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FECONDAZIONE ASSISTITA/ABORTO. CHE PASTICCIO QUESTA NUOVA LEGGE CHE BEN SI AMALGAMA CON L'IGNORANZA DI ALCUNI MEDICI
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Comunicato 
9 giugno 2004 0:00
 

Firenze, 9 Giugno 2004. Un giudice del Tribunale di Cagliari ha accolto la richiesta di aborto di una donna che, incinta di due gemelli di cui uno malato di Betatalassemia, si era visto negato l'intervento perche' sarebbe stato contrario alla nuova legge sulla procreazione assistita. Ora all'Ospedale Microcitemico di Cagliari gli devono praticare l'aborto.
Se c'era bisogno di capire il disastro dell'informazione, medica in questo caso visto che coinvolge un medico che non sa neanche di cosa sta parlando, a seguito dell'approvazione della legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, quello che e' successo a Cagliari e' decisamente sintomatico.
Cosa c'entri un aborto di un feto gia' tale con una legge che disciplina l'accesso alla fecondazione, crediamo sia solo frutto di terrore della legge, ben mescolato ad ignoranza. E, quel che e' piu' grave e traumatico, e' che la donna, per far valere un suo diritto ha dovuto chiedere conforto alla giustizia, con tutto quello che comporta dal punto di vista psicologico e sanitario.
Crediamo, senza alcun torto alla logica umana, che questi possono essere i primi segnali di un futuro sistema di aborto (e chissa' quanti altri interventi) in cui il medico cerca sempre di lavarsi le mani della sua responsabilita'. Abbiamo sbagliato tutte quelle volte che abbiamo sostenuto che nell'intimo di una persona, come nelle camere da letto o sui lettini degli ospedali, le leggi ci devono entrare il meno possibile? Crediamo di no. E questo caso ne e' la conferma.
Da questo episodio c'e' da considerare un altro aspetto sui danni di questa legge sulla fecondazione assistita, specialmente in Sardegna, quando vieta la diagnosi pre-impianto. In Italia ci sono circa 2 milioni e mezzo di portatori sani di Betatalassemia o anemia mediterranea, di questi circa 250 mila sono concentrati in Sardegna (che ha una popolazione di 1 milione e mezzo di abitanti): questo vuol dire che se due portatori sani fanno un figlio, hanno il 25% di possibilita' che nasca un bimbo malato. Pericolo a cui si potrebbe largamente porre rimedio con le diagnosi pre-impianto, ma che non sono possibili con la nuova legge. Non solo, ma la nuova legge consente la fecondazione assistita solo alle coppie sterili, quindi una coppia di portatori sani di Betatalassemia, se vuole un figlio, lo puo' fare solo a rischio malattia. Oppure, sempre se rientra nei tempi previsti dalla legge sull'aborto per l'interruzione di gravidanza, praticare l'aborto (magari con l'aiuto del giudice come nel nostro caso...). Se questa non e' una politica di incentivazione all'aborto e di suicidio civico e sanitario, come altro potremmo chiamarla?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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