Feltri è una persona ONESTA anche INTELLETTUALMENTE!Bravo
Vittorio sempre figli e figliastri...in Italia. Un Fan
Ligure
22 febbraio 2006 0:00 - Luciano
, il nome del senatore veniva indicato come uno di quelli
inseriti nel dossier Mitrokhin, la lista di collaboratori
occulti dell'Unione Sovietica compilata da un ex
archivista del Kgb.
Ma c'era o non c'era
il nome? Se non c'era, è giusto che Feltri
"paghi" e viceversa. Poi il discorso contro
gli ordini professionali mi trova concorde,... ma
affermare falsità su una determinata persona deve essere
comunque perseguito molto duramente! Saluti
Luciano Cavalieri
20 febbraio 2006 0:00 - gesualdi
Non concordo su quanto accaduto al direttore Feltri, penso
che in un paese come il nostro dove il pluralismo
informativo e gia' da troppo tempo messo alla merce'
di pochi eletti, in un regime di monopolio, se si aggiunge
anche quest'ultima limitazione " LIBERTA DI
STAMPA", finiremo per cadere in un profondo strato
inerte ove anche i diritti sanciti dalla nostra Costituzione
"art.21",finiranno inesorabilmente per scomparire.
16 febbraio 2006 0:00 - caterina
non mi piace Feltri,ma non mi piace quanto gli è
accaduto,sono d'accordo con l'abolizione degli
ordini dei giornalisti che fanno della professione una
riserva per pochi baciati dalla sorte.Dovrebbe restare
soltanto,a tutela di tutti,giornalisti compresi,come
cittadini,la distinsione fra esprimere opinioni ed
accusare,senza controlli,cittadini inermi e qualche volta
nella impossibilità di discolparsi.Grazie-Caterina
15 febbraio 2006 0:00 - Alex
Risulta che all'epoca Feltri non fosse nè direttore nè
a "libro paga" di quel giornale, ma risultasse
solo come consulente esterno. Per cui come può pagare
per un articolo scritto da un altro? E così lui avrà
una condanna penale... penso che ci sia di peggio da
punire!! (anche se sono d'accordo che la calunnia non
rientri nelle libertà di un giornalista, che si deve
prendere le responsabilità di quello che scrive o citare
chiaramente le fonti)
15 febbraio 2006 0:00 - Gandolfo
Concordo con la sig.ra Laura Tessaro: un conto è fare una
forte critica esponendo la propria opinione lasciando aperta
la questione stimolando così i lettori a fare le proprie
valutazioni, altro paio di maniche è esporre i fatti
mescolando vicende realmente accadute a fatti supposti ma di
cui non si ha la certezza assoluta. In quest'ultimo caso
credo sia facile cadere nella diffamazione. Sì alla
libertà di stampa, ma sempre con equilibrio e rispetto.
15 febbraio 2006 0:00 - Marco Bombardieri
Credo che nessuno debba avere la libertà di diffamare.
Nessuno può avere libertà di diffondere notizie false. Non
si può fare passare proprie opinioni come notizie! Credo
che ognudo debba assumersi la piena responsabilità di ciò
che dice e credo che chi sbaglia debba pagare.
15 febbraio 2006 0:00 - giorgio de vita
Altro che paladini della liberta'. Se e' vero
cio' che abbiamo letto recentemente sul QN, allora cade
la maschera! Secondo il QN sia LIBERO di V.Feltri, sia IL
FOGLIO di G.Ferrara,per poter usufruire di contributi
statali previsti per legge a favore degli organi ufficiali
di stampa dei movimenti politici,non hanno esitato a
dichiarare che i loro giornali sono gli organi ufficiali di
movimenti,piu' o meno fantomatici,rappresentati in
parlamento da qualche parlamentare compiacente (si legge :
anche da 2 o 3 parlamentari soltanto!).Naturalmente a questo
fatto non e' stata data pubblicita',e i signori in
questione hanno sempre continuato a presentarsi come
paladini dell'indipendenza. Complimenti per la coerenza!
Che furbate meschine! Sull'abolizione
dell'ordine dei giornalisti sono totalmente
d'accordo. A volte ho sentito giornalisti impegnati in
discorsi secondo me deliranti,pur di salvaguardare i loro
privilegi. Una volta uno dei massimi giornalisti sportivi,
Italo Cucci,si avventuro' in una filippica al
"Processo del lunedi'".Alcune persone,in
qualita' di opinionisti (non iscritti
all'Ordine)avevano criticato,facendo anche satira,
l'operato di alcuni giornalisti:secondo Cucci una
qualsiasi persona,non iscritta all'Ordine,non poteva
esprimere pareri,nemmeno su argomenti sportivi.Solo i
giornalisti potevano farlo! Pazzesco. Il loro
mestiere,secondo loro,e' talmente indispensabile da
stare anche al di sopra delle leggi.In nome della
liberta' di stampa non esitano nemmeno a pubblicare in
anteprima notizie riservate,che rischiano di mandare in fumo
indagini giudiziarie. Ma a
Natale,Pasqua,Capodanno,ferragosto i giornali non escono.Se
il loro lavoro e' cosi' indispensabile,perche'
non istituiscono turni come fanno le forze dell'ordine o
i medici? E si potrebbe continuare...
15 febbraio 2006 0:00 - enrico tessaro
Giustamente dovremmo preoccuparci di essere un paese che
legge poco e che ha un grado di cultura ai minimi
livelli. Ma non dimentichiamoci che chi detiene il
potere sa che le persone ignoranti sono più facilmente
influenzabili perchè poco abituate ad usare la propria
testa. Perciò programmi tv sempre più scadenti,
scuole sempre peggiori, ecc. Risultato la gente è
facilmente manipolabile perchè non c'è situazione
peggiore dell'ignorante anche convinto di sapere.
enrico tessaro
15 febbraio 2006 0:00 - renato bonifazzi
quando ero adolescente, facevo la colletta con altri sette o
otto amici per poter comperare un pallone
"superflex" del costo di 350 lire. c'era
un ragazzo che puntualmente metteva pressocche' la
totale cifra in quanto era il piu' ricco.
...sceglieva i migliori per poter vincere sempre.talvolta
pero', cominciava a perdere con parecchi goal di scarto;
a quel punto, prendeva il pallone,lo metteva sotto al
braccio, e diceva:- il pallone l'ho pagato io e non
voglio piu' giocare. e' da allora che non mi
meraviglio piu'dell'atteggiamento ottuso, arrogante
e provocatorio di certi elementi che si ostinano ad invocare
la giustizia a senso unico. il giornalista non dovrebbe
comprare, MAI ,il pallone.dovrebbe solo usare la propria
penna...il pallone, e' meglio che appartenga a chi la
penna non la sa usare. renato da napoli
15 febbraio 2006 0:00 - Roberto Vernero
Ho letto con interesse le considerazioni del Sig. Donvito
sulla liberalizzazione delle professioni con cui, in linea
di principio, non faccio fatica a dirmi d'accordo. Non
ritengo però che il Sig. Donvito abbia colto il nucleo del
problema "liberalizzazione" almeno come
attualmente in discussione con questa condanna al Sig.
Feltri: "l'abolizione/depenalizzazione dei reati a
mezzo stampa, gia' approvata dalla Camera" che
estendo alla EFFETTIVA RESPONSABILIZZAZIONE dei
professionisti di tutte le categorie. Se, come si può
dedurre dalle giuste argomentazioni di Donvito,
l'iscrizione a un Albo non garantisce la qualità del
lavoro svolto (vedi Feltri, vedi Tanzi ma vedi pure i casi
più gravi dei tecnici e degli amministratori come quelli
responsabili delle morti di bambini e maestre nel crollo
della scuola di S. Giuliano... la giustizia stà facendo il
suo corso o come in tanti altri casi non se ne parlerà più
punto e basta??) che sia appunto la responsabilizzazione a
darci tale garanzia e dunque ritengo più importante
mobilitarsi prima di tutto contro tali iniziative dei
Governi che vanno appunto nel senso della
DERESPONSABILIZZAZIONE!! Aspetto con grande interesse i
commenti del Sig. Donvito e degli altri lettori su queste
considerazioni. Cordiali saluti.
15 febbraio 2006 0:00 - Giampiero cocco
Carissimo Vincenzo Donvito, leggo poco la tua
rubrica.....oggi ho visto l'articolo in cui compariva la
condanna del Grande Vittorio - l'unico giornalista
veramente libero in Italia - libero e scomodo in quanto
è uno con le PALLE che dice veramente quello che pensa e
nota bene sempre la verità. Sono vicino a Vittorio e
gli auguro di cuore FORZA E CORAGGIO E NON MOLLARE
MAI!!!!!!!!!!!!!!!! sei un GRANDE!! COMPLIMENTI A TE E
A LIBERO
15 febbraio 2006 0:00 - laura tessaro
Scusate, ma la difesa della libertà di stampa non va
affatto confusa con la libertà di calunnia e di diffusione
di notizie false. Non capisco francamente questa vostra
difesa di Vittorio Feltri: se un giornalista decide di
demolire una persona scomoda, lo può fare liberamente? Io
trovo solo scandaloso che questa sentenza arrivi così
tardiva, ma, come dire, meglio tardi che mai.
Saluti. Laura