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 Aduc – Osservatorio Firenze. Bici, bici... Quousque tandem abutere patientia nostra?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
24 ottobre 2018 12:40
 
 Abbiamo scomodato questa orazione di Marco Tullo Cicerone rivolta a Catilina per ricordare una vicenda banale della città che, stando a quello che leggiamo, vorrebbe ergersi a bandiera della sostenibilità, per residenti e turisti: Firenze. E la usiamo per comunicare il nostro stato d’animo, alquanto diffuso dopo costanti verifiche “su strada” che abbiamo appositamente fatto, del malessere sulla presenza delle bici a nolo – quelle arancioni – che imperversano nei borghi e nelle strade della città gigliata: non se ne può più. Dovunque trovi queste bici abbandonate, sempre dove non dovrebbero essere, dando fastidio a tutte le mobilità. Eppure avevamo letto che, grazie ai sistemi informatici con cui funziona il loro noleggio, ci sarebbero state multe per chi non rispettava il codice della strada alla voce parcheggio. Avevamo letto, chissà cosa è accaduto, perché dal dire al fare… nel vedere possiamo solo prendere atto della totale disaffezione tra utenti di questo servizio e regole del vivere civile. Colpa degli utenti? Solo in parte, visto che spetterebbe all’autorità creare le condizioni infrastrutturali e normative e di repressione, perché ciò non accada.
Stiamo scoperchiando un pentolone che era scoperto da lungo tempo, e lo facciamo perché temiamo che dalla disapprovazione si passi ai fatti, anche se, nella testa di chi disapprova si è già creato un abisso tra loro stessi e le istituzioni assenti. E’ noto che nella storia della civiltà e dell’umanità, nonostante i vari tentativi anche in corso di far sì che i rapporti anche di tensione siano risolti coi metodi del dialogo e del confronto, quando si constata che alla parola non segue un ascolto e un confronto, fino alla presa per i fondelli (come sembra il nostro caso) , chi ritiene di essere dalla parte del giusto ricorre alla forza fisica. Nel nostro caso non vediamo frotte di cittadini urbanizzati che prendono d’assalto Palazzo Vecchio o sputano in un occhio al Sindaco tutte le volte che lo incontrano mentre taglia un nastro di qua e un altro nastro di là. Ma vediamo solo persone che, magari di soppiatto, ogni volta che incontrano una di queste bici lì dove la stessa è solo di impaccio, scaricano il loro violento istinto di repulsione sulla stessa, più o meno distruggendola, buttandola da qualche parte e altre azioni del genere.
Dobbiamo arrivare a questo o chi ci amministra pensa di fare qualcosa che non siano le promesse del piffero che ha fatto finora?
Sia chiaro: per capire che qualcosa venga fatto sul serio, vogliamo vedere scorrere il sangue. Metafora, ovviamente. Ci bastano multe e cancellazioni di abbonamento a questi servizi.
 
 
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