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GIORNATA MONDIALE CONTRO IL FUMO
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Comunicato 
30 maggio 2003 0:00
 

E LE DROGHE ILLEGALI? PERCHE' NON COMBATTERLE CON LO STESSO METODO DEL TABACCO?
Firenze, 30 Maggio 2003. Si celebra il 31 maggio la giornata mondiale contro il fumo, e siamo sommersi di informazioni e notizie sui danni che il tabacco provoca sul nostro organismo. Senza arrivare agli eccessi di demonizzazione e proibizione per chi vuole continuare o cominciare a fare uso di questa droga legale, e' bene essere informati.
Il motivo conduttore di tutte le campagne dissuasive e' sostanzialmente del tipo "che ognuno si faccia male come meglio crede, non facendolo agli altri".
E per arrivare a questo ce n'e' voluto.
Basti pensare, per esempio, che nel secolo XVII la Russia puniva chi consumava tabacco con la mutilazione degli arti, mentre la Svezia e la Germania applicavano la pena di morte e la Chiesa Cattolica scomunicava i fumatori. Tutte punizioni che non dettero alcun risultato. E ormai sono piu' di due secoli che il tabacco e' una droga accettata, e un po' meno tempo, invece, e' passato da quando la scienza ha cominciato a farci conoscere le sue capacita' letali, mentre la battaglia per una sorta di emarginazione sociale del fenomeno e' ormai quotidianita'.
E' bene ricordare che i morti per tabacco nel mondo sono stimati in circa 4 milioni l'anno (53 mila in Italia), una quantita' molto piu' grande di coloro che muoiono per cocaina, crack, eroina, suicidi, e l'insieme di incidenti stradali e omicidi.
Cosi' come e' bene ricordare che, per combattere le droghe illegali, in tutto il mondo Italia inclusa, e' in atto una strategia economicamente gravosissima (per Paesi produttori e Paesi consumatori, con un mercato -esistente e in crescita- gestito solo dalla delinquenza organizzata), socialmente e civilmente raccapricciante (la clandestinita' e l'illegalita' sono la dominate in tutti i soggetti del fenomeno), giuridicamente riprovevole (diritti e norme della piu' elementare convivenza democratica sono stracciati quotidianamente). Una strategia che e' perdente: il mercato aumenta, cosi' come i consumatori (proprio come nel secolo XVII contro il tabacco).
E allora perche' non affrontare questo fenomeno in tempo in un modo diverso da quello perdente attuale?
Non e' forse giusta la strategia anti-tabacco (per ora messa in opera quasi esclusivamente nei Paesi cosiddetti ricchi), visto che sta facendo ridurre i consumatori? Si tratta di una strategia che si confronta con situazioni di legalita', in produzione e consumo, dove alla fine cio' che conta e' la libera scelta dell'individuo.
Non sarebbe quindi altrettanto per quelle droghe che oggi sono illegali?
La risposta e' semplice, ma per essere applicata necessita di doversi privare di montagne di ideologie e demagogie . che sono le stesse che portavano a condannare i fumatori del XVII secolo che abbiamo ricordato sopra.
Sbagliando s'impara?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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