Ringrazio per l'apprezzamento. La soluzione sta in mano
al consumatore che, se informato, sara' in grado di
scegliere. Noi, come vede, ci proviamo. Occorrerebbe fare
una azione anche in sede comunitaria ma, come abbiamo detto,
gli interessi sono fortissimi. Grazie comunque. Se
e' disponibile ad una collaborazione nel campo
alimentare (o in altri) puo' senz'altro
contattarmi. Cordialmente Primo Mastrantoni
[email protected]
1 settembre 2003 0:00 - Carlo Morelli
... come medico attento al problema dell'alimentazione
(ricordiamo che gli inquinanti aerei spesso citati nel
parlare comune da tutti come causa di tumori, raggiungono in
verità nel nostro corpo tassi di concentrazione non di rado
ben più bassi delle eventuali sostanze tossiche ingerite
cronicamente con alimenti sbagliati), non posso che essere
felice di leggere la vostra critica alla dicitura "oli
vegetali" spesso presente tra gli ingredienti dei cibi.
Personalmente non compro cibi con questa dicitura, e
mia moglie mi sente ripetere, ogniqualvolta la leggo,
"cosa intendono con oli vegetali? che l'alternativa
da impiegare per confezionare alimenti siano gli oli
minerali? magari un bel multigrade esausto?"
Quello che vorrei aggiungere è che il rischio in questo
campo non è ipotetico ma ben presente: oli vegetali come
l'olio di colza hanno potenzialità epatocancerogene
spiccate (l'assioma "tanto è di origine
vegetale" fa coppia con le convinzioni di chi crede che
il geneticamente modificato sia tout court pericoloso);
altri oli come quelli di palma o di arachidi, a maggior
ragione se idrogenati, possono invece rappresentare una
forte controindicazione e quindi un rischio per chi soffre
di patologie cardiovascolari. Come per l'acqua,
scegliere l'olio (o alimenti che lo contengano) sulla
base della pubblicità come usualmente viene fatta
(ascientifica) può portare conseguenze inimmaginabili.
A vostra disposizione, colgo l'occasione di inviarvi i
miei più cordiali saluti. Carlo Morelli