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Coronavirus e orari negozi. Fase 2 e assembramenti. Evitarli aprendo 24 ore 24
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Comunicato di Vincenzo Donvito
25 maggio 2020 11:16
 
  Una delle preoccupazioni di questa “fase 2” della pandemia è quella degli assembramenti. Alla tolleranza manifestata da parte del ministero degli Interni per non scatenare un multificio come è accaduto nella “fase 1”, corrisponde preoccupazione diffusa, soprattutto da parte degli amministratori regionali e locali che, direttamente, sono a contato con le problematiche che nascono sul territorio per comportamenti a rischio.

Guardie civiche, non bastano
Il governo si appresta ad assumere 60.000 guardie civiche per meglio controllare e redarguire quelli che vengono ritenuti inosservanti delle regole di comportamento individuale, immaginiamo a mo’ di vigilini che in diverse amministrazioni comunali già vengono assunti per i controlli (multe) sul codice della strada. Speriamo che queste guardie non si trasformino, vigilando sui costumi della società, in (stile iraniano e non solo) una sorta di polizia per la proibizione del vizio e la promozione della virtù.
Non basta la “guardia civica” che dice di non fare qualcosa e che di fronte alla reiterazione del comportamento irrispettoso e illecito chiama la guardia vera che fa la multa.

Provvedimenti che responsabilizzino gli individui
Per impedire questo (vediamo un nuovo multificio all’orizzonte) occorre pensare a meccanismi non solo repressivi, ma stimolatori di comportamenti corretti e rispettosi delle leggi. Meccanismi e provvedimenti che mettano al centro l’individuo e il suo comportamento responsabile che, è innegabile, è stato decisamente ammirevole in tutti questi mesi di confino.

Negozi aperti 24h
Il meccanismo principe in questo caso è un orario degli esercizi commerciali senza limiti, 24 ore su 24, comunque affidato alla decisione finale dell’esercente. La legge nazionale ce lo consente (*).

Decidano i Comuni
Spetta agli amministratori comunali decidere per il proprio territorio. Non gli amministratori regionali, chè le loro norme non è detto che vadano bene per tutta la regione. Gli amministratori comunali conoscono bene abitudini e luoghi e possono meglio capire se, per esempio, la chiusura di un locale alle 23 possa costituire o meno concentramento e assembramento perché troppo limitato. 
Il costo amministrativo locale è molto limitato, solo l’estensione degli abituali servizi di ordine pubblico.
Meccanismo che abbiamo perorato (inascoltati) fosse già applicato nella “fase 1” per i negozi di prima necessità che all’epoca erano gli unici autorizzati ad essere aperti e che, vigenti gli orari limitati (**), ci hanno visti tutti a fare code interminabili per accedervi, con assembramenti anche notevoli.

Ora che la “prima necessità” non esiste più, ma vige l’ingresso scaglionato e distanziato, un orario di apertura dilatato può essere ancora più utile. I negozi aperti sono di più, le persone in circolazione sono di più, facciamo sì che ognuno possa scegliere quando andare in un negozio, magari optando per orari “più anomali” proprio perché non ci sono code o assembramenti.

Perché questo accada occorrono amministratori comunali responsabili e non ideologici: mediamente l’opposizione a questo tipo di aperture senza limiti si manifesta con pregiudizi di tipo ideologico, la religione e gli orari di lavoro, dove questi ultimi sono già regolamentati da norme che indicano diritti e doveri di datori di lavoro e dipendenti. In termini di collettività, e di norme della stessa, non è con l’ideologia o la religione che si affrontano queste situazioni… e visto il comportamento civico e rispettoso mostrato da tutte le grandi religioni monoteiste nel mondo durante la pandemia, c’è “solo” da far lor comprendere l’utilità di questi orari 24h.

* - i vari tentativi di modificare in termini restrittivi le norme in vigore sono per ora solo sulla carta
** -  sintomatico il comportamento nella capitale
 
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