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Coronavirus e reperibilità prodotti sanitari di base. Le produzioni militari?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
10 marzo 2020 12:13
 
  Ora che siamo tutti invitati a stare in casa per evitare la diffusione del contagio, ascoltiamo anche con maggiore attenzione le raccomandazioni che vengono fatte in quasi tutti i media. C’è un filo conduttore quando ci viene detto di disinfettarci lavandoci le mani o usando prodotti tipo amuchina: quest’ultimo prodotto è praticamente introvabile (e spesso è fonte di speculazione commerciale). Non solo, ma anche per coloro che sono più attenti e che seguono le varie “istruzioni” che vengono fornite per una sorta di “fai da te”, la difficoltà è simile, visto che i componenti per arrivare ad un disinfettante del genere sono anch’essi difficili da trovare.
Certo, c’è l’alternativa del classico sapone che, per ora, non è oggetto di speculazioni o assenza dal mercato. Ma l’amuchina è molto pratica per chi è fuori casa o, comunque, in luoghi in cui non c’è facilità di accesso ad un lavandino col sapone. E visto che ci viene consigliato di disinfettarci spesso, val la pena portarsene una confezione in tasca.

A parte il senso civico che ci deve spingere a denunciare tutte le forme di speculazione commerciale (vigili o guardia di finanza), crediamo che sia importante che lo Stato usi un canale privilegiato per la produzione, visto che (per fortuna a nostro avviso) non possono essere imposti dei prezzi massimi per tutti e che, nonostante le buone intenzioni, è difficile far fronte alle speculazioni.
Questo sarebbe possibile con l’Istituto farmaceutico militare (che ha sede a Firenze). Che proprio perché “militaredovrebbe essere attrezzato per le emergenze. Una produzione veloce ed economica da immettere sul mercato e, pur coi suoi limiti, cercare di supplire alle difficoltà di approvvigionamento da parte dei produttori privati e, nel contempo, infliggere un duro colpo alle speculazioni.

Si porrebbe il problema di una sorta di concorrenza sleale che lo Stato farebbe nei confronti dei produttori privati. La situazione emergenziale che stiamo vivendo è una risposta, ma non basta. Perché, per non lasciare cadaveri per strada durante e dopo l’emergenza (aziende disarmate di fronte alla concorrenza dello Stato), non si può escludere che lo stesso Stato dia anche degli incentivi particolari agli attuali produttori di amuchina (incentivi le cui forme di erogazione possono essere molteplici, a partire dalle riduzioni fiscali).

Ultima osservazione. Questo, come anche altri provvedimenti di rinvio e riduzioni fiscali, comportano un aggravio notevole per le finanze pubbliche (il cui stato non è mai stato florido), ma è un carico che tutti noi contribuenti è bene che ci facciamo in momenti come questo: oggi per ridurre i danni e domani per “ricostruire”… situazioni che possono essere affrontate solo se siamo vivi e sani.

Ps
ovviamente altrettanto potrebbe essere per le mascherine, ma abbiamo posto l’attenzione sulla amuchina viste le caratteristiche di produzione dell’Istituto farmaceutico militare di Firenze
 
 
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