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Aduc – Osservatorio Firenze. Sindaco Nardella untore e fracassone? Verso la riduzione del danno
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Comunicato di Vincenzo Donvito
29 settembre 2020 10:17
 
  Agli appelli fatti da mesi dai commercianti del centro storico, con l’aggiunta dell’ultimo arrivato Caffé San Marco, il Sindaco Nardella ha risposto a nostro avviso in modo insufficiente e, sotto certi aspetti, sbagliato. Almeno per ora.
La prima risposta è stata la riapertura di alcuni varchi della ZTL. Provvedimento estemporaneo i cui risultati sono ancora da annoverare e comprendere (“esperimento” che dovrebbe durare, con proroga, fino alla fine di ottobre) ma che, al momento, ha solo portato ad un aumento del traffico veicolare privato, nonché della sosta selvaggia, nelle zone coinvolte.
Ora, grazie all’urlo di dolore del gestore del Caffé San Marco, ci si è accorti che tutta la zona che è diventata dopo la chiusura del Duomo lo smistamento centrale del trasporto pubblico su gomma, è in condizioni precarie. Essenzialmente ambientali (piazza San Marco è inquinata di gas, rumore e traffico, con anche problemi di dissesto stradale) con ovvie conseguenze sul commercio… che è stato accondiscendente con l’inquinamento quando questo gli ha portato denaro, ma ha cominciato a scalpitare quando sono venute meno le presenze straniere, dei lavoratori di zona e dei cittadini. Mentre i pochi residenti rimasti, lamentandosi ogni tanto e accontentandosi sostanzialmente di visibilità mediatica, si sono rassegnati.

Siamo all’oggi. Sull’onda lunga, di cui non si intravede e conosce la fine, dell’emergenza coronavirus. Ma dove, alle chiusure totali dei mesi scorsi, diventati tutti presumibilmente più bravi nella gestione individuale, sociale e sanitaria, riusciamo a non chiuderci in casa andando anche a prendere un caffè al bar o a comprare un giornale o andare al supermercato senza muoverci rasentando curvati i palazzi e con lo sguardo diffidente nei confronti di chiunque.

In questo oggi c’è ancora chi pensa che siamo in transizione verso un ritorno al prima. Non lo sappiamo, ma siamo scettici. Per cui ci adeguiamo navigando in questo oggi. Ma nonostante questo siamo informati sui loro business negativi da capogiro che i commercianti diffondono.

In questo contesto arriva il Sindaco della nostra città che, ai commercianti impauriti e prossimi alla chiusura della zona di San Marco, dice che si potrebbe trasformare questa zona in qualcosa tipo via de’ Neri, cioè stimolare più gente ad andare in quella zona per divertirsi spendendo: apertura della Ztl, pedonalizzazione saltuaria, mercato e intrattenimento di strada. E i commercianti sorridono di nuovo, dando fiducia al Primo cittadino.

Sembra che la tragica situazione (che continua ad esser tale anche “senza” stranieri) di via de’ Neri non abbia insegnato nulla. Così come sembra che non abbia insegnato altrettanto nulla la rumorosità e insicurezza di altre zone della città dove la cosiddetta movida continua a far da padrona.
Tutto questo con una infezione coronavirus che cresce, e che tutti sappiamo essere dovuta alla mala gestione degli alleggerimenti delle misure di restrizione. Per capire: mentre in città quando si è all’aria aperta si circola senza mascherina, passare di giorno da via de’ Neri o di sera in alcune zone Oltrarno senza mascherine si rischia, pur vigente l’ordinanza regionale che obbliga ad indossare la mascherina dopo le 18 in luoghi con assembramenti.

Vogliamo che via Cavour, e zone limitrofe, divengano altrettanto pericolose?
Ovviamente noi non abbiamo le risposte in tasca. E le stesse sono possibili dopo aver sentito tutte “le campane”. Ma ci preme ricordare questi aspetti a chi sembra (Sindaco) che proponga, alle richieste di socializzazione dei disagi, soluzioni sperimentate e con risvolti negativi.
Perché - anche se si fa finta che sia diversamente - proprio di questa tipo di socializzazione si tratta. Chi parla di rimedi ha, a nostro avviso, una certa dose di incoscienza e pressapochismo. Oggi non possiamo far altro che - tutti - cercare di farci meno male. Il Comune, per quanto riguarda la fiscalità lo sta facendo, ma crediamo debba porre maggiore attenzione ad un rilancio economico che, stante la incerta situazione sanitaria, non può che armonizzarsi ad una filosofia di riduzione del danno. Di tutti, commercianti inclusi. Tutti dobbiamo avere meno. Questa è la normalità di oggi!

 
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