Il 13 ottobre scorso un giudice del Tribunale di Firenze ha oscurato il forum Aduc - Di' la tua “Fabio Oreste e la ...finanza”. Secondo il giudice civile, che ha accolto l'istanza di oscuramento cautelare richiesta dal signor Fabio Oreste, il forum non “meritava di esistere” perche' sebbene il nostro ordinamento tuteli il diritto di libera espressione delle proprie opinioni, non tutela l'anonimato. A parere dello stesso infatti gli utenti del forum non possono discutere ne' in termini positivi ne' in termini negativi sull'operato di una azienda laddove scelgano di non inserire nel post i propri dati anagrafici.
Un provvedimento a nostro avviso pericoloso, le cui conseguenze, se questo orientamento si diffondesse, potrebbero giungere a tacitare tutti quegli spazi Internet (blog, forum, bacheche, ecc.) in cui gli utenti si scambiano opinioni sui piu' svariati argomenti. Si pensi a quanti utilizzano la Rete per scegliere i servizi e i beni da acquistare, e che sulla rete cercano e chiedono i commenti di chi l'ha gia' fatto.
Voglio acquistare un telefonino? Per prima cosa faro' un giro sui forum online, per sentire dagli altri commenti e giudizi sul prodotto. E se questi giudizi sono negativi, e io dunque decido di non comprarlo piu', e' giusto che il produttore del telefonino ottenga l'oscuramento di quel sito?
Perche' di questo si sta trattando.
Il caso e' grave perche' il sito e' stato oscurato, ma diventa ancor piu' inaccettabile poiche' il giudice non ha minimamente valutato il contenuto del forum. Egli non ha tenuto conto che il forum conteneva commenti (peraltro alcuni anche positivi) sull'operato di un “formatore finanziario” i cui clienti erano scontenti, e che per i corsi che organizza e' gia' stato sanzionato dall'Antitrust.
In questo caso, come negli altri procedimenti simili in cui l'Aduc e' stata coinvolta, la controparte e' sempre una societa' o un imprenditore che, lui per primo, utilizza Internet per fare pubblicita' alla propria attivita' e dunque trovare clienti. E pretenderebbe che i consumatori parlassero di lui su Internet solo in termini positivi, mai in termini critici. E se cio' accade, adisce il giudice affinche' i luoghi in cui si parla di lui in termini critici o di diffidenza o di perplessita' sul suo operato vengano tacitati e censurati. Chiede dunque alla giustizia civile (e in questo caso ottiene) di contribuire, con la censura, a fornire una visione distorta della realta' -distorta in suo esclusivo favore- dove nessuno e' mai stato scontento del suo operato, dove nessuno possa permettersi di criticarlo.