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29 giugno 2005 0:00 - Alex
Silvia, il governo non può imporre i prezzi, ma stai tranquilla che se applicheranno un rincaro del 100% (a me sembra impossibile) non venderanno più niente.. certo, i compratori devono dimostrare un minimo di buonsenso ed elasticità, perchè se accettano tutto allora la colpa del rialzo dei prezzi è loro e non degli esercenti.
La concorrenza è forte nella grande distribuzione, nessuno si può permettere di raddoppiare i prezzi.
(ma non è che le promozioni prevedevano sconti del 50% in tal caso aumentando del 100% si torna semplicemente al prezzo originale)

ps: ma come mai questo intervento sui prezzi è finito qui?
28 giugno 2005 0:00 - Silvia
Mia Madre lavora al conad all'interno di un centro commerciale, indignata mi ha avvisato che la Cooperativa a cui fa riferimento a mandato una circolare dove inponeva un rialzo dei prezzi del 100% in seguito alle promozioni fatte qualche settimana fa, per recuperare il fatturato perduto!
il 100%!!!!!!!!!!!!!!!
ma lo stato vuol fare qualcosa!???
21 giugno 2005 0:00 - Antonio Fradella
Non voglio impelagarmi in complesse e troppo articolate disquisizioni di merito, che avrei anche difficoltà a scrivere così di getto e che comunque sono altrettanto valide rispetto a quelle di chi la pensa il contrario di me. Solo alcune considerazioni generali.
A prescindere dal voto, non vi sembra che una materia così complessa e delicata debba trovare altre sedi per essere disciplinata, che non il furor di popolo? Non vi sembra che sia compito di qualcun altro proporre e deliberare le leggi? Ci sono migliaia di persone profumatamente pagate con indicibili privilegi quasi medioevali che costano a tutti i cittadini (paganti) fior di tasse. Sarebbe loro compito decidere. E ritengo anche che tali soggetti debbano rispettare il pensiero della maggioranza degli elettori, visto che sono i ns rappresentanti. Se così non fosse, forse bisognerebbe fare delle nuove elezioni e farci guidare da qualcuno più rappresentativo.
Un'ultima chicca: tutti gli esponenti politici erano d'accordo su di una cosa; in ogni caso la legge va cambiata. Bene, allora fatelo. Che senso ha spendere milioni di euro per un Referendum se comunque ed in ogni caso avete intenzione (come è giusto) di cambiarla? Mi sembra uno spreco di denaro pubblico e qui in Italia si fatica a capire che quelli sono soldi nostri!
20 giugno 2005 0:00 - Alex
x Mariagrazia: ottimo intervento, in alcuni aspetti sono anche d'accordo ma continuo a credere che non sia utile lo strumento referendario in quanto essendo solamente abrogativo (e riguardando una legge su argomenti tanto complessi) non può esprimere la vera volontà delle persone, sempre che la stessa possa in realtà formarsi.
Sulla fecondazione eterologa tuttavia credo che il quesito sia stato respinto non per ignoranza ma per convinzione; qui ci sono limiti etici che vanno approfonditi e valutati (ma non con un referendum).
Non sono nemmeno dell'avviso che si possa "cedere" ad un ricatto tipo "siccome all'estero si può fare.."; le scelte vanno prese sulla base delle proprie convinzioni, non siamo noi a rispondere dell'estero.
21 giugno 2005 0:00 - FABRIZIO
Mi associo a chi ha fatto i complimenti all'intervento di Maria Grazia.

In particolare apprezzo e sottoscrivo le frasi:

"...In questi anni, i referendum sono stati utilizzati dalle minoranza elettorali per sconfermare la maggioranza parlamentare, e quindi l'elettorato....."

e ancora:

"....Quindi il referendum (che è una richiesta di sconferma del parlamento, ricordiamocelo bene) dovrebbe, secondo me, essere riservato ai casi in cui 1) tutti gli altri puntelli a difesa della democrazia sono saltati....."


Pienamente d'accordo e, come ho già avuto modo di scrivere, sono letteramente sconcertato ed allibito dalla'acredine e dall'aggressione che, su queste righe ma anche in altri siti, sta continuando contro che ha deciso semplicemente di esercitare il proprio diritto di rifiutare un voto evidentemente strumentalizzato da parte di chi era interessato a cambiare una legge fatta dal parlamento, sbagliata se volete e fin che volete, ma LEGITTIMAMENTE uscita dall'iter parlamentare.

E' come per il bambino che non riesce a convincere il papà a comprargli l'automobilina e che allora decide di ricorrere al nonno (si sa, i nonni sono sempre più inteneribili: " e dai, compragli sta macchinina" ..), dicevo, i bambini che ricorrono ai nonni per avere ciò che il padre ritiene di non concedere, sono solo capricciosi, e, non accettando l'autorità del genitore, cercano una "scappatoia" a loro più comoda.

Cerchiamo di crescere e non restiamo bambini.... !
19 giugno 2005 0:00 - salvatore giannattasio
sono perfettamente d'accordo con Lei,l'astensione non può mai essere una decisione democratica,ricordo una canzone di Giorgio Gaber,mai troppo compianto,sottolineava l'importanza della "partecipazione".Non sono un addetto ai lavori ma ho l'impressione che molti italiani non hanno più voglia di interessarsi ai veri problemi della società ma curano gli aspetti futili che la ns. beneamta televisione propina giornalmente. Cordialità,S.G.
18 giugno 2005 0:00 - Mariagrazia Fasoli
Caro Alex "piccola minoranza che si troverà ad emigrare o a finire nelle grinfie della mafia bianca per colpa di una legge scema", significa che le persone sterili o quelle che presentano un alto rischio di generare figli con malattie geneticamante determinate sono una minoranza. Ma, di solito ci tengono moltissimo ad avere figli, e sani. Se gli impedisci per legge di farlo di solito qualcuno si affretta a fargli la stessa proposta però all'estero o fuori legge, proprio come succedeva con gli aborti. Allora si arricchivano le cliniche inglesi e cucchiaini d'oro italiani, altrimenti soprannominati "mafia bianca", dal colore del camice. Se invece si consente di affidarsi alle strutture sanitarie normali (dove già vige il codice deontologico, e non il far west), la coppia vi incontrerà qualcuno che prende un normale stipendio qualunque cosa faccia e che non ci guadagna nulla a incentivare l'intervento. Nessuno farà fretta o impedirà di riflettere. Invece ora, mi dicono che, qui vicino, c'è già un'agenzia di viaggi che offre viaggio all'estero più intervento tutto compreso così come si offrono viaggi all'estero per cure dentistiche.
Per tua informazione prima della legge 40 c'era già il nostro codice deontologico non , ripeto, il far wes. E hi non lo rispetta può essere radiato dall'ordine. Ecco l' articolo 42
Fecondazione assistita
Le tecniche di procreazione umana medicalmente assistita hanno lo scopo di ovviare alla sterilità.
E' fatto divieto al medico, anche nell'interesse del bene del nascituro, di attuare:
a)forme di maternità surrogata;
b)forme di fecondazione assistita al di fuori di coppie eterosessuali stabili;
c)pratiche di fecondazione assistita in donne in menopausa non precoce;
d)forme di fecondazione assistita dopo la morte del partner.
E' proscritta ogni pratica di fecondazione assistita ispirata a pregiudizi razziali; non è consentita alcuna selezione dei gameti ed è bandito ogni sfruttamento commerciale, pubblicitario, industriale di gameti, embrioni e tessuti embrionali o fetali, nonché la produzione di embrioni ai soli fini di ricerca.
Sono vietate pratiche di fecondazione assistita in studi, ambulatori o strutture sanitarie privi di idonei requisiti."
Prima se qualcuno violava le norme suddette veniva espulso dall'ordine se scoperto altrimenti continuava così, ma senza guadagnarci molto. Adesso se qualcuno viola le pasticciatissime norme di legge, se scoperto, si farà un'interminabile processo intasando ulteriormente la già catatonica giustizia penale. Se non scoperto continuerà così, ma con molti più clienti e, dato il rischio, guadagnandoci molto di più. Ecco perchè la legge è scema. A mio giudizio naturalmente. Sul resto sono d'accordo con te: l'astensione è una scelta politica come un'altra e il quorum va mantenuto. Mariagrazia


17 giugno 2005 0:00 - franco tizianel
Buongiorno, ho letto l'articolo per non farsi mettere i piedi in testa, ma come
puo' un cittadino ligio alle leggi potersi
difendere quando viene chiamato in causa
per motivi a lui non imputabili chiaramente. Sono proprietario di una
casa, da 15 anni lotto con la Giustizia
e ora la stessa giustizia mi chiama in
causa per errori commessi dall'amministrazione o del giudice.
sfratto esecutivo sospeso perche'
l'Ufficiale Giudiziario da loro mandato
non aveva le caratteristiche richieste e
mi chiedono di produrre memorie a difesa.
Tutte le associazioni sono rimaste indifferenti ad una palese albitraria
violazione. Cosa centro con errori della
Giustizia. Solo 'ilgiornale' ne ha parlato con un articolo ma, ripeto, nessuna Associazione se ne vuole interessare.
Chi è l'indifferente? Vogliate gradire
i miei migliori saluti.
Franco Tizianel
16 giugno 2005 0:00 - Alex
Non capisco questa corsa a voler bollare come indifferenti o pecore coloro che non si sono recati alle urne.
Abbiate rispetto per tutti, anche per chi HA DECISO di non andare a votare. Non saranno tutti, ma una certa parte di sicuro (almeno io ne conosco). Finitela di tirare gli elettori per la giacchetta, è un lavoro oltretutto impossibile per chiunque dal momento che non si sono espressi.
I motivi per non andare alle urne erano diversi (rifiutare il referendum, bontà della legge attuale, indifferenza o eccessiva complessità della materia), ed ognuno ha preso la propria decisione in totale autonomia.
Io piuttosto non capisco, per un referendum abrogativo, che senso abbia andare a votare NO (seppur del tutto legittimo), se non aiutare chi vuol fare vincere i sì; chi vuol mantenere una legge così com'è basta che non si presenti alle urne.
Riguardo ai referendum degli anni scorsi, una volta erano battaglie di più alto livello, che interessavano di più la popolazione e che non erano tecnicamente complessi. Se dal 95 i referendum non raggiungono più il quorum un motivo c'è, ma non bisogna criticare chi non va alle urne, sono i promotori che devono preoccuparsi di fare autocritica invece che accuse assurde al sistema o alla gente che come pecora segue gli appelli di qualcuno (peraltro ci sono sempre stati ma chissà perchè le altre volte andavano bene ed erano legittimi...)

"piccola minoranza che si troverà ad emigrare o a finire nelle grinfie della mafia bianca per colpa di una legge scema"
cosa vuol dire questa affermazione catastrofica? come si è già detto in altri interventi, non tutto ciò che si può fare deve essere ritenuto lecito, si tratta anche di tutelare l'essere indifeso che si vuole mettere al mondo, che non è un bambolotto che si desidera per qualche capriccio ma una vita umana debole che non può dire la sua.
16 giugno 2005 0:00 - Mariagrazia Fasoli
Caro Vincenzo in parte la vedo così nera, e in parte no. Adesso che i conti sono stati fatti , e che ho votato 4 sì, ripropongo la domanda che feci alcuni mesi fa ad una delle prime riunioni pubbliche sul referendum:perchè fare un referendum su una legge prima di tutto sbagliata?
Non ingiusta, proprio sbagliata, nel senso che è tecnicamente pessima, presenta dei profili di incostituzionalità ( tra l'altro anche in articoli non toccati dal referendum come l'attribuzione alle regioni della redazione di linee guida di carattere clinico).
Quando un argomento è troppo difficile per i nostri asinissimi parlamentari li facciamo correggere a furor di popolo? E da quando il popolo è tenuto ad essere o tuttologo o irresponsabilmente superficiale o fideisticamante fedele a qualcuno (preti o medici non fa differenza: se voti perchè ti fidi di qualcuno su qualcosa che non capisci sempre "fedele" sei)?
Non credo assolutamante che gli astenuti fossero favorevoli alla legge 40. Se no, il fronte del no non avrebbe cercato, con successo, di annetterseli: gli sarebbe convenuta una bella vittoria del no.
Gli astenuti si sono rifiutati di scegliere tra la minestra e la finestra o perchè preferivano l'arrosto, che non era nel menu, o perchè non avevano chiaro cosa ci fosse nella minestra e a che piano fosse la finestra.
Uscendo dalla metafora, il mio parere è che il referendum abrogativo previsto dalla nostra costituzione NON E' un plebiscito, caro ai Napoleonidi di ogni epoca, che lo amano molto perchè lascia il manico del coltello in mano a chi pone la domanda ( finchè gli interrogati non si incavolano di brutto come è successo in Francia e in Olanda) .
L'uguaglianza dei cittadini, nel nostro ordinamento, si realizza attraverso la rappresentanza parlamentare per lo stesso motivo per cui in un tribunale non puoi difenderti da solo e in farmacia non puoi comprare certi farmaci senza ricetta medica: si vuole evitare il famoso regime assembleare, oggi dilatato al massimo dalla TV et similia, grazie al quale il popolo, divenuto folla, massa o, peggio, pubblico, viene facilmente manovrato da chi fa la propaganda/intortatura migliore. Mussolini docet et etiam Berlusconus.
Quindi il referendum (che è una richiesta di sconferma del parlamento, ricordiamocelo bene) dovrebbe, secondo me, essere riservato ai casi in cui 1) tutti gli altri puntelli a difesa della democrazia sono saltati ( per esempio attraverso una serie di stravolgimenti nella costituzione di fatto rispetto a quella di diritto) e non resta che rivolgersi alla sovranità popolare, sperando in bene oppure 2) per qualche motivo il parlamento sceglie, contro il sentire comune, una di due (solo due!) possibili soluzioni su questioni di fondo che non richiedono nessuna competenza perchè sono scelte politiche di base.
Per esempio, introduzione del divorzio: anche in Italia si deve poter divorziare ? o lo stato italiano deve essere l'unico ad adeguarsi alla Chiesa Cattolica? risposta del popolo sovrano: "la prima che averte detto". Se però gli avessimo chiesto 1) a chi vanno affidati i figli, 2) dopo quanti anni si divorzia , 3) se la colpa va attribuita all'adultero 4) a chi va la pensione di reversibilità se uno ha due o tre ex mogli 5) altri particolari tecnici, non ho dubbi che si sarebbe rischiata l'astensione in massa.
In questi anni, i referendum sono stati utilizzati dalle minoranza elettorali per sconfermare la maggioranza parlamentare, e quindi l'elettorato. Non a caso gli unici che hanno avuto successo sono stati quelli del periodo peri-tangentopoli quando il paese VOLEVA mandare a casa l'intera classe dirigente ( non una parte..) in quanto la riteneva responsabile, chi più chi meno, di sistematica corruzione e tradimento dell'elettorato.
Adesso s'è capito che una classe dirigente di ricambio ormai non c'è e si cerca di rieducare questa mandando a casa ora la destra ora la sinistra, senza più cedere al ricatto del famoso "turatevi il naso" .
Non che si abbia un gran successo: la maschiogerontocrazia degli ex giovani sessantottini rampanti è tale che il muro di gomma potrebbe essere il nuovo emblema nazionale insieme alla pizzaq e alla Ferrari. Dovunque ci siano partiti aspiranti a vincere le elezioni non si può quasi fare politica perchè a parlar chiaro si perde l'occasione di intortare qualche elettore in più e, ultimamente, gli elettori sono merce rara....
Tutto ciò per concludere che, a mio giudizio, i movimenti come l'ADUC sono la cosa migliore per la democrazia purchè non puntino sui referendum ma sul lavoro civico di base. Come si è visto per il federalismo, per il femminismo, per l'ambientalismo, per il maggioritarismo, per il liberismo, per l'europeismo, per il patriottismo e per tutti gli altri ismi, poi i partiti seguono a ruota e in massa senza grandi distinzioni di schieramento, salvo mollare e/o vanificare tutto nei fatti quando i movimenti, d'opinione o d'altro, felici dei risultati, giustamente ma incautamente si riposano. In ogni caso, su con la vita! Almeno si è discussso di un argomento che altrimenti sarebbe rimasto un dramma privato: 10 milioni di persone sono pur sempre qualcosa di importante per la piccola minoranza che si troverà ad emigrare o a finire nelle grinfie della mafia bianca per colpa di una legge scema. E, in ogni caso, la legge è ancora scema quindi basta applicarla perchè venga cambiata dai suoi stesi autori. Mariagrazia Fasoli
16 giugno 2005 0:00 - roberto
bisognerebbe adottare la stessa indifferenza alle elezioni politiche, ma in quel caso ti invitano, ricordandoti l'obbligatorietà, ad andare a votare per questo o per quel partito.E vai!!!!
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