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Aduc – Osservatorio Firenze. I divieti dalle 20 per l’acquisto di alcolici li stabilisce chi non vive la quotidianità e la rinascita di una città?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
17 luglio 2020 11:19
 
  La cosiddetta movida è uno dei tormentoni su cui l’amministrazione di Palazzo Vecchio non riesce a “venirne a capo”. Alle giuste rimostranze dei residenti delle zone colpite da questa inciviltà si sommano provvedimenti sempre più inutili e dannosi, soprattutto per le vittime.
Qualcuno ricorda le “sifonate” di acqua e le multe per impedire che le persone si sedessero sui gradini delle chiese? Dove sono finite? Nel nulla perché erano nulla.
Qualcuno ha presente la bolgia paninara ed antisanitaria di via de’ Neri alle spalle di Palazzo Vecchio e i provvedimenti dell’amministrazione di piazza della Signoria (vietato sedersi, bla bla)… dove sono finiti? Nel nulla perché erano nulla.

In queste serate d’estate è riesplosa la movida che attanaglia in modo particolare alcune zone dell’Oltrarno e il quartiere di Santa Croce. E ora che siamo in emergenza sanitaria, la cosa si fa più preoccupante, non solo per i residenti.
Cosa si è inventato Palazzo Vecchio per porre un freno? Vietato acquistare e vendere bevande alcoliche da asporto dopo le ore 20. Nei bar si può consumare e si può comprare e portarsi fuori la bevanda, ma se si va in un negozio o supermercato… fulmini e saette.

A parte la dubbia efficacia alla bisogna di un provvedimento del genere e la possibilità (come è accaduto in passato per tipologie simili) che un ricorso al Tar bocci la stessa perché lesivo della libertà di commercio, non possiamo non evidenziare due aspetti. La decisione presa è un segnale pessimo per affrontare le problematicità che la città, e il centro storico, stanno vivendo in questo periodo di emergenza sanitaria: il centro storico, “cacciati” i residenti in questi ultimi decenni, si ritrova con un’offerta commerciale gigantesca a fronte di una domanda al lumicino.
Vediamo:
- divieto dalle ore 20. Molti esercizi commerciali, inclusi i supermercati, a quell’ora sono aperti (chiusure medie tra le 21 e le 22), quindi le persone si recano a fare la spesa ma non potranno acquistare, per esempio, birra o vino, altrimenti saranno multati (venditore ed acquirente). E la spesa non la fanno solo i chiassosi “movidiaioli”, ma soprattutto chi ancora abita in questa zona della città.
- una delle idee per far fronte all’emergenza che ha svuotalo l’economia del centro città, è quella della ripopolazione: far tornare le persone ad abitare il centro rinascimentale e non solo. Ma perché ciò sia possibile, oltre ad avere case che non costino in modo sproporzionato occorrono servizi che non costringano i residenti a dover andare in periferia per soddisfarli. Un servizio base è l’acquisto di prodotti alimentari a prezzi di mercato e non per turisti stranieri e no. Quale incentivo sarebbe quello di impedire che, per vino e birra del nostro esempio, le vendite e gli acquisti non sarebbero possibili dopo le ore 20? L’idea e la pratica di un centro città assediato e controllato col proibizionismo non è il massimo dell’invito a riprendersi il centro rinascimentale.

Noi non siamo l’amministrazione ed evitiamo di fare l’elenco delle possibili soluzioni. C’è chi è sicuramente più bravo di noi. Noi segnaliamo i problemi e chiediamo a chi ci governa di valutare se siamo, marziani, rompiscatole, fantasiosi o coi piedi per terra.
 
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