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CODICE DELLA STRADA. C'E' SOLO DA FARLO RISPETTARE E PUNIRE CHI LO VIOLA E CHI NON LO FA RISPETTARE
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Comunicato 
11 luglio 2003 0:00
 

Firenze, 11 Luglio 2003. Avvicinandosi l'iter parlamentare di conversione del decreto legge sul codice della strada, sono numerose le richieste per aggiungere, levare, correggere, rivedere, riconsiderare. Tutte ovviamente dettate dalla volonta' che siano sempre meno le persone che, non rispettando il codice, rimangono vittime di incidenti. Si va dalla richiesta del raddoppio delle sanzioni per alcune circostanze non considerate sufficientemente punite, al ritocco dei limiti di velocita' in questa o quell'altra circostanza.
A nostro avviso -che consideriamo un bene la patente a punti, ma assurdo il costo economico delle sanzioni pecuniarie- c'e' invece un aspetto che e' poco considerato: la cultura della legalita'. Cioe' come arrivare a formarla negli utenti della strada, e come mantenerla.
Perche' finora il problema centrale del massacro di vite e di legalita', non e' stato tanto l'assenza della tangibilita' quotidiana della sospensione della patente che i punti danno, o il fatto che la multa per il non-allacciamento delle cinture di sicurezza fosse troppo bassa, ma la possibilita' costante e continua di poterla fare franca. Possibilita' alimentata da addetti alla sorveglianza con un unico metodo di lavoro: discrezionalita' e favoritismi.
Discrezionalita'
che ha consentito, per esempio, ad un buon 60% degli automobilisti di continuare a circolare senza allacciarsi le cinture di sicurezza pur in presenza da anni di una norma che obbligava a farlo (sia chiaro: non automobilisti che non se le allacciavano accettando di pagare multe che qualcuno considerava irrisorie, ma automobilisti che in flagranza di violazione non venivano multati, ma al massimo ripresi).
Favoritismi che, per esempio, rendono franche al divieto di sosta alcune zone cittadine dove si svolgono le feste del partito al Governo di questa o quell'altra citta' (per gli increduli, li invitiamo, per esempio, di farsi un giretto durante la festa de l'Unita' a Firenze, che si svolge nella Fortezza da Basso tra fine luglio e primi di agosto: negli anni scorsi e' sempre stato un incubo con scarsi vigili a controllare l'ingresso delle persone, in un'area assediata da motorini e automobili parcheggiate ovunque . e quest'anno crediamo sara' lo stesso) (crediamo che esempi simili possano essere fatti per tutte le citta' relativamente ad alcuni locali e luoghi di intrattenimento).
Quindi noi saremmo contenti, non tanto che la conversione in legge del decreto avvenga aggiungendo o togliendo (c'e' sempre tempo per farlo, specialmente dopo aver verificato la bonta' delle nuove disposizioni), ma mettendo mano al problema centrale: l'omissione.
Perche', se la legge e' uguale per tutti, quando il cittadino si rende conto che cosi' non e', ma c'e' il trionfo della discrezionalita' da parte delle autorita', serenamente e' portato a sentirsi altrettanto discrezionale per il rispetto.

Qualcuno -specialmente tra gli addetti ai lavori- ci dira' che senza discrezionalita' diventa impossibile la gestione del traffico e l'applicazione del codice. A chi in buona fede lo pensa (altra storia quella dei favoritismi), non possiamo che rispondergli che se le norme di un codice non possono essere applicate, vuole dire che si tratta di cattive norme, e che per questo vanno cambiate, ma non disattese. Altrimenti continuera' a succedere -pur con le nuove norme- quello che e' successo fino ad oggi, cioe' "speriamo di farla franca" e favoritismi.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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