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Governo. Il Piano Nazionale di Riforme: un elenco in contraddizione
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Comunicato di Primo Mastrantoni
29 luglio 2020 11:48
 
  Facile fare l'elenco della spesa, difficile fare la spesa e, soprattutto, occorre, prima, stabilire quanto si vuole spendere per la spesa.

Possiamo sintetizzare così il nostro parere sul Piano Nazionale di Riforme presentato dal governo Conte (sostenuto da M5S e PD), che dovrebbe essere la base per acquisire i fondi comunitari.

Il Piano riguarda: digitalizzazione; sicurezza ed efficienza delle infrastrutture; sostegno alla formazione, alla ricerca e all'innovazione; maggiore efficienza dell'amministrazione e della giustizia; transizione ecologica; inclusione sociale e territoriale e parità di genere.

Argomenti interessanti ma che rischiano di rimanere sulla carta.
Lo diciamo noi che facciamo analisi e verifiche delle proposte governative e non?
No, lo dice la Banca d'Italia.

Vediamo.

In audizione alla Camera dei deputati, sul Piano Nazionale di Riorme,  la Banca d'Italia rileva che:

a) La lista degli interventi è lunga e vaga.
b) L'impegno finanziario non è quantificato.

Basterebbe questo per rimandare il Piano al Governo.

C'è un altro aspetto che vogliamo ricordare: il Governo si è mosso in direzione opposta a quanto propone con il Piano.

Facciamo un esempio per chiarire.

Nel Piano si prevede "maggiore efficienza dell'amministrazione e della giustizia".
Atteniamoci alla giustizia.
La durata media dei processi è di 8 anni. 

Uno degli elementi ostativi all'impegno delle imprese, soprattutto straniere, è proprio la lungaggine dei procedimenti giudiziari. Che cosa ha fatto il governo Conte? Ha allungato la durata dei processi.
Come? Abolendo la prescrizione, il che significa fine processo mai.

Qualcuno direbbe che la prescrizione favorisce chi delinque e conta sulle lungaggini della giustizia.

Vediamo.

Oltre il 70% (leggasi settanta percento) dei procedimenti giudiziari andava in prescrizione prima dell'inizio del processo, cioè in fase istruttoria, vale a dire che la difesa non toccava palla e il ritardo era dovuto all'amministrazione giudiziaria.
Ma, direbbe sempre il qualcuno, la corruzione dilaga e il corruttore la fa franca. Il nostro qualcuno non sa che il reato di corruzione andava in prescrizione, cioè era annullato, dopo ben 15 anni tra indagini e sentenze.
Non bastano 15 anni per fare un processo per corruzione? E, se poi, il presunto corrotto è dichiarato non colpevole? Lo si assoggetta alla gogna per 15 anni? 

Questo per documentare che il Governo dice di fare una cosa ma fa il contrario.

Non va bene. Però, l'importante è che il popolo ci creda...

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