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1 giugno 2004 0:00 - Lilou
Come è possibile che in una società che fa a gara per manifestarsi la più civile ed evoluta in tema di rispeto dei diritti dell'uomo, laddove tra i diritti rientra uno dei primari: la libertà, ci siano persone che fanno del loro ruolo, uno dei più nobili -fare il medico- un potere per scegliere se propinare o meno un tipo di ntervento capce di scongiurare scelte successive molto più drastiche e lesive, sopattutto livello psicologico, per la donna. Decidere di non dare alla luce un figlio è sicuramente un errore che, per via della sua irreparabilità e, allo stesso tempo, della sua insana necessità (non si possono giudicare le motivazioni, che sono profondamente personali e incomprensibili a chi non vive l'eperienza) dovrebbe essere evitato. Spero di non dovermi mai trovare di fronte ad un bivio e, se dovesse succedere, spero di decidere per il meglio. Ho provato solo ad immedesimarmi in una persona che deve scegliere ed è stato orrido. Per questo è meglio offrire la possibilità di evitare di trovarsi a fare una scelta tanto distruttiva. E poi, scusate, ma i metodi anticoncezionali più classici, non sono comunque una forma non naturale di impedimento di impiantazione dell'ovulo? Grazie.
1 giugno 2004 0:00 - Francesco
trovo sommamemnte ridicolo che, in nome della libertà, si invochi la chiusura di un "luogo" dove pacificamente e senz'armi liberi cittadini si riuniscono.

trovo ulteriormente ridicolo che uno dei partecipanti a detto luogo invochi lo stesso atto (ma che ci va a fare, dottoressa Caporale).

trovo definitivamente ridicolo che, invocando la Costituzione della Repubblica, si invochi la chiusura di tutti i comitati in quanto "organismi autoritari".
31 maggio 2004 0:00 - Eddy Ceccarelli
Questo e' il testto di un messaggio che ho inviato al Comitato nazionale di Bioetica.

"Pillola del giorno dopo : sì all'obiezione di coscienza" .
La notizia mi rattrista profondamente (non lascio spazio alla rabbia perchè non serve). Mi vengono alla mente flash di vita vissuta, persone incontrate, le situazioni più disparate, talora difficili o drammatiche.
E penso ..... 'così ci tolgono tutto!'.
Che deve fare una donna che, per qualsiasi motivo, ha avuto un rapporto a rischio, o non voluto, o un problema 'tecnico'?
Come gestire l'emergenza?
Aspettare la gravidanza e magari interromperla?
Il medico -così è stato deciso- può rifiutare la prescrizione.
Ma è già tanto difficile, in poche ore, realizzare l'accaduto, capire, decidere, agire, andare dal medico....!
E poi l'assunzione che non è indolore..
Perchè chiuderci tutte le porte?
La pillola del giorno dopo non è certo il coronamento di una sessualità serena, matura, responsabile, ma qualche volta può essere tutto.
Non sono nè radicale, nè femminista arrabbiata : semplicemente una donna e una mamma fermamente contraria all'aborto per convinzione personale e per fede.
La vita è il bene più bello, più grande, più prezioso, degno di cura e di tenerezza.
Mi piacerebbe però che essa fosse rispettata sempre, anche quella delle donne... il loro diritto a star bene, serene, il diritto al 'soccorso'.
Giustamente l'Aduc definisce questa decisione una 'omissione di soccorso'.
L'Organismo Nazionale di Bioetica, che ha funzione di tutelare i diritti... di evitare gli abusi, dovrebbe dar prova di autentico spirito laico, di modernità e concretezza.
Senza cedere alle logiche del calcolo politico e di parte.
Nel ribadire delusione e amarezza per il Documento del Comitato, auspico una riflessione a tutto campo su questa e altre problematiche, a cominciare da un controllo più severo per la 194, alla fecondazione assistita. ..
Sempre mossi da una sincera sensibilità verso l'universo femminile.

Cordiali saluti,
Eddy Ceccarelli
31 maggio 2004 0:00 - www.pilloladelgiornodopo.it
A TUTTI I COMPONENTI DEL COMITATO NAZIONALE DI BIOETICA E SOPRATTUTTO A QUELLI CHE FINGONO DI INTERESSARSI DEI PROBLEMI DELLE DONNE E DELLA PREVENZIONE DELL'ABORTO, SARA' UTILE SOTTOLINEARE CIO' CHE RACCOMANDA L'ACOG AI GINECOLOGI AMERICANI PER LA PREVENZIONE DELLE GRAVIDANZE INDESIDERATE, CHE DALLA COMUNITA' SCIENTIFICA SERIA E DALLA OMS E' CONSIDERATO "GRAVE PROBLEMA DI SALUTE PUBBLICA :
PRESCRIVERE LA PILLOLADELGIORNODOPO AD "OGNI DONNA, OGNI VISITA"(QUESTO NEI POCHI PAESI IN CUI E' NECESSARIA LA PRESCRIZIONE) ( ACOG (Associazione Ginecologi Americani)     

ACOG will step up its public education campaign, "Every Woman, Every Visit." We will continue to urge that ob-gyns across the nation provide advance prescriptions for EC to all reproductive age women at every office visit. Through the media, which has been so effective in promoting awareness of EC, we will also remind women to ask their doctor for advance prescriptions for EC.
ACOG's campaign, while it increases access to EC for many women..
BOLLETTINO ACOG - 07/05/2004

POTREMMO, INOLTRE, AGLI ILLUSTRI COMPONENTI DEL COMITATO NAZIONALE DI BIOETICA (SIC!) CONSIGLIARE DI LEGGERE LA MONOGRAFIA DI APRILE 2004 DELL' AMERICAN JOURNAL OF OBSTETRICS AND GYNECOLOGY.
LA POSIZIONE DI CINZIA CAPORALE, FLAMIGNI etc... E' A DIR POCO INCOMPRENSIBILE.
CONDIVIDIAMO IN PIENO LA POSIZIONE DELL'ADUC E VI RINGRAZIAMO
www.pilloladelgiornodopo.it
29 maggio 2004 0:00 - Cinzia Caporale
Un buon liberale è sempre pronto a battersi per aumentare le libertà personali.
Abbiamo esaminato la letteratura scientifica. Nonostante la quasi totalità degli studi pubblicati su riviste internazionali (con peer review) abbia dimostrato che l'attività principale del Norlevo sia anti-ovulatoria, alcuni studi dimostrerebbero anche un'attività anti-annidatoria.
Per un cattolico, che fa risalire l'inizio della vita allo zigote, prescrivere o somministrare un farmaco che interrompe lo sviluppo dell'embrione può comportare un problema di coscienza. Abbiamo anche precisato nel testo che ciò non ha nulla a che vedere con l'interruzione di gravidanza in senso proprio: abbiamo infatti esplicitamente ricordato che l'inizio della gravidanza, secondo la definizione dell'OMS, coincide con l'impianto nella parete uterina.
Ti ricordo inoltre che già il codice di deontologia medica, all'art. 19, ammette che il medico possa rifiutare di mettere in atto pratiche che stridono con la propria coscienza o con i propri convincimenti clinici (ovviamente non in caso di pericolo gravissimo per il paziente).
La nostra nota semplicemente esplicita, con un richiamo ad una "clausola di coscienza" (forma assai attenuata dell'obiezione di coscienza), tale libertà che è già garantita al medico.
Battendomi inizialmente da sola contro la componente cattolica, sono riuscita a far aggiungere al testo una seconda parte che qui di seguito riporto integralmente:

I professori Caporale, Amato, Barni, Battaglia, Coghi, d'Avack, Flamigni, Gaddini, Mathieu, Neri, Santori, Schiavone, Silvestro, … (altri si aggiungeranno)
· condividono le motivazioni e le conclusioni sopra esposte pur ribadendo che la legittimazione deontologica al rifiuto della prescrizione del LNG risulta chiara e sufficiente rispetto al comprensibile e legittimo desiderio da parte del medico di potersi astenere da prestazioni che contrastino con la propria coscienza e/o il proprio convincimento clinico (Codice di Deontologia medica del 20/11/2000, art. 19);
· esprimono il convincimento che nell’analisi delle questioni bioetiche gli interessi di tutti i soggetti coinvolti vadano tenuti nella debita considerazione;
· rilevano che l’eventuale ampliamento delle libertà del medico non è scevro di conseguenze per la possibilità da parte delle donne di accedere senza disagi aggiuntivi al principio farmacologico in questione;
· invitano quindi le Autorità e Istituzioni competenti, anche ai sensi dell’art. 117 lettera m della Costituzione italiana, a vigilare ed eventualmente provvedere affinché su tutto il territorio nazionale l’esercizio della “clausola di coscienza” da parte dei medici operanti nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale non implichi difficoltà rilevanti e una restrizione di fatto delle libertà e dei diritti civili e sociali a carico delle donne.

Costituzione italiana, art. 117, lettera m
[Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:] m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;

Codice di Deontologia medica del 20/11/2000, art. 19 (Rifiuto d'opera professionale)
Il medico al quale vengano richieste prestazioni che contrastino con la sua coscienza o con il suo convincimento clinico, può rifiutare la propria opera, a meno che questo comportamento non sia di grave e immediato nocumento per la salute della persona assistita.

Come vedi, la componente cattolica più oltranzista (in particolare Bompiani ed Eusebi, ma non ad esempio Mathieu!), spera che la clausola di coscienza impedisca a molte donne di accedere al farmaco e non ha quindi accettato, dopo un anno di discussioni serrate, di contemplare i diritti delle donne. Peccato. Il titolo che avrei fatto su un giornale sarebbe stato: Sì alla libertà del medico ma, per i cattolici, le donne non esistono.
Condivido la possibilità di accedere al farmaco senza ricetta ma quando si risponde a un quesito, per statuto dobbiamo limitarci all'argomento proposto in senso stretto. Quando e se ci porranno il quesito i farmacisti, ci sarà modo di prendere questa posizione in modo chiaro e netto. Perché non lo presenta l'Aduc? Potreste farlo tranquillamente, e noi saremmo "costretti" a rispondere.
Tuttavia, che liberale e in particolare libertario è chi impedisce la libertà degli altri? (in questo caso dei medici)
Mi meraviglia che tu non sia d'accordo...
Tra l'altro, personalmente credo (o almeno auspico) che non ci saranno delle conseguenze negative particolarmente rilevanti. Prima di tutto da liberale penso che sia sempre meglio avere a che fare con un sistema trasparente (in cui il medico dice esplicitamente che non vuole prescrivere il farmaco) piuttosto che con una situazione clandestina di fatto (cerchi il medico e lui non si fa trovare, dice che non ha con sé il ricettario etc.). Inoltre, la clausola di coscienza non potrà essere invocata al momento, ma dovrà essere dichiarata "prima". Ad esempio, quando ci iscriveremo alla lista dei medici di base potremo sapere se il medico obietta e ne sceglieremo un altro. Ce li vedi i medici ad assumersi il rischio di perdere pazienti?
La mia posizione è molto semplice: massima libertà per tutti. Per i medici cattolici, nel rispetto delle conseguenze negative che si potrebbero verificare. Per i farmacisti, in un sistema liberalizzato nel quale non esistono più licenze. Per le donne tutte, in grado di accedere al farmaco senza ricetta.
Non baratto la mia libertà con l'imposizione a un cattolico di prescrivermi un medicinale che non approva. No grazie.
Cinzia Caporale, componente del Comitato Nazionale di Bioetica

PS: Riguardo all'omissione di soccorso, basta leggersi la relativa legge per capire che si tratta di un'iperbole propagandistica. Però sono d'accordo con Donvito quando dice che i comitati andrebbero aboliti. Le mie ragioni sono che i comitati sono spesso organismi autoritari i cui giudizi dipendono troppo dalla composizione: sai chi hai nominato e conosci già quello che verrà fuori... Però, coerentemente, io penso questo di TUTTI i comitati. Differentemente da Donvito a cui i comitati che piacciono, ad esempio la Commissione Dulbecco, paiono convincenti.
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