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3 novembre 2003 0:00 - Leonardo Caputo
Vorrei rivolgere i miei sentiti ringraziamenti a Primo Mastrantoni per il suo giudizio avverso alla direttiva comunitaria n. 1019/2002. Finalmente una voce fuori dal coro di chi crede che un contadino che dichiara all'Unione Europea quanto faticosamente prodotto con le sue stesse mani, possa "creare", in casa, certi miscugli d'olio e spacciarli per puro olio extravergine d'oliva.
Questa normativa penalizzerà pesantemente i piccoli produttori (aziende agricole a conduzione familiare MONO-REDITTO con un massimo di 200 piante), costringendoli a conferire le olive ai grossisti (Ammasso volontario!) ad un prezzo bassissimo (attualmente 50 euro/quintale, ma la tendenza è al ribasso).
Vorrei capire chi difende i diritti sacrosanti di chi con lealtà, con amore, con esperienza e professionalità produce un olio extravergine di altissima qualità, da decenni e purtroppo per mancanza di mezzi non può far eseguire analisi costosissime sul suo prodotto.
In ogni caso, se il piccolo produttore deve sparire a causa della decisione di un governo, allora, mi pare giusto che quest'ultimo si accolli anche il loro possibile danno finanziario arrecato dall'applicazione del suddetto regolamento.
La normativa in questione colpirà indirettamente anche il consumatore che acquisterà, compreso nel prezzo dell'olio, anche il contenitore da 5 litri NON RIUTILIZZABILE! (Dov'è finita l'ecologiia?).
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