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CLONAZIONE UMANA TERAPEUTICA. LE SPERANZE PRENDONO CORPO. GRAZIE GRAN BRETAGNA! IN ITALIA, PER ORA, NON CI RESTA CHE FIRMARE IL REFERENDUM PER ABOLIRE LA LEGGE CHE VIETA QUESTA RICERCA
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Comunicato 
11 agosto 2004 0:00
 

Firenze, 11 Agosto 2004. L'autorita' britannica per l'embriologia e la fecondazione umana (Hfea) ha concesso ad un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Newcastle il primo permesso per clonare embrioni umani a fini terapeutici.
Prima di tutto un grazie di cuore e di testa alla Gran Bretagna, al suo Governo e alla sua cultura giuridica, sanitaria e politica, che, con questa primizia, aprira' la ricerca scientifica verso risultati finora solo genericamente intuiti: Diabete, Parkinson, Alzheimer, Sla, tutte quelle malattie dove i tessuti si degenerano, oggi incurabili e che potrebbero avere un giovamento con l'uso delle cellule staminali embrionali, in grado di generare tutti i tipi di tessuto, con alte capacita' di proliferazione.
Una ricerca che in Italia e' vietata dalla legge sulla fecondazione assistita cosi' come approvata alcuni mesi fa, ma che e' finanziata anche dai soldi dei contribuenti italiani grazie ai finanziamenti che percepisce dalla Unione Europea.
Una ricerca, inoltre, che proprio in questi giorni in Usa e' materia di contesa elettorale tra i due candidati alla Casa Bianca: George W.Bush che il 9 agosto 2001 ne aveva fortemente limitato la pratica, e John Kerry che ne ha fatto una delle bandiere del suo programma.
In Italia, per ora, ci dobbiamo accontentare dei buoni risultati e del buon livello scientifico e medico sulle cellule staminali adulte, che hanno si' una buona applicazione ma sono oggettivamente limitate. Per il resto, costretti a non impegnare i cervelli dei nostri ricercatori in virtu' di scelte ideologiche e religiose di una parte della popolazione e della maggioranza dei deputati e senatori (tra cui non pochi che hanno pensato che "Parigi val bene una messa ."), allo stato dei fatti non ci resta che firmare per tutti i referendum in circolazione che intendono modificare o abolire questa legge.
Noi non abbiamo molta fiducia nella strada referendaria, perche' il problema non e' solo raccogliere le firme, ma essere graditi alla politica del momento della Corte Costituzionale che decide se ammettere i quesiti, e superare lo scoglio del quorum del 50%+1 al momento del voto. Ma al momento non abbiamo altre strade e, comunque, va riconosciuto che e' grazie a queste campagne referendarie in corso la discussione si e' massicciamente riaperta e sicuramente ci saranno molte persone in piu' ad essere informate che non si tratta di fare bambini/fotocopia o di ammazzare esseri umani sotto forma di embrioni, ma solo di utilizzare quegli embrioni che, avanzati nelle pratiche di fecondazione assistita, non avrebbero altra sorta che finire nella spazzatura.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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