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INCIDENTI STRADALI E MORTI IN AUMENTO
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Comunicato 
21 luglio 2003 0:00
 

IL 30% IN PIU' RISPETTO AD UN ANNO FA, QUANDO NON C'ERANO LA PATENTE A PUNTI E LE NUOVE NORME. COSA NON FUNZIONA?
Firenze, 21 Luglio 2003. I dati degli incidenti, dei morti e dei feriti dello scorso week-end sono drammatici e molto preoccupanti (1524 incidenti, di cui 44 mortali con 48 morti; inoltre ci sono stati 1.172 feriti). Non solo perche' sono un aumento spropositato rispetto al week-end precedente, che aveva registrato 30 incidenti mortali con 33 vittime, ma perche' questo aumento si registra anche rispetto ad un fine settimana pressocche' identico (temporalmente) dello scorso anno, quello tra il 19 e il 21 luglio 2002, quando la patente a punti e le nuove norme non c'erano e gli incidenti mortali furono 32 con 37 vittime (anche se gli incidenti complessivamente erano superiori -1737- cosi' come i feriti, 1.406). Ma anche se cinicamente qualcuno volesse sostenere che tutto sommato, rispetto all'anno scorso, gli incidenti sono diminuiti, e' bene ricordare che i morti sono morti, ed e' prima di tutto con il loro numero che si puo' comprendere se c'e' un'inversione di tendenza. E siccome non c'e' stato in quest'ultimo week-end un evento eccezionale (per esempio un pullman in un burrone) che ne ha fatto salire il numero, ma sono distribuiti e diffusi nell'ambito di tutti gli incidenti, vuol dire che qualcosa non funziona. Perche' se il prezzo da pagare per la diminuzione degli incidenti e' quello dell'aumento della mortalita', possiamo solo dire che siamo tutti di fronte ad una clamorosa sconfitta, umana ed istituzionale.
Noi stessi -che non siamo fissi sulle strade come le autorita' preposte- siamo i primi a stupirci dell'alto numero di infrazioni che vediamo casualmente: dall'eccessiva velocita' all'assenza di cinture, da motocicilisti senza casco ai passaggi col rosso, per non parlare della sosta vietata. Ma ci stupiamo anche e soprattutto del continuo rilievo discrezionale (e le omissioni) che viene fatto dagli accertatori, quasi dovessero fare dei rilievi a campione e non a tappeto, per tutti.
E' la tragica realta'. Affiancata a quella di assurdi divieti (tipo i molto diffusi limiti di velocita' a 30Km/h, dove il rispetto significa solo l'intasamento) e ad una struttura stradale concepita e messa in opera quando probabilmente c'era un parco macchine circolanti che era la meta' di quello attuale.
Noi siamo favorevoli alla patente a punti, ma ci sembrano assurdi i livelli economici delle infrazioni, e crediamo che la maggiore responsabilita' del non rispetto del codice della strada sia nelle autorita' per la politica omissiva e discrezionale che hanno seguito. Cioe' hanno sempre alimentato la cultura del "speriamo di farla franca", spinti anche da amministrazioni locali sempre piu' interessate agli introiti economici da multe che non al rispetto del codice della strada.
Ed oggi siamo di fronte a questi numeri, peggiori di quelli di un anno fa. Probabilmente la patente a punti e il raddoppio delle sanzioni non e' quel toccasana che si credeva. Anzi. Occorre, oltre a cominciare a sanzionare le autorita' che non fanno il loro dovere (ripetiamo: omissioni e discrezionalita' .) entrare nella testa delle persone. Operazione che sicuramente non si fa con la "mascella maschia della legge", ma con una legge amica e percepita come propria e per il proprio interesse. Un esempio? Quello che alcuni giorni fa ha fatto l'amministrazione provinciale di Firenze, non aumentando il numero degli autovelox nascosti, ma mettendo postazioni luminose e molto visibili che, prima di rilevare l'infrazione, avvisavano il conduttore del mezzo della sua andatura in violazione dei limiti indicati. Un sistema che sicuramente fara' incassare meno soldi all'amministrazione, ma che avra' consentito il rispetto della norma e attirato le simpatie dei guidatori verso la legge.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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