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10 febbraio 2006 0:00 - gerundio
son passati i mesi....ma nessuno !?) risponde....
10 febbraio 2006 0:00 - massimiliano bertol
Gentile redazione ADUC, buon giorno.

Stavo leggendo "Equo & Solidale: una scelta consapevole" e vorrei condividere con voi una riflessione.

Prima di tutto osserviamo che le multinazionali, da sempre, son bravissime a intravedere e sfruttare ogni occasione di business.

Da questa osservazione allora chiediamoci: quanto il mercato Equo & Solidale è a rischio d'industrializzazione, a meno che non sia già stato fagocitato dal meccanismo senza che ce ne accorgessimo? Come fare a proteggerlo e a proteggerci?

... per evitare equivoci, concludo sottolineando come (ne converranno tutti, spero!) è difficile, se non impossibile, difendere gli altri se non riusciamo a difendere prima noi stessi ... perchè è questo di cui stiamo parlando … dopotutto, in questo caso particolare, potremmo affermare che difendendo noi stessi difendiamo nello stesso momento anche gli altri, se pur in misure diverse … però è un buon inizio, no?!

Vi prego di perdonare la mia vena pessimistica, ma la vita moderna non mi (e ci) aiuta a migliorarla!

Grazie come sempre dell'attenzione e buona giornata.

M. Bertol
10 maggio 2005 0:00 - elena
Come al solito, in Italia ci prendono le fissazioni. Ora c'è il filone dell'Equo e solidale. Guardate che la gente non ne sa nulla, basta andare alla Coop e piazzarsi davanti allo scaffale dedicato, la gente ci passa davanti e non compra nulla, o perchè è più caro o perchè teme che sia un prodotto scadente venduto tanto per far beneficienza. Mi sembra un argomento caro più che altro alla sinistra, tant'è che mi è giunta voce che in una associazione culturale con sede in villa storica nella provincia di Firenze, se devi organizzare un evento con cena annessa, il nuovo sindaco (comunista) ti "invita gentilmente" (diciamo così...) ad usufruire del nuovo catering Equo e Solidale. Se ne vuoi un altro, portati pane e prosciutto...
10 maggio 2005 0:00 - gerundio
signor nessuno:
guadagno proveniente da quale tipologia attività bancaria?
proprietari di cosa?
sono solo 2 domandine, sia gentile, mi risponda.........
7 maggio 2005 0:00 - Pier Giorgio
Ma non è meglio piantarla di polemizzare tirando in ballo la Banca etica? In questo forum si parlava di ""commercio e prodotti equo-solidali""Allora si cerca di indurre i partecipanti a stare in tema oppure aprire una discussione a parte... A prescindere che non si è capito nulla delle ultime considerazioni.!?
7 maggio 2005 0:00 - NESSUNO
Neppure io capisco che cosa vuole Lei, caro Gerundio, perché a me sembra di essere stato chiaro, e non ho altro da aggiungere a quanto ho già detto. Perciò, per quanto mi riguarda, mi fermo qui.
6 maggio 2005 0:00 - gerundio
Egregio nessuno, allora non mi sono spiegato neanch'io: io voglio sapere cosa vuol dire LEI nelle sue nebulose considerazioni.
Cosa fanno banca etica e i fondi etici,lo so già. Vorrei sapere cosa intende LEI; perchè mi sembra che non c'entri niente.................
6 maggio 2005 0:00 - Paolo
Per NESSUNO.
Sulle banche etiche c'e' poco da approfondire: come ho gia' scritto gli interessi sono inferiori a quelli di mercato, e non si e' liberi di scegiere a chi andranno i finanziamenti (ad esempio io potrei "scegliere" Terzo Mondo, ma sara' poi il cda della banca etica a chi dare i soldi, nel Terzo Mondo, e quella che per te potrebbe essere una buona causa per me o altri potrebbe essere una banda di criminali, quindi il non poter aver voce in merito non e' un difetto da poco).
Ciao
Paolo
6 maggio 2005 0:00 - NESSUNO
Simpatico, dirsi "Gerundio". A pensarci bene, io mi potrei chiamare "congiuntivo" o "condizionale".
"Piuttosto sicuro", significa che da quel che ho letto e capito, le cose vanno come ho scritto. In altri termini, non posso dare per certo, quello che non faccio io stesso. Su quello che fanno gli altri, mi informo e cerco di approfondire, ma se non l'ho fatto con tutta l'attenzione possibile, posso solo dire quello che ho detto: "mi sembra piuttosto sicuro". D'altra parte, caro Gerundio, su Internet c'è il sito di banca etica; in alcune città vi sono anche gli sportelli. Perché non ci vai e guardi con i tuoi occhi? Criticare perché siamo troppo pigri per andare a verificare di persona è ugualmente vano e scorretto che lodare per sentito dire, non credi?
6 maggio 2005 0:00 - gerundio
Nessuno scrive.
Una cosa invece mi pare piuttosto sicura ed è che il "guadagno" non vìene distribuito fra i "proprietari", ma reimmesso nel circuito bancario, quindi aumenta la capacità della banca etica di finanziare nuovi mutui, imprese, eccetera

Non so cosa significhi "piuttosto sicura" ( o lo è, o non lo è), ma non si capisce neanche il resto: può spiegare meglio, per cortesia? Le sarò grato.
5 maggio 2005 0:00 - NESSUNO
Per Paolo.
Probabilmente non è tutt'oro quello che riluce neppure nel Commercio equo e solidale. E' anch'esso un campo molto vasto dove ci si smarrisce con facilità. In pratica bisogna stare, come sempre, a quello che si legge, e stabilire se chi dà le informazioni è degno di fiducia o no.
Voglio però soffermarmi sugli investimenti delle banche etiche (in Italia, in realtà, ce n'è una sola, mi sembra); tu dici che loro non ci lasciano scegliere chi aiutare coi nostri risparmi. A me non risulta, in verità; però, scusa, le altre banche ti fanno scegliere su cosa investire?
Una cosa invece mi pare piuttosto sicura ed è che il "guadagno" non vìene distribuito fra i "proprietari", ma reimmesso nel circuito bancario, quindi aumenta la capacità della banca etica di finanziare nuovi mutui, imprese, eccetera. Non credi che per una più corretta valutazione, ti converrebbe approfondire meglio i meccanismi di banca etica?
5 maggio 2005 0:00 - Paolo
Io sono nettamente contrario al commercio equo e solidale, e alla cosidetta finanza etica.
Il CEES sara' anche solidale, ma non certo equo, non ostante la loro pubblicita' di recente sostenga che i prezzi del CEES stanno scendendo, di regola sono sempre stati molto piu' alti dei prezzi delle multinazionali come la American Fruit Company. Quindi i casi sono due, o le famigerate multinazionali sono degli enti di beneficenza che vendono sottocosto, e questo non lo credo, o sono i signori del CEES che cercano di mettersi in tasca molto piu' del giusto, approffittandosi del buon cuore della gente. A parita' di costo di produzione, le multinazionali hanno anche dei profitti, e se io per un senso di solidarieta' comprassi dal CEES allo stesso prezzo di vendita che fanno le multinazionali, gia' con questo farei un piacere al CEES, perche' gli "enormi profitti" delle multinazionali andrebbero in tasca a loro. Ma se chiedono troppo, ingiustamente, mi diventano antipatici e compro dalle multinazionali.
Le banche etiche poi sono quelle che si prendono i vostri risparmi, e li investono in attivita' "etiche" (non finanziano mercanti di armi, etc), e fin qui va bene; quello che non va bene e' che vi danno un tasso di interesse piu' basso delle banche normali, e soprattutto non vi lasciano liberi di scegliere chi si debba aiutare con i vostri risparmi, in genere al massimo potete scegliere, in termini molto generali e vaghi, se aiutare il Terzo Mondo o altri, ma poi, nel "rispetto" di questa vostra scelta assai poco vincolante, sara' un consiglio di amministrazione della banca etica a decidere in concreto chi aiutare, e, per fare l'esempio del Terzo Mondo, c'e' una bella differenza tra l'aiutare i Turchi a ricostruirsi le case distrutti da un terremoto o aiutare i Curdi a ricostruire loro villaggi bombardati dai Turchi, e' molto diverso finanziare la costruzione di case per gli Ebrei che dalla Russia tornano nella loro terra di origine, in Israele, o di case per Arabi palestinesi che se le sono viste distruggere dagli Israeliani per rappresaglia dopo che hanno compiuto atti terroristici ammazzando civili ebrei. E non dimentichiamo che anche il finanziare attivita' civili e lecite puo' essere un modo di sovvenzionare organizzazioni criminali, ad esempio ogni dollaro o euro dato alla Autorita' Nazionale Palestinese, anche se non finisce nelle tasche di qualche boss come Arafat o sua moglie, anche se viene effettivamente utilizzato per scopi apparentemente ineccepibili come scuole o ospedali, di fatto consente all'ANP di risparmiare quel denaro e di poterlo spendere per acquistare armi o esplosivi.
Insomma, mai accontentarsi di una presentazione superficiale e tendenziosa.
Paolo
4 maggio 2005 0:00 - Pier Giorgio
Per Parisi,: ma quale equo ,solidale, sostenibile, tutte parole che oggi vanno di moda, come andavano un tempo altre che si sono dimostrate truffe colossali dove tutti intascavano e tutto si disperdeva.. Questi concetti "francescaneggianti" (magari lo fossero realmente e non goccioline in un mare), producono ricchezza solo per alcuni. Immagina se tutti gli italiani comprassero questi prodotti: dici che costano di più e allora impoveriremmo noi! E se comprassimo tutto fuori, noi che faremmo(intendo lavoro)per campare? Lo ricordi (fra le tante notizie) di querl camicificio in Puglia che pagava le donne camiciaie a metà tariffa? Ebbene loro portavano a casa metà paga, ma lavoravano; hanno chiuso la fabbrica per sfruttamento e le stesse non hanno più guadagnato niente restando senza altro possibile lavoro a morir di fame. I prodotti dell'Industria e dell'Agricoltura mondiali si enumerano in centinaia di migliaia di tipologie e il libero mercato acquista dove ritiene più conveniente( lo fanno anche altri stranieri nei nostri confronti, eppure tutti i giorni sentiamo dire che anche da noi ci sono situazioni di sfruttamento, lavori edili in nero dove operai muoiono per carenza di sicurezza poveri agricoltori che piangono perchè devono vendere i loro prodotti sottocosto...ma apri gli occhi! E poi tutti questi prodotti biologici che ben poco di questa parola hanno (oggi tutto è o deve essere bio per attrarre frotte di ingenui disposti a pagare il doppio dell'aria fritta. Ma allora fai finta di non sapere che la frutta e la verdura, come altri prodotti non escono bene se non trattati. Lo sai vero? che migliaia sono le virosi, le malattie microbiche e fungine che attaccano la vita in genere e non si combattono solo con qualche insettuccio liberato o altre piccoli trucchetti.!! Lo sai che un vino dichiarato bio con un'etichetta, viene venduto al doppio?
Lo sai ancora che le piante non "trattate chimicamente" producono in proprio i loro antivirali, anticrittogamici, insomma loro sostanze di tipo difensivo che sono state dimostrate da studi recenti(leggiti in merito) più cancerogene(tempi di persistenza più lunghi nel corpo umano degli attuali antiparassitari-crittogamici ecc).? Se tu vuoi far breccia nel nostro buon cuore a livello della pietà che ognuno prova, non lo fai nel modo giusto. Scommetto che anche tu porti scarpe fatte da operai sfruttati, ti sei fatto curare con strumenti chirurgici forgiati da piccoli vietnamiti o indonesiani per pochi cent, comperi abiti o pelletterie fatti da cinesi o indiani che lavorano 15 ore al giorno per poche lire, oppure cuffie e maglioni peruviani (a loro vanno pochi cent) o non sei mai stato in viaggio con qualche tour operator che ti regala indimenticabili vacanze ma con sotto sotto un indotto di lavoro sulla pelle di poveracci, camerieri, poveri contadini, pescatori, sguatteri a poco prezzo e che nemmeno immagini. Potrei citare moltissimi altri esempi, ma penso che da persona intelligente, pensandoci bene, potrai sgranarli anche da solo. Tutti gli ecologisti che vanno un giorno all'anno a raccogliere vecchie sportine sotto l'occhio vigile delle telecamere, per il resto dei giorni dell'anno inquinano come gli altri, fumano, viaggiano(carburanti, auto), consumano(energia,prodotti industriali), sporcano( non ingoiano certo i loro rifiuti urbani e non)ecc., Buona propaganda e cerca di salvare il mondo vendendo caffè equo e solidale.
3 maggio 2005 0:00 - gerundio
Mi scusi Parisi, ma cosa ha fumato, prima di scrivere la sua letterina pubblicitaria? Roba equa e solidale?
2 maggio 2005 0:00 - Lucia Ciranna
Buongiorno; sarei ben felice di comprare i prodotti del commercio equo e solidale e vorrei qualche indicazione su dove trovarli.
2 maggio 2005 0:00 - maria grazia
Come mai io trovo solo prodotti "equi e solidali" che costano di più (anche parecchio) dei prodotti occidentali?

Forse c'è equo e equo?

Saluti,

m.grazia
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