Per situazioni di estrema contigenza, perchè non pensare a
un organismo statale che bilancia le speculazioni di
mercato, ad esempio immagazzinando le materie prime
(petrolio e altro) prima che siano oggetto di rincari non
controllati, per poi rimmetterle sul mercato qualora gli
avvenimenti precipitassero. Cordiali saluti pietro
15 marzo 2003 0:00 - Emilio Sansone
Per l'intera durata del conflitto, bisognerebbe
instaurare un regime di prezzi lordi bloccati al consumo e
tassazione variabile. Esempio: si stabilisce che la benzina
debba costare 1 euro al litro. Lo Stato, sulla benzina, se
non ricordo male attualmente si pappa oltre i 2/3 del prezzo
al consumo. Se, in corso di conflitto, il greggio aumenta,
lo Stato diminuisce il prelievo fiscale e il consumatore
continua a pagare 1 euro al litro. In tal modo sarebbe, una
volta tanto, lo Stato in prima persona a caricarsi la
responsabilità effettiva dell'emergenza, ingabbiando
gli "sciacalli" (gli speculatori), che già si
fregano le mani al pensiero del ricco bottino da rastrellare
ai danni del solito pollo indifeso (il consumatore). I
commercianti onesti non verrebbero penalizzati, e i
disonesti se la prenderebbero in saccoccia. A proposito:
ieri ho sentito dire che il prezzo del barile di petrolio è
diminuito. Qualcuno di voi ha visto diminuzioni del prezzo
alla pompa?