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18 aprile 2003 0:00 - Primo Mastrantoni
Ringrazio tutti coloro che hanno voluto esprimere le proprie opinioni, in merito alle proposte che abbiamo fatto per garantire informazione e trasparenza su un prodotto che fa parte della nostra storia: il vino.
Vado per argomenti:
- etichettatura europea: la competenza per le etichette e' della Unione europea. Una integrazione, quale e' quella che abbiamo proposto, non potrebbe che passare attraverso una decisione europea.
- bottiglie da 0,75-1 litro: un tempo le bottiglie avevano un volume di 0,66 e alcune, come i fiaschi, 2 litri. E' evidente che il passaggiop alla bottiglia da 1 litro deve avvenire gradualmente. A tutt'oggi nei supermercati viene riportato il prezzo anche al litro, nelle enoteche, che sono le piu' care, non abbiamo rilevato il rispetto per questo obbligo comunitario. La confezione da 1 litro o anche di 5 litri, diminuirebbe la quantita' di rifiuti e contribuirebbe ad una informazione piu' chiara per il consumatore.
- anelli deboli, produttore e consumatore:
e' noto che la distorsione del nostro sistema distributivo contribuisce ad aumentare i costi in modo inverosimile. Lo abbiamo dimostrato lo scorso anno con i prodotti ortofrutticoli, lo confermiamo anche con il vino, avendo ascoltato la voce di alcuni produttori. In varie trasmissioni e dibattiti sulla stampa, non abbiamo mai avuto il piacere di sentire una analisi dei costi all'origine e di intermediazione (dicasi commercio). Al massimo ci si lamenta dell'eccessivo costo del vino senza andare a individuare le responsabilita'.
- troppo una bottiglia al giorno? Come abbiamo detto una bottiglia porta tre quarti di litro e un quarto a testa, al giorno, per una famiglia di tre persone non ci pare che conduca all'alcolismo. Quanto ai prezzi sappiamo che esistono vini in bottiglia a 4 euro. E la qualita'?
17 aprile 2003 0:00 - PIPPO ROSCIGLIONE
Sono daccordo sulla trasparenza nelle etichette dei prodotti alimentari e quindi anche del vino, a patto che questa norma diventi obbligatoria in tutta la U.E.
Per quanto riguarda il prezzo finale bisogna distinguere se il vino viene acquistato nei supermercati, e onestamente si possono trovare buoni prodotti a meno di 5 Euro a bottiglia, o consumato nei luoghi di ristorazione ove intervengono nella determinazione del prezzo finale altri fattori: la categoria del locale, il servizio offerto ecc... d'altronde non vedo perchè se si è disposti a spendere 20/25 euro per un filetto ci si debba poi scandalizzare se una bottiglia di vino costi altrettanto.
Bisogna distinguere tra il prodotto di qualità ed il vino da tavola di più facile consumo; sia la qualità sia soltanto la "griffe" in tutte le categorie merceologiche si pagano di più. E' impensabile per un consumatore medio avere un guardaroba solo con abiti firmati o di alta sartoria; la bottiglia "firmata" la si stappa in occasioni particolari, non tutti i giorni.
Semmai bisogna chiedersi se quella che viene presentata e venduta come una bottiglia di qualità, ad un prezzo elevato, contenga realmente un vino di qualità: prima di "investire" una somma su di una bottiglia sarebbe meglio accertarsi effettivamente del suo contenuto.
16 aprile 2003 0:00 - alvaro d'ambrosio
sono d'accordissimo !!!!
16 aprile 2003 0:00 - florindo boianelli
E'una vera e propria carognata ai danni dei consumatori. Se questi devono essere i costi del cosiddetto vino "vero", che tutti avrebbero il diritto di bere in modiche quantità giornaliere, non fosse che per motivi di difesa dell'organismo, allora si inserisca il prezzo reale di tali vini nel paniere di calcolo del costo della vita delle famiglie, ma chi le difende?Ormai sono allo sbando e, mantenendoci sull'argomento, alla fine si opta per dei vini economici confezionati o imbottigliati chissà dove, come e scadenti. Finirà che le famiglie italiane, tranne quelle poche che possono farselo da sole anzichè bere vino, berranno solo acqua o tuttalpiù birra. La ricerca della qualità si', ma a portata di tutte le tasche per lo sviluppo del consumo di una bevanda naturale ed antica e per far si' che non sparisca dalle tavole italiane. Secondo il mio modestissimo parere, ora che nell'UE sono entrati altri paesi produttori, finirà che il prezzo di un buon vino lo faranno loro o magari paesi in via di sviluppo e allora vedremo a chi rimarrà sullo stomaco. In giro i corsi per sommelier o semplici assaggiatori di vino si moltiplicano a vista per far si' che con la scusa della qualità o della casa o del vigneto decantato, tutti possano vantarsi di essere intenditori, a caro prezzo però.
16 aprile 2003 0:00 - Massimiliano
Approvo in generale il contenuto, tranne 2 punti:
Il discorso della bottiglia da 1 litro non ha molto senso, non darebbe un vero vantaggio, al contrario una dimensione non standard darebbe svantaggi a livello di produzione (minori volumi di produzione-acquisto per prodotti non standard), e a livello logistico, con conseguente aggravio dei costi.
Basterebbe l'indicazione del costo al litro per dare maggiore trasparenza.

Quello che però mi trova fortemente in disaccordo è l'accomunare il produttore al consumatore, definendoli entrammbi anelli deboli.
Il produttore non è un anello debole, è la prima sorgente del bene. Ci sono ormai sistemi distributivi e di vendita alternativi (tra cui, ma non solo, l'e-commerce) che funzionano, se solo si ha il coraggio di usarli. Invece i produttori troppo spesso rimangono per pigrizia o per timore nell'immobilismo dei canali distributivi standard, che danno pochissimo valore aggiunto a fronte dei ricarichi esosi di cui si parla nel vostro intervento.
16 aprile 2003 0:00 - Alex Amelotti
Se alcune delle richieste sono parzialmente condivisibili, altre mi risultano incomprensibili.
Le bottiglie da 0,75 sono ormai una tradizione assunta dal settore - passare al 0,5 o 1 litro significherebbe dover cambiare tutta la tecnologia, con un costo folle in particolare per i produttori minori: ma possibile che le associazioni dei consumatori debbano diventare sempre alleate dei grandi produttori e della grande distribuzione?
13 euro a bottiglia per un buon vino? Una famiglia di oggi dovrebbe consumare non più di 1/2 bottiglia al giorno, oltre si passa all'alcolismo (noi, famiglia standard, 2 adulti e un bimbo, consumiamo un bicchiere a pranzo e due bicchieri per cena). E inoltre, si trovano vini assolutamente dignitosi per 6-7-8 euro. Tre euro al giorno per un buon vino è accettabile, secondo me. Se poi qualcuno vuole bere solo brunelli e baroli, affari suoi.
Insomma, ADUC, attenti a non esagerare.
Un consumatore attento
Alex Amelotti
15 aprile 2003 0:00 - pcoraz
A parte le bottiglie da 0,75 che vanno benissimo, sono perfettamente d'accordo con l'articolo di Mastrantoni, in particolare sul ricarico dal produttore al consumatore, che è veramente eccessivo. Ciò fa si che non solo quasi tutti i consumatori si vedono obbligati a bere vino di non ottima qualità, ma anche i produttori sono costretti a produrre vino non eccellente per poter tenere bassi i costi al dettaglio.
Nelle rivendite del mio paese (e scrivo dal Friuli) il vino di una certa qualità è ormai fuori portata, è ormai quasi diventato un prodotto di lusso (e c'è sempre chi se lo può permettere, naturalmente). Ciao
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