Ringrazio tutti coloro che hanno voluto esprimere le proprie
opinioni, in merito alle proposte che abbiamo fatto per
garantire informazione e trasparenza su un prodotto che fa
parte della nostra storia: il vino. Vado per
argomenti: - etichettatura europea: la competenza per
le etichette e' della Unione europea. Una integrazione,
quale e' quella che abbiamo proposto, non potrebbe che
passare attraverso una decisione europea. - bottiglie
da 0,75-1 litro: un tempo le bottiglie avevano un volume di
0,66 e alcune, come i fiaschi, 2 litri. E' evidente che
il passaggiop alla bottiglia da 1 litro deve avvenire
gradualmente. A tutt'oggi nei supermercati viene
riportato il prezzo anche al litro, nelle enoteche, che sono
le piu' care, non abbiamo rilevato il rispetto per
questo obbligo comunitario. La confezione da 1 litro o anche
di 5 litri, diminuirebbe la quantita' di rifiuti e
contribuirebbe ad una informazione piu' chiara per il
consumatore. - anelli deboli, produttore e
consumatore: e' noto che la distorsione del nostro
sistema distributivo contribuisce ad aumentare i costi in
modo inverosimile. Lo abbiamo dimostrato lo scorso anno con
i prodotti ortofrutticoli, lo confermiamo anche con il vino,
avendo ascoltato la voce di alcuni produttori. In varie
trasmissioni e dibattiti sulla stampa, non abbiamo mai avuto
il piacere di sentire una analisi dei costi all'origine
e di intermediazione (dicasi commercio). Al massimo ci si
lamenta dell'eccessivo costo del vino senza andare a
individuare le responsabilita'. - troppo una
bottiglia al giorno? Come abbiamo detto una bottiglia porta
tre quarti di litro e un quarto a testa, al giorno, per una
famiglia di tre persone non ci pare che conduca
all'alcolismo. Quanto ai prezzi sappiamo che esistono
vini in bottiglia a 4 euro. E la qualita'?
17 aprile 2003 0:00 - PIPPO ROSCIGLIONE
Sono daccordo sulla trasparenza nelle etichette dei prodotti
alimentari e quindi anche del vino, a patto che questa norma
diventi obbligatoria in tutta la U.E. Per quanto
riguarda il prezzo finale bisogna distinguere se il vino
viene acquistato nei supermercati, e onestamente si possono
trovare buoni prodotti a meno di 5 Euro a bottiglia, o
consumato nei luoghi di ristorazione ove intervengono nella
determinazione del prezzo finale altri fattori: la categoria
del locale, il servizio offerto ecc... d'altronde non
vedo perchè se si è disposti a spendere 20/25 euro per un
filetto ci si debba poi scandalizzare se una bottiglia di
vino costi altrettanto. Bisogna distinguere tra il
prodotto di qualità ed il vino da tavola di più facile
consumo; sia la qualità sia soltanto la "griffe"
in tutte le categorie merceologiche si pagano di più.
E' impensabile per un consumatore medio avere un
guardaroba solo con abiti firmati o di alta sartoria; la
bottiglia "firmata" la si stappa in occasioni
particolari, non tutti i giorni. Semmai bisogna
chiedersi se quella che viene presentata e venduta come una
bottiglia di qualità, ad un prezzo elevato, contenga
realmente un vino di qualità: prima di
"investire" una somma su di una bottiglia sarebbe
meglio accertarsi effettivamente del suo contenuto.
16 aprile 2003 0:00 - alvaro d'ambrosio
sono d'accordissimo !!!!
16 aprile 2003 0:00 - florindo boianelli
E'una vera e propria carognata ai danni dei consumatori.
Se questi devono essere i costi del cosiddetto vino
"vero", che tutti avrebbero il diritto di bere in
modiche quantità giornaliere, non fosse che per motivi di
difesa dell'organismo, allora si inserisca il prezzo
reale di tali vini nel paniere di calcolo del costo della
vita delle famiglie, ma chi le difende?Ormai sono allo
sbando e, mantenendoci sull'argomento, alla fine si opta
per dei vini economici confezionati o imbottigliati chissà
dove, come e scadenti. Finirà che le famiglie italiane,
tranne quelle poche che possono farselo da sole anzichè
bere vino, berranno solo acqua o tuttalpiù birra. La
ricerca della qualità si', ma a portata di tutte le
tasche per lo sviluppo del consumo di una bevanda naturale
ed antica e per far si' che non sparisca dalle tavole
italiane. Secondo il mio modestissimo parere, ora che
nell'UE sono entrati altri paesi produttori, finirà che
il prezzo di un buon vino lo faranno loro o magari paesi in
via di sviluppo e allora vedremo a chi rimarrà sullo
stomaco. In giro i corsi per sommelier o semplici
assaggiatori di vino si moltiplicano a vista per far si'
che con la scusa della qualità o della casa o del vigneto
decantato, tutti possano vantarsi di essere intenditori, a
caro prezzo però.
16 aprile 2003 0:00 - Massimiliano
Approvo in generale il contenuto, tranne 2 punti: Il
discorso della bottiglia da 1 litro non ha molto senso, non
darebbe un vero vantaggio, al contrario una dimensione non
standard darebbe svantaggi a livello di produzione (minori
volumi di produzione-acquisto per prodotti non standard), e
a livello logistico, con conseguente aggravio dei costi.
Basterebbe l'indicazione del costo al litro per dare
maggiore trasparenza.
Quello che però mi trova
fortemente in disaccordo è l'accomunare il produttore
al consumatore, definendoli entrammbi anelli deboli. Il
produttore non è un anello debole, è la prima sorgente del
bene. Ci sono ormai sistemi distributivi e di vendita
alternativi (tra cui, ma non solo, l'e-commerce) che
funzionano, se solo si ha il coraggio di usarli. Invece i
produttori troppo spesso rimangono per pigrizia o per timore
nell'immobilismo dei canali distributivi standard, che
danno pochissimo valore aggiunto a fronte dei ricarichi
esosi di cui si parla nel vostro intervento.
16 aprile 2003 0:00 - Alex Amelotti
Se alcune delle richieste sono parzialmente condivisibili,
altre mi risultano incomprensibili. Le bottiglie da
0,75 sono ormai una tradizione assunta dal settore - passare
al 0,5 o 1 litro significherebbe dover cambiare tutta la
tecnologia, con un costo folle in particolare per i
produttori minori: ma possibile che le associazioni dei
consumatori debbano diventare sempre alleate dei grandi
produttori e della grande distribuzione? 13 euro a
bottiglia per un buon vino? Una famiglia di oggi dovrebbe
consumare non più di 1/2 bottiglia al giorno, oltre si
passa all'alcolismo (noi, famiglia standard, 2 adulti e
un bimbo, consumiamo un bicchiere a pranzo e due bicchieri
per cena). E inoltre, si trovano vini assolutamente
dignitosi per 6-7-8 euro. Tre euro al giorno per un buon
vino è accettabile, secondo me. Se poi qualcuno vuole bere
solo brunelli e baroli, affari suoi. Insomma, ADUC,
attenti a non esagerare. Un consumatore attento
Alex Amelotti
15 aprile 2003 0:00 - pcoraz
A parte le bottiglie da 0,75 che vanno benissimo, sono
perfettamente d'accordo con l'articolo di
Mastrantoni, in particolare sul ricarico dal produttore al
consumatore, che è veramente eccessivo. Ciò fa si che non
solo quasi tutti i consumatori si vedono obbligati a bere
vino di non ottima qualità, ma anche i produttori sono
costretti a produrre vino non eccellente per poter tenere
bassi i costi al dettaglio. Nelle rivendite del mio paese
(e scrivo dal Friuli) il vino di una certa qualità è ormai
fuori portata, è ormai quasi diventato un prodotto di lusso
(e c'è sempre chi se lo può permettere, naturalmente).
Ciao