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30 luglio 2004 0:00 - Mario
Sempre per stare in tema vi propongo questo articolo del Corriere Della Sera del 29/07/2004

rimango perplesso da tanta "stupidità" da parte dei giornalisti di regime... da una parte dicono che i consumi sono diminuiti e dall'altra che i costi sono aumentati.

Le mie conclusioni sono che i prezzi sono saliti vertiginosamente a fronte di consumi ridotti (minore spesa da parte dei cittadini = maggiori costi).
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Aumento di circa il 5% rispetto al 2002 per nucleo famigliare
Spese delle famiglie: 2.313 euro al mese
Si va dai 2.538 euro del Nord ai 1.892 euro del Sud: una differenza di oltre un terzo riferita alla cifra del Meridione
ROMA - Le famiglie italiane nel 2003 hanno speso in media 2.313 euro al mese, con un aumento di 119 euro rispetto all'anno precedente (+5% circa). È quanto risulta all'Istat nel rapporto annuale sui consumi delle famiglie italiane. In realtà ci sono molte differenze tra le varie regioni, sia per quanto riguarda il valore assoluto delle spese che nella scomposizione tra le diverse voci di spesa.

NORD E SUD - Nel Nord la spesa media mensile di una famiglia si aggira sui 2.538 euro (+5,9% rispetto al 2002). Al Centro, invece, le spese sono di 2.466 euro (+5%), mentre nel Mezzogiorno la spesa mensile si è attestata lo scorso anno a 1.892 euro (+4,8%). Una differenza non da poco: 647 euro, pari a più di un terzo delle spese delle famiglie del Sud.

451 EURO PER GLI ALIMENTARI - Nel 2003 una famiglia ha speso in media ogni mese 451 euro nell'acquisto di cibi e bevande (+26 euro rispetto a un anno prima). La spesa per i generi non alimentari, invece, si è attestata a circa 1.862 euro al mese (+92 euro). Nel 2003 secondo l'Istat la spesa media mensile delle famiglie per generi alimentari e bevande rappresenta il 19,5% della spesa mensile totale (+0,1% rispetto all'anno precedente). È la carne ad assorbire la quota di spesa più alta (4,4%). Gli incrementi per le spese alimentari sono marcati in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Valle d'Aosta, mentre l'aumento della spesa non alimentare è particolarmente accentuato nel Trentino-Alto Adige. Nel Centro, invece, è la spesa alimentare a registrare la crescita più significativa (da 443 euro a 469 euro), mentre quella non alimentare è di 1.998 euro. In Umbria e Marche si registra l'aumento più sostenuto per i generi alimentari e bevande, una tendenza analoga si rileva in Toscana e Lazio per i non alimentari. Nel Mezzogiorno l'aumento dei livelli di spesa riguarda, in ugual misura, la componente alimentare (da 435 a 454 euro) e quella non alimentare (da 1.371 a 1.437). Gli incrementi più elevati sono stati registrati in Molise e Puglia per i consumi alimentari e in Molise e in Sardegna per i non alimentari. In Sicilia è diminuita sia la spesa alimentare che quella non alimentare (da 434 a 425 e da 1.362 a 1.326 euro).
29 luglio 2004 - Corriere.it anche sul tuo cellulare Tim, Vodafone o Wind


29 luglio 2004 0:00 - FABRIZIO
Noi 50enni e non solo noi, ma dall'età della ragione in poi, siamo ormai "fregati" !
Solo i bambinetti appena venuti a contatto col mondo dei soldi (e quindi "vergini" da questo punto di vista) sapranno (spero) crescere con la mentalità che quei pezzettini di ferro insignificanti valgono tanto quanto 1 o 2 litri di benzina.

Quando avevo 9 anni ricordo che spesi ben 300 lire (3 monete da 100) per comprare un piccolo modellino in balsa di un aliante a elastico (il "PIPPO").
Quando arrivai a casa mia mamma mi assalì accusandomi di aver "buttato via" ben 300 lire per 3 pezzi di legno !
Allora mio papà, impiegato statale, prendeva circa 30.000 lire al mese e quelle 300 lire erano 1/100 dello stipendo (come se oggi, un bimbo di 9 anni, spendesse 20.000 lire (o 10 euro) per fare lo stesso acquisto (oggi un impiegato prende 1000 euro).
Noialtri, crescendo, abbiamo "assorbito e metabolizzato" una inflazione di circa 60-100 volte in oltre 40 anni.
Temo che nel giro di un anno ancora, le 1000 lire saranno pari ad un euro in qualunque settore (tranne che negli stipendi)e non solo negli aumenti scriteriati di talune categorie.

A meno che ......

A meno che noi tutti si diventi velocemente maturi e coscienti, ma temo sia questa una pura utopia !
Oggi in Italia, ci sono in giro troppi Mercedes, troppe BMW, troppi SUV, le spiegge ed i traghetti per la sardegna segnano il tutto esaurito, gli alberghi delle nostre riviere sono tutti stracolmi, i cinema, i Pub, i ballabili, tutto é stracolmo ed esaurito !

E allora ?

Allora vuol dire che, delle 2:

1) O ci lamentiamo "a gamba sana" come si suol dire al mio paese;

2) Oppure in Italia si stanno delineando 2 categorie di pesone che si stanno allontanando molto tra loro:

I molto ricchi ed i molto poveri !

Ceto medio ....... Addio !!!

Poi, dulcis in fundo, ci ha pensato il governo a dare l'ulteriore stangata al ceto medio, cioé alla maggioranza degli italiani, come ?
Diminuendo in maniera ridicola le tasse per i meno abbienti (poteva fare di meglio), dimunuendole molto per i ceti ricchi (Agnelli ringrazia) e, dulcis in fundo, stangando con aumenti o al limite con prese in giro di diminuizioni pari a .... zero.... di tutto il ceto medio.

Chi oggi ha un "discreto reddito" pari pari cioé a 1500-2000 euro (cioé la stragrande maggioranza del ceto medio), si trova a pagare più tasse di prima !!!!!!

Magari anche solo 10 o 20 euro al mese, ma vorrei sapere dov'é stata la diminuizione !

Ed il governo, vista la ca...ta che ha fatto, in extremis ha tirato fuori la clausola della "salvaguardia" dicendo:

"Se per caso vi accorgete che pagherete più tasse rispetto al vecchio sistema, allora applicate pure il vecchio sistema"

Ma che governo è questo ?

Bel colpo Tremonti !!!
29 luglio 2004 0:00 - Marco
Buon giorno a tutti.

Sarebbe interessante se si potessero mettere a confronto anche gli anni precedenti all'introduzione dell'euro.

Tutti noi sappiamo come commercianti senza scrupolo abbiano aumentato i prezzi a dismisura, cogliendo la favorevole congiunzione derivata dal suo ingresso.

Oggi sono in molti a dire che un euro vale mille lire.

Quello che voglio dire è che non ci sono più soldi da spendere neanche per mangiare, figurarsi per abiti o articoli di lusso.

nel 2002 non si sapeva come valutare i prezzi dei prodotti acquistati(specie le persone anziane), nel 2003 la gente che non ha ancora la dimestichezza che aveva con la lira, non spende vista la facilità con cui spariscono anche grosse quantità di denaro.

e poi scusate, ma quando ero ragazzino mi dicevano che quando circola molta moneta è perchè c'è un inflazione molto alta... proprio adesso per pura curiosità ho visto che nel portamonete ho l'equivalente di circa 20.000 delle vecchie lire, la prima volta che mi succede in 45 anni....

arrivederci
28 luglio 2004 0:00 - FABRIZIO
Quando c'era la cara vecchia liretta, il numero di digit o la risoluzione, se volete chiamarla così, era estremamente capillare !
Sentirci chiedere 2000 lire invece che 1900 o 1950, faceva comunque una differenza.
Per chi poi era abituato a lavorare coi numeri e coi prezzi (mi riferisco agli uffici acquisti ed uffici vendite delle aziende) stava molto attento a verificare gli aumenti da proporre ai clienti (aziendali) o ai prezzi richiesti dai fornitori.
Si litigava per un 2 o un 2,5 per cento che, su 1000 lire, voleva dire 20 o 25 lire.
A queste sfumature, ci stavano attenti anche i negozianti e (assai di più) quella che viene chiamata la grande distribuzione.

Chi ci stava meno o per nulla attento erano spesso le categorie che hanno a che fare col privato e che possono imporre i loro prezzi stante la penuria o difficoltà nel reperire alternative.
Mi riferisco a notai, avvocati, ma anche idraulici, elettricisti ecc.

Non me ne vogliano queste categorie, ma, la grossa differenza tra loro ed il consumatore inteso come lavoratore a reddito fisso, é straordinariamente incalcolabile.

Il lavoratore a reddito fisso non ha alcuno strumento di adeguamento, a parte gli scioperi che ormai non hanno più nè significato nè potere.
Oggi le aziende sono chiamate a fare drastiche riduzioni di costi e, non potendo farli sull'acquisizione delle materie prime e/o dei semi/lavorati, si rifanno sugli stipendi.

Un esempio chiarissimo é l'aumento da fame che, dopo anni e anni, é stato riconosciuto ai lavoratori metalmeccanici che, non dimentichiamo, é la più grossa categoria di lavoratori del paese e che rappresenta per antonomasia la capacità produttiva e di trasformazione della nazione. E se la CGIL ché é la più grossa rappresentanza sindacale dei metameccanici si é rifiutata di firmare tale accordo é semplicemente perché era da fame, praticamente una elemosina.

D'altra parte, se le altre 2 rappresentanze sincali l'hanno firmato é anche perché si sono rese conto che non era materialemnet possibile ottenere di più !
Come dire, "pochi, maledetti, ma subito" !

Probabilmente siamo alla vigilia della più grande regressione che il mondo occidentale "industrializzato" dovrà affrontare !
Gli sprazzi occasionali di miniripresine sono solo boccate d'aria che il sistema ogni tanto deve prendere per soppravivere, dopo di che si continua a restare in apnea.

Come dire, si cambia ciò che si rompe, si sostituisce ciò di cui non si può fare a meno ma non si fa nulla di più.

Ora, tutto questo é un concetto che é ben chiaro ai lavoratori del settore industriale privato, é ben chiaro alle imprese, alla grande distribuzione che, badate bene, non sta "soffocando i piccoli" come qualcuno afferma, ma sta semplicemente adeguandosi con responsabilità e grande capacità di adattamento alle nuove situazioni del mercato.

Ed é grazie a ciò che i lavoratori riescono ancora (a fatica) ad arrivare a fine mese ma col portafoglio vuoto.

Ci sono invece coloro che tutto ciò non l'hanno ancora capito !

Non é colpa loro, pensano che se questo mese hanno guadagnato "meno", basterà aumentare i prezzi per ristabilire il pareggio.
Tra questi ci sono però 2 categorie:
Quelli della serie che "non ne trovi mai uno" (esempio idraulici), e quelli che invece "sei obbligato" ad andarci (notai, avvocati. specialisti ecc.) !

I primi sanno di poter rifiutare i clienti (fin che ci saranno clienti) i secondi affidano ai loro albi l'incarico di "adeguare" i listini !

Infine c'é la pubblica amministrazione, che, per antonomasia, non ha concorrenza (neppure i cinesi ce l'hanno fatta, per ora, a fare concorrenza ai comui ed alle province !
Pere costoro i contratti si rinnovano senza problemi, non serve neppure fare sciopero, tanto le loro "aziende" (comuni ecc.) ed i loro "imprenditori" (sindaci ecc.) non avranno difficoltà a reperire i fondi, basterà loro aumentare l'ICI, fare più multe, installare più parcometri (ma una volta non si chiamavano parchimetri ?), mettere addizionali irpef, comunali, regionali, poi verranno le provinciali (strano che non l'abbiano ancora instituita) ecc.

Come dire che in italia ci sono 3 tipi di lavoratori:

1) Chi può adeguarsi lo stipendio a piacimento
2) Chi ha forza per farselo comunque adeguare
3) Chi non può fare nulla !!!

Si sappia però che la ricchezza del paese viene di norma creata e messa in circolazione dalla 3^ categoria !!!

A tutto questo marasma ha contribuito poi l'euro che, con i suoi decimali ridicoli e le sue monetine ancor più ridicole, ha stravolto la nostra occulatezza e ha convinto la prima categoria (quella di chi sa di poter adeguarsi gli stipendi)a potersi "agiustare" comunque le entrate.

La seconda categoria non é stata a guardare ed ha subito bloccato aerei, traghetti, teni, scuole, ospedali ecc. per ottenere "l'adeguamento" ..... la 3^....

Beh. la terza ha dovuto girare le spalle e con la mano dietro la schiena ha aspettato l'elemosina !!!

Un grande personaggio, famoso per la sua equilibrata saggezza (vediamo se indovinate) un giorno disse che la ricchezza di un paese viene prodotta da 2 canali:

1) agricoltura
2) indistria di trasformazione

Se questi 2 canali funzionano, si produce ricchezza, e se avanza ricchezza, questa la si può distribuire.

Serviranno quindi servizi ed amministrazioni per "servire" (e non per farsi servire !!!!) i 2 canali produttivi.

Quindi la ricchezza prodotta dai 2 canali produttivi potrà mantenere anche tutti gli altri improduttivi (si perché i servizi sono attività "improduttive").

Se i 2 canali produttivi non riescono a produrre ricchezza a sufficenza, ci si troverà costretti a ridurre l'utilizzo di servizi ed amministrazioni !!!!

Questo ultimo concetto, dovrebbe essere spiegato molto bene a chi oggi sta scioperando nel settore pubblico.

50 anni fa si diceva che chi lavorava per lo stato prendeva pochi soldi ma sicuri (lo stato non licenzia mai, si diceva), viceversa, che lavorava per l'industria ne prendeva di più ma, era più a rischio.

Non meravigliamoci se oggi tutti vogliono fare concorsi statali !

Morale:

Il pastore saggio, tosa la pecora con attenzione e prudenza, senza esagerare !

ma....... a tosala troppo.... la pecora rischia di morire di freddo !!!

Non meravigliamoci se la genmte va a fare la spesa al LIDL, meravigliamoci che riesca ancora a afre la spesa !

(E piantamola di dare sempre la colpa al governo ladro, tanto non piove !!)

Meditate gente, meditate !
26 luglio 2004 0:00 - Mario
Sono d'accordo con marcello, se poi la piccola distribuzione si rendesse conto che lavorando di più e riducendo i margini vedrebbe aumentare le vendite avremmo una grande rivoluzione in tal senso.

ma qui siamo nella fantascienza

ciao a tutti
25 luglio 2004 0:00 - Marcello
Mi sembra un po' fuori luogo la distinzione che fate fra le parti in gioco.Il commerciante (il piccolo commerciante)tanto vituperato è semplicemente un cittadino che lavora per campare.Vende qualcosa per guadagnare il suo sostentamento e compra tutto il resto che serve per vivere come gli altri lavoratori.Ora è indubbio che in questi ultimi anni(non solo a Maggio)il mercato è fortemente diminuito,per colpa della crisi,per colpa dell'Euro,per merito se vogliamo della grande distribuzione.Diciamo su questo che il problema è come nell'estrazione del carbone,si hanno a disposizione fonti di energia alternative più vantaggiose ed in Sardegna si licenziano lavoratori diventati inutili.I piccoli esercizi commerciali sono antieconomici ma si dovrebbe inventare una rete di protezione per l'umanità che ci sta dentro.
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