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Firenze trasformata nella Disney del Rinascimento?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
20 marzo 2019 9:11
 
L’Amministrazione di Palazzo Vecchio ha dato il via libera alla trasformazione dell’ex-liceo della Querce (13 mila mq in via della Piazzola, Cure) in un albergo di lusso con parcheggio. La multinazionale indiana Leeu Collection ha pagato al Comune 1,7 milioni di euro, che in piazza della Signoria fanno sapere verranno destinati a una palestra nel quartiere.
Bel business? Bravi questi di Dario Nardella? Tutti più ricchi? Certo. Come in piazza San Firenze. Come nelle strade tra piazza della Signoria e piazza Santa Croce, tra la stessa piazza e il Duomo, come grossomodo in tutto il centro storico e come si sta cercando di fare anche nelle – più o meno periferie – con politiche del tipo “ricordiamo ai turisti che Firenze è bella non solo in centro…. Ecco, la tramvia serve anche a questo”.
A noi i turisti piacciono. Così come ci piace andare per luoghi e camminare per strada (ora con la primavera, poi…) e, quando si interloquisce con qualcuno doversi dar da fare per usare tutte le proprie conoscenze linguistiche. E poi – guide turistiche permettendo – dare anche informazioni per andare lì o là, meglio se dire dover mangiare questo o quello ad un buon prezzo. Noi siamo uno dei circa 380.000 residenti che pagano le imposte a Palazzo Vecchio e che usano la città tutto l’anno. Siamo tra coloro che, con le nostre attività economiche e civiche, oltre che pagarci le spese quotidiane cerchiamo di dar lustro a questa città e aiutarla a vivere meglio. Siamo quelli che quando siamo dall’altra parte del mondo e ci chiedono da dove veniamo, diciamo “Europe/Italy/Florence, the capital of the Renaissance” e percepiamo l’invidia del nostro interlocutore.
Ma proprio perché siamo tali, cioè usiamo storia e cervello, ci rendiamo conto che questi ultimi, per poterci ancora riconoscere in essi, dobbiamo far sì che siano usati e non venduti. E usati, per un turista che viene a visitare la nostra città, crediamo non debba significare “guarda, è proprio come era ricostruita nel parco di Disney ad Orlando/Florida”, ma dare la possibilità a chi ci porta denaro, curiosità, amicizia e cultura di ritrovarsi nella “capital of the Renaissance” del 2019, non in quella rifatta perché lui possa trovarsi a Firenze come se fosse a casa sua o in qualunque altra casa di qualunque altra parte del Pianeta. E questo, a nostro avviso, significa una città che vive, non con attrazioni che stanno diventando come i centurioni rumeni davanti al Colosseo a Roma, ma coi suoi abitanti. Che sono tali e che vivono in città facendo le loro cose e non solo sfornando pizzette di plastica, panini, menù fissi con bistecche fiorentine che costano troppo poco per farci credere che non siano finte. Loro cose che sono: andare a fare la spesa e le compere, andare negli uffici pubblici, incontrasi coi vicini nel bar sotto casa (ganzo se poi si devono anche dar da fare per parlare inglese con avventori occasionali), entrare in una libreria, rivisitare i musei per meglio gustarli, portare i bimbi a giocare nei giardini e i cani a scondinzolare, etc… insomma vivere in una città. E cosa si deve fare per vivere in una città? E’ sufficiente arrivarci con la tramvia dalle periferie e magari pagare per un gelato simil-acqua il triplo di quanto costerebbe nella gelateria all’Isolotto, o acquistare delle scarpe a prezzo doppio rispetto al centro commerciale dove ci si va incolonnati in auto? Ovviamente non è sufficiente. Bisognerebbe viverci, starci, abitarci; e magari, anche grazie agli incentivi dell’amministrazione comunale, invece delle pizzette di plastica in quel locale ci sarebbe una cartoleria o un bar dove il caffé e “il pezzo dolce” non costassero tre euro e fossero anche buoni perché magari nel di dietro c’e’ anche il laboratorio di pasticceria dove le brioche non siano precotte ma create.
Un mondo che non ci può più essere? Suvvia, un solo esempio per dire che ci può essere e si vive bene: Parigi.
Tutto questo entra in forte contrasto con l’albergo di lusso alla Cure. Dipende dalla politica, come sempre. Siccome il denaro non puzza, vogliamo portarlo in città e basta? Bene. Al via la prossima multinazionale con gli alberghi a 10 stelle. Ma siamo sicuri che i turisti che vengono e verranno a Firenze vorranno vedere questi alberghi e godere delle attività economiche che nell’indotto e nel vicinato si portano dietro (pizzette plastica et similia)? Non sarebbe meglio offrire loro una città che vive in quanto tale, con le persone vere che ci abitano, le famiglie, gli anziani, gli studenti i vari creativi del mondo che vengono a Firenze per essere migliori?
 
 
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