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CANONE RAI. CONTINUA LA FARSA DELLE ISTITUZIONI E LA PRESA IN GIRO PER I CONTRIBUENTI
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Comunicato 
6 aprile 2003 0:00
 

E' LA VOLTA DEL SENATORE ETTORE BUCCIERO
Firenze, 6 Aprile 2003. Che il cosiddetto canone di abbonamento alla Rai non sia tale, ma una tassa a tutti gli effetti per il possesso di un apparecchio atto a ricevere emissioni televisive, tra un po' "lo sanno anche i sassi".
A maggior ragione, cosi' dovrebbe essere per chi ci rappresenta nelle istituzioni. Ma cosi' non e'. Anzi. Sempre piu' spesso le manifestazioni di insofferenza di questo o quell'altro rappresentante istituzionale rispetto alle politiche di comunicazione e informazione della Rai, si manifesta con la minaccia di non pagare il cosiddetto canone. Ci sono stati politici e forze politiche che sulla materia (cioe' sulla presa per i fondelli dei contribuenti) ci hanno fatto fortuna: valgano per tutti i casi dell'attuale ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e il partito del ministro Umberto Bossi, la Leganord, che, quando non erano al Governo, erano alfieri di tutte le possibili (impossibili da un punto di vista pratico) campagne per invitare i contribuenti a non pagare la tassa alla Rai (con l'aggravante, per la Leganord, che continua a invitare a non pagarlo, mandando allo sbaraglio contribuenti che, poi, devono pagarlo lo stesso con l'aggiunta' di penalita' e more, pena il sequestro dei loro beni).
Oggi e' la volta del senatore Ettore Bucciero, eletto in Alleanza nazionale e saltato alla ribalta in questi giorni perche' non ha gradito le cronache di guerra di due corrispondenti della Rai in Iraq. Una polemica che ha messo in imbarazzo i suoi stessi compagni di partito, tant'e' che l'on.Mario Landolfi, ex-presidente della commissione di vigilanza parlamentare della Rai e attuale portavoce nazionale del suo partito, si e' pubblicamente scusato per l'intemperanza del suo collega. Ma il sen.Bucciero, intervistato dal quotidiano "Libero", alla domanda "Non paghera' piu' il canone?", ha candidamente risposto: "Lo pago se qualcuno mi dice quanto ci costa la Rai a Bagdad. Credo interesserebbe anche molti abbonati. O no?".
Come contribuenti obbligati della tassa sull'informazione di Stato e di Governo, come italiani rispettosi delle leggi e che invitano tutti a fare altrettanto (anche e soprattutto per leggi e norme non-gradite), oltre a sentirci presi in giro, ci sentiamo offesi. Per l'ignoranza (voluta o meno e' poco influente) del nostro senatore, che minaccia di non pagare un servizio che non gradisce, quando cio' che si paga non e' un servizio ma una "tassa di possesso". Non solo, ma invita tutti i contribuenti a fare altrettanto. Una ambiguita' che ci si tira dietro grazie al fatto che questa tassa continua ad essere chiamata canone o abbonamento, e che tutti vogliono mantenere tale (l'ambiguita') per continuare ad ingannare gli italiani, e far finta a se stessi di essere ingannati.
Ci dobbiamo abituare a questi senatori che violano pedissequamente il loro mandato istituzionale? No! Non abbiamo alcuna intenzione di farlo. Continuiamo e continueremo a stupirci ed indignarci per l'infimo livello di rispetto istituzionale, nonche' per il disprezzo dei soldi dei contribuenti ligi al loro dovere. Ci piacerebbe che i senatori come il nostro Bucciero si facessero promotori di iniziative per l'abolizione della gabella che siamo obbligati a pagare alla Rai: in sede parlamentare come nella societa' civile. Ma questo proprio non ci risulta. Mentre ci risulta questa reiterata opera di disprezzo istituzionale, sfoderata per l'occasione di un mercanteggio partitico su quella Rai che viene considerata una mucca da mungere.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc

Ricordiamo che sul portale Internet dell'associazione, c'e' uno specifico settore (clicca qui) in cui raccogliamo tutti le brutture istituzionali del canone/tassa sulla Rai. Oltre ad informazioni sullo stesso e una petizione che ne chiede l'abolizione.
 
 
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