimere, per sostenere e cancellare. In
quale modo si stratificano le mutevoli maschere, che
pensiamo di strapparci/strappare durante l'adolescenza
e la giovinezza e che riconosciamo fatte della trama
storica della nostra anima, e perciò non eliminabili,
durante la maturità ?