Stavo
leggendo "Equo & Solidale: una scelta consapevole"
e vorrei condividere con voi una riflessione.
Prima di tutto osserviamo che le multinazionali, da sempre,
son bravissime a intravedere e sfruttare ogni occasione di
business.
Da questa osservazione allora
chiediamoci: quanto il mercato Equo & Solidale è a rischio
d'industrializzazione, a meno che non sia già stato
fagocitato dal meccanismo senza che ce ne accorgessimo? Come
fare a proteggerlo e a proteggerci?
... per
evitare equivoci, concludo sottolineando come (ne
converranno tutti, spero!) è difficile, se non impossibile,
difendere gli altri se non riusciamo a difendere prima noi
stessi ... perchè è questo di cui stiamo parlando …
dopotutto, in questo caso particolare, potremmo affermare
che difendendo noi stessi difendiamo nello stesso momento
anche gli altri, se pur in misure diverse … però è un
buon inizio, no?!
Vi prego di perdonare la mia
vena pessimistica, ma la vita moderna non mi (e ci) aiuta a
migliorarla!
Grazie come sempre
dell'attenzione e buona giornata.
M. Bertol
10 maggio 2005 0:00 - elena
Come al solito, in Italia ci prendono le fissazioni. Ora
c'è il filone dell'Equo e solidale. Guardate che la
gente non ne sa nulla, basta andare alla Coop e piazzarsi
davanti allo scaffale dedicato, la gente ci passa davanti e
non compra nulla, o perchè è più caro o perchè teme che
sia un prodotto scadente venduto tanto per far beneficienza.
Mi sembra un argomento caro più che altro alla sinistra,
tant'è che mi è giunta voce che in una associazione
culturale con sede in villa storica nella provincia di
Firenze, se devi organizzare un evento con cena annessa, il
nuovo sindaco (comunista) ti "invita gentilmente"
(diciamo così...) ad usufruire del nuovo catering Equo e
Solidale. Se ne vuoi un altro, portati pane e prosciutto...
10 maggio 2005 0:00 - gerundio
signor nessuno: guadagno proveniente da quale tipologia
attività bancaria? proprietari di cosa? sono solo
2 domandine, sia gentile, mi risponda.........
7 maggio 2005 0:00 - Pier Giorgio
Ma non è meglio piantarla di polemizzare tirando in ballo
la Banca etica? In questo forum si parlava di
""commercio e prodotti
equo-solidali""Allora si cerca di indurre i
partecipanti a stare in tema oppure aprire una discussione a
parte... A prescindere che non si è capito nulla delle
ultime considerazioni.!?
7 maggio 2005 0:00 - NESSUNO
Neppure io capisco che cosa vuole Lei, caro Gerundio,
perché a me sembra di essere stato chiaro, e non ho altro
da aggiungere a quanto ho già detto. Perciò, per quanto mi
riguarda, mi fermo qui.
6 maggio 2005 0:00 - gerundio
Egregio nessuno, allora non mi sono spiegato neanch'io:
io voglio sapere cosa vuol dire LEI nelle sue nebulose
considerazioni. Cosa fanno banca etica e i fondi
etici,lo so già. Vorrei sapere cosa intende LEI; perchè mi
sembra che non c'entri niente.................
6 maggio 2005 0:00 - Paolo
Per NESSUNO. Sulle banche etiche c'e' poco da
approfondire: come ho gia' scritto gli interessi sono
inferiori a quelli di mercato, e non si e' liberi di
scegiere a chi andranno i finanziamenti (ad esempio io
potrei "scegliere" Terzo Mondo, ma sara' poi
il cda della banca etica a chi dare i soldi, nel Terzo
Mondo, e quella che per te potrebbe essere una buona causa
per me o altri potrebbe essere una banda di criminali,
quindi il non poter aver voce in merito non e' un
difetto da poco). Ciao Paolo
6 maggio 2005 0:00 - NESSUNO
Simpatico, dirsi "Gerundio". A pensarci bene, io
mi potrei chiamare "congiuntivo" o
"condizionale". "Piuttosto
sicuro", significa che da quel che ho letto e capito,
le cose vanno come ho scritto. In altri termini, non posso
dare per certo, quello che non faccio io stesso. Su quello
che fanno gli altri, mi informo e cerco di approfondire, ma
se non l'ho fatto con tutta l'attenzione possibile,
posso solo dire quello che ho detto: "mi sembra
piuttosto sicuro". D'altra parte, caro Gerundio, su
Internet c'è il sito di banca etica; in alcune città
vi sono anche gli sportelli. Perché non ci vai e guardi con
i tuoi occhi? Criticare perché siamo troppo pigri per
andare a verificare di persona è ugualmente vano e
scorretto che lodare per sentito dire, non credi?
6 maggio 2005 0:00 - gerundio
Nessuno scrive. Una cosa invece mi pare piuttosto
sicura ed è che il "guadagno" non vìene
distribuito fra i "proprietari", ma reimmesso nel
circuito bancario, quindi aumenta la capacità della banca
etica di finanziare nuovi mutui, imprese, eccetera
Non so cosa significhi "piuttosto sicura" ( o lo
è, o non lo è), ma non si capisce neanche il resto: può
spiegare meglio, per cortesia? Le sarò grato.
5 maggio 2005 0:00 - NESSUNO
Per Paolo. Probabilmente non è tutt'oro quello
che riluce neppure nel Commercio equo e solidale. E'
anch'esso un campo molto vasto dove ci si smarrisce con
facilità. In pratica bisogna stare, come sempre, a quello
che si legge, e stabilire se chi dà le informazioni è
degno di fiducia o no. Voglio però soffermarmi sugli
investimenti delle banche etiche (in Italia, in realtà, ce
n'è una sola, mi sembra); tu dici che loro non ci
lasciano scegliere chi aiutare coi nostri risparmi. A me non
risulta, in verità; però, scusa, le altre banche ti fanno
scegliere su cosa investire? Una cosa invece mi pare
piuttosto sicura ed è che il "guadagno" non
vìene distribuito fra i "proprietari", ma
reimmesso nel circuito bancario, quindi aumenta la capacità
della banca etica di finanziare nuovi mutui, imprese,
eccetera. Non credi che per una più corretta valutazione,
ti converrebbe approfondire meglio i meccanismi di banca
etica?
5 maggio 2005 0:00 - Paolo
Io sono nettamente contrario al commercio equo e solidale, e
alla cosidetta finanza etica. Il CEES sara' anche
solidale, ma non certo equo, non ostante la loro
pubblicita' di recente sostenga che i prezzi del CEES
stanno scendendo, di regola sono sempre stati molto piu'
alti dei prezzi delle multinazionali come la American Fruit
Company. Quindi i casi sono due, o le famigerate
multinazionali sono degli enti di beneficenza che vendono
sottocosto, e questo non lo credo, o sono i signori del CEES
che cercano di mettersi in tasca molto piu' del giusto,
approffittandosi del buon cuore della gente. A parita'
di costo di produzione, le multinazionali hanno anche dei
profitti, e se io per un senso di solidarieta' comprassi
dal CEES allo stesso prezzo di vendita che fanno le
multinazionali, gia' con questo farei un piacere al
CEES, perche' gli "enormi profitti" delle
multinazionali andrebbero in tasca a loro. Ma se chiedono
troppo, ingiustamente, mi diventano antipatici e compro
dalle multinazionali. Le banche etiche poi sono quelle
che si prendono i vostri risparmi, e li investono in
attivita' "etiche" (non finanziano mercanti di
armi, etc), e fin qui va bene; quello che non va bene e'
che vi danno un tasso di interesse piu' basso delle
banche normali, e soprattutto non vi lasciano liberi di
scegliere chi si debba aiutare con i vostri risparmi, in
genere al massimo potete scegliere, in termini molto
generali e vaghi, se aiutare il Terzo Mondo o altri, ma poi,
nel "rispetto" di questa vostra scelta assai poco
vincolante, sara' un consiglio di amministrazione della
banca etica a decidere in concreto chi aiutare, e, per fare
l'esempio del Terzo Mondo, c'e' una bella
differenza tra l'aiutare i Turchi a ricostruirsi le case
distrutti da un terremoto o aiutare i Curdi a ricostruire
loro villaggi bombardati dai Turchi, e' molto diverso
finanziare la costruzione di case per gli Ebrei che dalla
Russia tornano nella loro terra di origine, in Israele, o di
case per Arabi palestinesi che se le sono viste distruggere
dagli Israeliani per rappresaglia dopo che hanno compiuto
atti terroristici ammazzando civili ebrei. E non
dimentichiamo che anche il finanziare attivita' civili e
lecite puo' essere un modo di sovvenzionare
organizzazioni criminali, ad esempio ogni dollaro o euro
dato alla Autorita' Nazionale Palestinese, anche se non
finisce nelle tasche di qualche boss come Arafat o sua
moglie, anche se viene effettivamente utilizzato per scopi
apparentemente ineccepibili come scuole o ospedali, di fatto
consente all'ANP di risparmiare quel denaro e di poterlo
spendere per acquistare armi o esplosivi. Insomma, mai
accontentarsi di una presentazione superficiale e
tendenziosa. Paolo
4 maggio 2005 0:00 - Pier Giorgio
Per Parisi,: ma quale equo ,solidale, sostenibile, tutte
parole che oggi vanno di moda, come andavano un tempo altre
che si sono dimostrate truffe colossali dove tutti
intascavano e tutto si disperdeva.. Questi concetti
"francescaneggianti" (magari lo fossero realmente
e non goccioline in un mare), producono ricchezza solo per
alcuni. Immagina se tutti gli italiani comprassero questi
prodotti: dici che costano di più e allora impoveriremmo
noi! E se comprassimo tutto fuori, noi che faremmo(intendo
lavoro)per campare? Lo ricordi (fra le tante notizie) di
querl camicificio in Puglia che pagava le donne camiciaie a
metà tariffa? Ebbene loro portavano a casa metà paga, ma
lavoravano; hanno chiuso la fabbrica per sfruttamento e le
stesse non hanno più guadagnato niente restando senza altro
possibile lavoro a morir di fame. I prodotti
dell'Industria e dell'Agricoltura mondiali si
enumerano in centinaia di migliaia di tipologie e il libero
mercato acquista dove ritiene più conveniente( lo fanno
anche altri stranieri nei nostri confronti, eppure tutti i
giorni sentiamo dire che anche da noi ci sono situazioni di
sfruttamento, lavori edili in nero dove operai muoiono per
carenza di sicurezza poveri agricoltori che piangono perchè
devono vendere i loro prodotti sottocosto...ma apri gli
occhi! E poi tutti questi prodotti biologici che ben poco di
questa parola hanno (oggi tutto è o deve essere bio per
attrarre frotte di ingenui disposti a pagare il doppio
dell'aria fritta. Ma allora fai finta di non sapere che
la frutta e la verdura, come altri prodotti non escono bene
se non trattati. Lo sai vero? che migliaia sono le virosi,
le malattie microbiche e fungine che attaccano la vita in
genere e non si combattono solo con qualche insettuccio
liberato o altre piccoli trucchetti.!! Lo sai che un vino
dichiarato bio con un'etichetta, viene venduto al
doppio? Lo sai ancora che le piante non "trattate
chimicamente" producono in proprio i loro antivirali,
anticrittogamici, insomma loro sostanze di tipo difensivo
che sono state dimostrate da studi recenti(leggiti in
merito) più cancerogene(tempi di persistenza più lunghi
nel corpo umano degli attuali antiparassitari-crittogamici
ecc).? Se tu vuoi far breccia nel nostro buon cuore a
livello della pietà che ognuno prova, non lo fai nel modo
giusto. Scommetto che anche tu porti scarpe fatte da operai
sfruttati, ti sei fatto curare con strumenti chirurgici
forgiati da piccoli vietnamiti o indonesiani per pochi cent,
comperi abiti o pelletterie fatti da cinesi o indiani che
lavorano 15 ore al giorno per poche lire, oppure cuffie e
maglioni peruviani (a loro vanno pochi cent) o non sei mai
stato in viaggio con qualche tour operator che ti regala
indimenticabili vacanze ma con sotto sotto un indotto di
lavoro sulla pelle di poveracci, camerieri, poveri
contadini, pescatori, sguatteri a poco prezzo e che nemmeno
immagini. Potrei citare moltissimi altri esempi, ma penso
che da persona intelligente, pensandoci bene, potrai
sgranarli anche da solo. Tutti gli ecologisti che vanno un
giorno all'anno a raccogliere vecchie sportine sotto
l'occhio vigile delle telecamere, per il resto dei
giorni dell'anno inquinano come gli altri, fumano,
viaggiano(carburanti, auto), consumano(energia,prodotti
industriali), sporcano( non ingoiano certo i loro rifiuti
urbani e non)ecc., Buona propaganda e cerca di salvare il
mondo vendendo caffè equo e solidale.
3 maggio 2005 0:00 - gerundio
Mi scusi Parisi, ma cosa ha fumato, prima di scrivere la sua
letterina pubblicitaria? Roba equa e solidale?
2 maggio 2005 0:00 - Lucia Ciranna
Buongiorno; sarei ben felice di comprare i prodotti del
commercio equo e solidale e vorrei qualche indicazione su
dove trovarli.
2 maggio 2005 0:00 - maria grazia
Come mai io trovo solo prodotti "equi e solidali"
che costano di più (anche parecchio) dei prodotti
occidentali?