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Aduc – Osservatorio Firenze. Mercati. Comune: tutelare tipologie e qualità. Per chi? Un disastro se non si cambia politica!!
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Comunicato di Vincenzo Donvito
26 aprile 2019 11:07
 
 Apprendiamo dalla stampa (1) che la Giunta del Comune di Firenze ha approvato una delibera per vincolare le attività dei mercati di Sant’Ambrogio e di quello Centrale a tipologie di qualità che mettano la fiorentinità al primo posto. Nella bozza del nuovo regolamento sul commercio, per i cambi merceologici si dovrà avere un nulla osta del Comune che, immaginiamo, farà riferimento a questa delibera.
Bene? Sì, per chi voglia sentirsi a posto con la propria coscienza di amministratore. In parte inutile, nonché dannosa per il resto. Vediamo perché.
Questi due mercati sono inseriti nel centro storico della città, ma in due contesti diversi:
- Sant’Ambrogio è vicino a quartieri residenziali al di fuori del centro storico, ed è ai limiti di una zona che non ha ancora totalmente espulso i residenti; è inserito in un contesto urbano commerciale molto vivo, e senza una prevalente presenza turistica. La delibera potrebbe quindi essere utile, ma di fatto superata da logiche di mercato già attente a queste tipologie qualitative che le delibera vorrebbe tutelare. Da aggiungere anche la presenza universitaria per l’adiacente facoltà di Architettura e la presenza dei frequentatori della sinagoga ebraica (non a caso in questo mercato e in zona si possono acquistare cibi khaser - 2)
- il mercato Centrale di San Lorenzo è non proprio l’opposto di quello di Sant’Ambrogio, ma ci va vicino. E’ nel cuore di quel centro che ha espulso i residenti; è in un contesto urbano commerciale molto vivo, ma dove il consumatore e l’acquirente per eccellenza è il turista. Pur conservando alcune eccellenze qualitative, la maggior parte dell’offerta (specialmente nella mangiatoia “bolgesca” del primo piano) è a costi elevati e tutto in funzione della domanda… che è quasi esclusivamente quella turistica. Che, pur con tutte le buone volontà e la presenza di turisti che cercano la qualità, non può che appiattirsi in senso contrario a quello auspicato dalla delibera del Comune… altrimenti si vende meno, e se un commerciante non vende viene meno la sua natura intrinseca.

La delibera di Palazzo Vecchio arriva quindi in un contesto frastagliato dove l’offerta (in particolare per il mercato Centrale) ne potrebbe risentire per adeguarsi alla domanda. Forse qualcuno potrà sostenere che la domanda segue l’offerta… ma ne dubitiamo visto lo specifico, che è quello di un turista non di lunga presenza ma “mordi e fuggi” quindi meno attento e interessato alla qualità.

Il fine nobile di Palazzo Vecchio potrebbe avere un senso se alla delibera fosse affiancata una politica di “ripopolamento” del centro storico. Ma è in atto proprio una politica opposta, di “espulsione” di residenti e di quelle attività che farebbero del centro storico il cuore dell’urbe, portando e mantenendo tutte le attività commerciali e culturali connesse a questa urbe; e i “resti immobiliari” vengono immolati solo all’economia turistica, mentre il centro storico è diventato una sorta di periferia morale (3).

1 – La Nazione del 26/04/2019
2 - https://www.firenzebraica.it/kasher/
3 - https://www.aduc.it/articolo/firenze+cambiamo+visione+oggi+centro+periferia_29441.php
 
 
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