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Autovelox Firenze. Il Comune persegua la legalità 
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Comunicato di Emmanuela Bertucci
19 ottobre 2017 15:06
 
 Il Comune di Firenze e gli automobilisti multati dagli autovelox cittadini, pur se uno contro l'altro in tribunale, stanno combattendo insieme una importante battaglia per la legalità e la certezza del diritto.
La questione parrebbe marginale - quanto grande deve essere una banchina per esser definita tale - ma sullo sfondo ci sono la correttezza dell'azione dell'amministrazione nei confronti dei cittadini e l'affidamento di questi ultimi nelle istituzioni.

Entrambi sono sicuramente in buona fede, e perseguono il proprio scopo sinceramente convinti della legittimità del proprio operato (il Comune che non smonta gli autovelox, gli automobilisti che impugnano le contravvenzioni) finché non sarà detta la parola fine da parte della Corte di Cassazione.
Concorda anche il Comune che, a domanda di una giornalista, oggi ha dichiarato:  "quando ci sarà una sentenza diversa, allora la situazione sarà esaminata e saranno eventualmente presi dei provvedimenti" (1)

Siamo d'accordo, e per questo motivo chiediamo al Comune di Firenze di fare di tutto per accelerare la conclusione di questa vicenda. Lo strumento ce l'ha: dare seguito alla sentenza della Corte di Cassazione che aveva disposto la prosecuzione del giudizio in Tribunale, per accertare le reali caratteristiche delle strade fiorentine.

Da quanto a noi risulta, così finora non è stato. Se è ancora in tempo, chiediamo allora al Comune di Firenze di riassumere quel giudizio e di perseguire quegli obiettivi di certezza del diritto e piena legalità che devono sempre connotare l'azione della pubblica amministrazione.

In alternativa, cautelativamente dovrebbe smontare gli autovelox in attesa della pronuncia della Corte. Questo sarebbe esempio di buona fede e correttezza nei confronti dei propri cittadini. Anche perché se fra un anno o due la Cassazione desse ragione agli automobilisti, tutti coloro i quali sono stati multati finora non si vedrebbero certo restituire i soldi con una lettera di scuse.

Se il Comune non fa nè l'una nè l'altra cosa, si potrebbe maliziosamente pensare che tema il giudizio della Cassazione e punti a far cassa fino a quando è possibile.

1 – La Nazione
 
 
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