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Governo. Ponte San Giorgio e Autostrade
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Comunicato di Primo Mastrantoni
6 agosto 2020 10:16
 
  Erano fatte per durare. Erano le strade romane: 100 mila km di strade basaltiche e 150 mila km di strade ben sterrate. 
La mappa delle strade consolari fu scolpita nel marmo e posta nel Foro Romano.
 Secondo Strabone (60 a.C-20 d.C), storico e geografo greco, "I Romani posero ogni cura in tre cose soprattutto, che dai Greci furono trascurate, cioè nell'aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache".

Si deve essere persa la memoria della storia se alla inaugurazione del ponte s. Giorgio di Genova, l'asfalto, per un tratto, ha ceduto. Colpa del caldo e dei mezzi pesanti, dicono.
Già, ma non si sapeva che durante l'estate fa caldo e che i mezzi pesanti sono tali perché sono pesanti?

"Le autostrade tornano ai cittadini! I Benetton sono fuori da Autostrade e dovranno pagare miliardi", dichiarava non più di 20 giorni fa l'ex ministro ai Trasporti, Danilo Toninelli (M5S). 
La realtà è che il ponte s. Giorgio è tornato nelle mani di Autostrade, così come ci è rimasta la rete autostradale. 

Il tutto si sta complicando perché Benetton, azionista di Atlantia che controlla Autostrade per l'Italia, ha comunicato che Autostrade sarà messa sul mercato, vale a dire che la comprerà chi offrirà di più. In sostanza potrebbe saltare l'ingresso di Cassa depositi e prestiti, cioè dello Stato, nella società autostradale. 

Inoltre, il fondo inglese TCI, azionista di Atlantia, ha presentato ricorso alla Commissione europea, contro le decisioni del Governo italiano, che costringerebbe Atlantia a una transazione svantaggiosa, un "esproprio di fatto" degli azionisti" che "tocca i principi del mercato interno".

Dalla tragedia del crollo del ponte Morandi, sono passati due anni. Tutto il tempo necessario per i governi Conte 1 e 2 di avviare serie e conclusive trattative.
Si sono preferiti gli slogan di Toninelli e Di Maio. 
Ora siamo all'impasse.

Diceva Longanesi, fondatore dell'omonima casa editrice e del periodico "L'Italiano": "Buoni a nulla, capaci di tutto".
 
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